Parola d’ordine: informazione. Così Carlo Freccero inizia il suo mandato da neodirettore di Rai 2, aggiungendo anche un pizzico di satira alla ricetta del nuovo palinsesto 2019, con il controverso Daniele Luttazzi. Il musicista e attore Lelio Luttazzi, ricordato da Pippo Baudo in questa 69 esima edizione del Festival di Sanremo, viene omaggiato dal comico conduttore Daniele Fabbri che ne ha fatto il suo nome d’arte. Un nome che ci riapre gli occhi a quel passato 2002 che ha visto cadere l’ascia nera del silenzio su Biagi, Santoro e Luttazzi.
Il 18 aprile del 2002 accadde questo: l’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi durante una conferenza stampa tenutasi a Sofia, dichiarò: «L’uso che Biagi… Come si chiama quell’altro? Santoro… Ma l’altro? Luttazzi, hanno fatto della televisione pubblica, pagata coi soldi di tutti, è un uso criminoso. E io credo che sia un preciso dovere da parte della nuova dirigenza di non permettere più che questo avvenga.»
Le parole “Editto bulgaro” creano una formula dalla grande potenza espressiva, rievocando l’immagine di un sistema dittatoriale e il ricordo dei tempi più cupi della Cortina di Ferro e della mancanza di democrazia in Bulgaria. Fu un caso di colossale scalpore che sembrò averci portato indietro di settant’anni.
L’opposizione subito si fece forte di questa dichiarazione come un’intrusione dell’esecutivo nelle decisioni del neoeletto Cda della Rai, con lo scopo di allontanare dalla televisione pubblica Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e Michele Santoro. La triade già in precedenza era stata accusata da Berlusconi stesso di partigianeria e di aver portato avanti una campagna di attacchi diretti alla sua persona attraverso l’informazione televisiva, attacchi che lo colpirono in pieno soprattutto durante la campagna elettorale del 2001.
Le parole di quel 18 aprile presto divennero fatti con l’effettiva sospensione dei programmi Sciuscià, Il Fatto e Satyricon. La corrispondenza tra dirigenti Rai e il Presidente del Consiglio fu così veloce da sollevare un’indignazione pubblica senza pari. Effettivamente i tre, dopo poco, furono estromessi dal palinsesto della Rai, alla quale solo Santoro e Biagi hanno fatto ritorno a diversi anni di distanza e dopo sentenze giudiziarie a loro favore. Luttazzi invece non è tornato a condurre un suo programma in Rai come prima dell’Editto, fino ad oggi secondo le parole di Freccero.
Il 2001 fu un anno delicato per la situazione politica Italiana, si camminava sul filo del rasoio per le elezioni imminenti, il mezzo di comunicazione televisivo era tenuto sotto stretto controllo dalle forze il campo. La celebre intervista a Satyricon di Daniele Luttazzi al giornalista Marco Travaglio, in cui parlò del libro “L’odore dei soldi”, non passò inosservata. I temi trattati furono i fatti inerenti alla nascita di Fininvest, dei rapporti della famiglia Berlusconi con il boss mafioso Vittorio Mangano e dell’intervista di Paolo Borsellino due giorni prima della strage di Capaci. Il programma di Daniele Luttazzi venne sospeso dopo una stagione di ascolti record.
Il 25 marzo 2010 il comico partecipò all’evento “Rai per una notte”, ideato da Michele Santoro, concepito come una rivolta al blocco applicato ai programmi di discussione politica in periodo di campagna elettorale. Il suo monologo ebbe molto successo, riferendosi allo scandalo del Trani-gate appena scoppiato, affermò: «L’uso di Minzolli… Come si chiama quell’altro? Masi …No, ma quell’altro… Berlusconi… hanno fatto della televisione pubblica, pagata coi soldi di tutti, è un uso criminoso».
Luttazzi disse addio alla Rai definitivamente, ma si prepara a dirle ancora una volta “Salve” in occasione di un nuovo palinsesto che non vuole rinunciare alla satira, feroce nel caso del comico. Dopo una piccola parentesi su La7 con Decameron, che finì altrettanto male, non mise più piede in televisione. Dedicò il suo tempo alla scrittura ed al suo blog satiro, ma anche questa sua attività sollevò polemiche e venne accusato di plagio.
La sua immagine subì un grave crollo inseguito agli eventi dell’Editto Bulgaro e le accuse postume, il 2019 sarà l’anno del suo riscatto?
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