La settantina di uomini e donne appartenenti al Comitato Abitanti Giambellino Lorenteggio, collegato al centro sociale Base di Solidarietà Popolare, tutte organizzazioni milanese, occupavano le case popolari dei quartieri Giambellino e Lorenteggio, poi le assegnavano secondo graduatorie decise da loro stessi, quindi organizzavano la resistenza agli sgomberi. Il tutto in nome di una «propagandata giustizia sociale a tutela del diritto alla casa». Ieri la gip Manuela Cannale ha disposto che otto di questi antagonisti, cinque uomini e tre donne di età compresa tra i 28 e i 62 anni, incluso un laureato in Filosofia finito dentro già nel 2014, venisse ristretto ai domiciliari. L’ipotesi di reato è associazione a delinquere. La gip ha ordinato anche il sequestro preventivo di 9 alloggi di edilizia popolare, le cui famiglie abusivamente occupanti hanno avuto una sistemazione dai servizi sociali del Comune. Il Comitato, che ieri sera ha organizzato un corteo di protesta, rivendica la propria iniziativa politica come risposta all’emergenza abitativa di «15.000 case vuote non assegnate e 23.000 famiglie ancora in attesa»: attività peraltro talmente non clandestina da essere propagandata con un volantino che indicava un telefono [Ferrarella, CdS].
Cherif Chekatt è stato ucciso dalla polizia a Strasburgo, nel quartiere di Neudorf, dove aveva fatto perdere le tracce 48 ore fa dopo l’attentato commesso nel mercato di Natale. Alle 21 di ieri una donna ha notato un uomo ferito che si trascinava risalendo rue du Lazaret, la strada principale dell’area, a 800 metri dal suo ultimo domicilio conosciuto. Ha subito chiamato il centralino della polizia, che ha inviato una vettura con a bordo tre uomini. Mentre un elicottero sorvolava la zona, gli agenti hanno fermato il ferito e gli hanno chiesto i documenti. Chekatt ha estratto dalla tasca della felpa una pistola, risultata poi la stessa della strage, e ha sparato. Gli agenti hanno risposto al fuoco e l’hanno ucciso. È caduto a faccia in giù. Sempre ieri sera l’Isis ha rivendicato l’attentato, definendo Cherif Chekatt un «soldato dello Stato islamico».
Pornhub ha pubblicato un’analisi dettagliata del suo 2018. Negli ultimi 12 mesi ci sono state 33,5 miliardi di visite – 5 miliardi in più del 2017 – per una media di 92 milioni di visitatori al giorno (le popolazioni di Canada, Polonia e Australia messe insieme). Ogni singolo minuto sono stati visti oltre 200 mila video e caricati 12 nuovi filmati. Per il quarto anno consecutivo la parola più cercata è stata “lesbian”, seguita ancora da “hentai” (un genere giapponese di porno d’animazione), “milf” (acronimo di “Mothers I’d Like to Fuck”, cioè donne mature) e da “step mom” (matrigna). Tra le ricerche particolari, al primo posto c’è Stormy Daniels, la pornostar che ha raccontato di aver avuto una relazione con Trump, seguita dal videogioco Fortnite. La maggior parte del traffico di Pornhub arriva sempre dagli Stati Uniti, seguiti da Regno Unito e India. L’Italia ha guadagnato una posizione rispetto al 2017, ed è ottava.
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