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M5s e Lega vogliono tagliare le pensioni superiori ai 5.000 euro mensili netti

M5s e Lega vogliono tagliare le pensioni superiori ai 5.000 euro mensili netti

M5s e Lega hanno trovato l’accordo definitivo sul contratto di governo: la misura che farà più discutere riguarda le cosiddette pensioni d’oro, qui definite come quelle di chi incassa più di cinquemila euro netti al mese di pensione senza aver versato i contributi relativi. I due intendono tagliare questi assegni [Signorini, Giornale]. Sugli altri dettagli del contratto vedi Anteprima di ieri). Sono in tutto quaranta pagine con circa trenta punti. Non ci sarebbe il punto relativo all’uscita dall’euro, né il referendum sulla moneta unica. Ci sarebbe invece un capitolo dedicato ai vaccini. «Ci sono stati degli applausi alla fine e ci siamo tutti abbracciati», ha raccontato il capo della comunicazione dei 5 Stelle Rocco Casalino. Mentre su sei temi bisognerà attendere la parola definitiva dei due leader. Ancora nessuna intesa invece sul nome del premier da proporre al presidente della Repubblica. Tra Di Maio e Salvini è trattativa a oltranza. Di certo Salvini ha chiesto che il ministero degli Interni vada a uno dei suoi: «Un leghista al Viminale sarebbe una garanzia per rimpatri ed espulsioni». Intanto s’è rifatto vedere in pubblico Berlusconi, al vertice del Ppe a Sofia. Uscendo dall’incontro ha detto: «Preoccupazione è la parola che fotografa la situazione attuale. Ciò che accade in Italia desta moltissima preoccupazione in tutta Europa. Io sono molto preoccupato per quello che succede nei mercati, può succedere alle aziende e alle famiglie italiane». Gli ultimi nomi che circolano per la carica di presidente del consiglio sono quelli dei grillini Alfonso Bonafede, fedelissimo di Di Maio, e di Emilio Carelli, giornalista, già in forze al Tg5 e poi direttore di Sky.

Sale il prezzo della benzina

«Siamo tornati al “caro-pieno”. Tre anni dopo il prezzo della benzina torna a correre spinto dalle quotazioni del petrolio. Il prezzo medio praticato sulla rete italiana, secondo quanto emerge dalle tabelle del ministero dello Sviluppo aggiornate al 14 maggio, è schizzato sopra quota 1,6 euro, portandosi a 1,606, ai massimi dal luglio 2015. Quotidiano energia, che spacchetta i vari dati su cui viene calcolata la media, indica che ieri in modalità «self service» la benzina costava 1,615 euro, mentre in modalità servito la media è 1,739 euro al litro. Per un pieno di benzina di un’auto di media cilindrata ci vogliono così oltre 80 euro, mentre per il gasolio sono necessari almeno 74 euro. Un anno fa ci volevano rispettivamente 76 e 68 euro, ovvero il 5% e l’8% in meno» [Basso, CdS].

Salah e il Ramadan: problemi per la finale di Champions

Salah, il fuoriclasse egiziano del Liverpool, è un musulmano molto osservante, tra ieri e oggi è cominciato quasi ovunque il Ramadan (vedi la sezione Oggi), la finale contro il Real si gioca a Kiev il 26 maggio e il Ramadan sarà ancora operante. Salah non potrà né mangiare né bere per 16 ore, cioè finché il sole resterà sopra l’orizzonte e potrà buttar giù qualcosa solo dopo il tramonto, cioè a partire dalle 20.53. Ma alle 21.45 si scende già in campo e ci si chiede in che condizioni sarà a quel punto il campione, che la sua religione costringerà a digiunare già a partire da oggi.

«Un’occasione così importante avrebbe spinto molti musulmani a posticipare il digiuno. Così aveva deciso (senza suscitare scandali) il mezzofondista inglese Mo Farah alle Olimpiadi del 2016, e forse scelse bene viste le due medaglie d’oro che portò a Sua Maestà guadagnandosi il titolo di Sir; lo stesso ha concesso alla nazionale egiziana il Gran Muftì del Cairo, la massima autorità giuridica sunnita dello Stato, in vista dei Mondiali in Russia del prossimo giugno (attesi per 28 anni e raggiunti, ovviamente, grazie a un rigore allo scadere di Salah che ha fatto gridare in tutto il Paese «Allah è grande!»). «I giocatori — ha sentenziato Shawki Allam — digiuneranno al loro ritorno a casa», il più tardi possibile, inshallah. Persino un verso del profeta Maometto consente di posticipare il Ramadan «a chi è in viaggio a più di due ore di cammello da casa», che non basterebbero per raggiungere Kiev dall’Inghilterra nemmeno in aereo. Il fatto è che Salah, scrivono preoccupati da settimane i media inglesi e piuttosto orgogliosi quelli egiziani, non ha intenzione di contravvenire ai principi della Sharia, la legge sacra islamica di cui il digiuno è uno dei cinque pilastri fondamentali» [Giambertone, CdS].

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Giorgio Dell'Arti

Nasce a Catania il 4 settembre 1945. Giornalista dal ’69 a Paese sera. Passa a Repubblica nel ’79: inviato, caposervizio, redattore capo, fondatore e direttore per quattro anni del Venerdì, editore del mensile Wimbledon. Dirige l’edizione del lunedì de Il Foglio, è editorialista de La Stampa e La Gazzetta della sport e scrive per Vanity fair e Il Sole 24 ore. Dell’Arti è uno storico di riconosciuta autorevolezza, specializzato in biografie; ha pubblicato (fra gli altri) L’uomo di fiducia (1999), Il giorno prima del Sessantotto (2008) e l’opera enciclopedica Catalogo dei viventi - 7247 italiani notevoli (2008, riedizione de Catalogo dei viventi - 5062 italiani notevoli, 2006). Tra gli ultimi libri si ricordano: Cavour - Vita dell’uomo che fece l’Italia (2011); Francesco. Non abbiate paura delle tenerezza (2013); I nuovi venuti (2014); Moravia. Sono vivo, sono morto (2015); Bibbia pagana (2016).

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