Vi capita mai di fermarvi a guardare da semplici spettatori la realtà in cui viviamo? Non di analizzare un fatto di cronaca in particolare, ma di mettere insieme tutti i differenti “punti di vista” dai quali è possibile analizzare la nostra società, come fossero tasselli di un puzzle. Quei coloratissimi pezzetti che da bambini ci piacevano tanto e con grande gioia mettevamo uno vicino all’altro, provando più e più volte, per poi arrivare alla fine e vedere comparire un grande disegno.
Se metto insieme i pezzi del puzzle della nostra società invece, vedo solo tanti colori sbiaditi senza un senso. L’ultima vicenda che ha catturato l’attenzione dell’opinione pubblica è il caso dell’insegnante sospesa per uno slideshow creato da un suo studente, che avrebbe equiparato il decreto sicurezza del Ministro dell’interno alle leggi razziali. Da giorni il web, la televisione e le pagine dei giornali sono pieni di contenuti, se così vogliamo definirli, che riportano il pensiero di ogni corrente politica a proposito del “caso”. Sì perchè è scoppiato un vero e proprio “Caso”, su cui M5S, Zingaretti e tutta la carovana, ha voluto a gran voce esprimersi.
Perché allora i cittadini non possono esprimere un pensiero tra le 4 mura di una scuola, dove uno studente ha raccontato alcune riflessioni corrette o sbagliate, non diffamatori, che siano? Perché un’ insegnante è stata sospesa per aver lasciato libero uno studente di esprimersi, quando ai ragazzi raccontiamo che non bisogna uniformarsi al pensiero altrui?
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” recita il primo comma articolo 21 della nostra Costituzione, prima tra tutte le fonti normative nazionali. Osannata ed esibita proprio come bandiera antifascista, la Costituzione sancisce gli inviolabili diritti e libertà che dovrebbero regolare questa nostra delirante società. La legge non è “uguale per tutti”? Ci lamentiamo continuamente che le nuove generazioni sono vuote, ma quando dimostrano il contrario, lasciamo cadere la scure della censura? Come si sentirà quel ragazzo, che ha cercato di tirare fuori alcune riflessioni dal vissuto umano e dalla storia, un semplice compito svolto, “premiato” con la sospensione di un’insegnante e l’Italia intera che ne parla?
Perchè un’altra frase di cui spesso ci riempiamo la bocca è: “dobbiamo imparare dalla storia e dagli errori commessi in passato”, ma poi non impariamo nulla perchè la storia non la conosciamo, siamo un Paese che non legge, in fondo alle classifiche europee in quanto a cultura, anche se abbiamo alcune delle migliori e più antiche Università del mondo.
Siamo il Paese delle contraddizioni, il Paese in cui il fascismo si è diffuso, ma in cui non se ne puó parlare. Il fascismo è una parentesi sicuramente pessima del nostro spaccato di storia, e per questo è un fenomeno da conoscere e studiare, di cui continuare a parlare e su cui riflettere insieme alle nuove generazioni, affinché il puzzle non torni un domani ad essere nero.
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