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Mucci: l’Italia deve far sua la figura di Colombo

Umberto Mucci, fondatore, editore e direttore di “We The Italians”, giornale online di Roma, è stato ospite della Columbus Citizens Foundation a New York per illustrare la “Prospettiva italiana sulla celebrazione del Columbus Day”. Prospettiva che Mucci ha riassunto con un “non c’è!”

In pratica in Italia la festa che celebra Cristoforo Colombo, tanta amata dagli Italo-Americani, non è sentita ed è addirittura ignorata dagli italiani in patria.
La Columbus Citizens Foundation è una associazione composta da facoltosi italo-americani con sede in un elegante edificio della East 69 Street, vicino alla Quinta Avenue di New York City. La Foundation, tra le altre cose, organizza l’annuale parata di Columbus Day, nel lunedì più vicino al 12 ottobre (data della scoperta dell’America) proprio lungo la Quinta Avenue.

Ultimamente la figura dell’esploratore Cristoforo Colombo è stata attaccata dai radical chic americani perché a loro avviso è associata alla schiavitù e repressione degli indiani d’America. Nella sua relazione alla Columbus Foundation, Mucci ha fatto presente come Colombo abbia avuto il merito di far cessare il cannibalismo tra gli indiani e ha spiegato come la parola cannibale derivi dal nome di una tribù indigena entrata in contatto con Colombo; Mucci ha poi aggiunto che le azioni del 1942 non possono essere giudicate con i parametri di oggi.
Purtroppo la “Milizia dei Political Correct” ha fatto sì che in molte città americane la festa di Colombo venisse eliminata. Mucci ha concluso l’intervento illustrando un programma di sensibilizzazione affinché anche gli italiani in Italia si riapproprino dell’orgoglio di essere associati con la scoperta dell’America.

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Dom Serafini

Domenico (Dom) Serafini, di Giulianova risiede a New York City ed è
il fondatore, editore e direttore del mensile “VideoAge” e del quotidiano fieristico VideoAge Daily", rivolti ai principali mercati televisivi e cinematografici internazionali. Dopo il diploma di perito industriale, a 18 anni va a continuare gli studi negli Usa e, per finanziarsi, dal 1968 al ’78 ha lavorato come freelance per una decina di riviste in Italia e negli Usa; ottenuta la licenza Fcc di operatore radio, lavora come dj per tre stazioni radio e produce programmi televisivi nel Long Island, NY. Nel 1979 viene nominato direttore della rivista “Television/Radio Age International” di New York City e nell’81 fonda il mensile “VideoAge”. Negli anni successivi crea altre riviste in Spagna, Francia e Italia. Dal ’94 e per 10 anni scrive di televisione su “Il Sole 24 Ore”, poi su “Il Corriere Adriatico” e riviste di settore come “Pubblicità Italia”, “Cinema &Video” e “Millecanali”. Attualmente collabora con “Il Messaggero” di Roma, con “L’Italo-Americano” di Los Angeles”, “Il Cittadino Canadese” di Montreal ed é opinionista del quotidiano “AmericaOggi” di New York. Ha pubblicato numerosi volumi principalmente sui temi dei media e delle comunicazioni, tra cui “La Televisione via Internet” nel 1999. Dal 2002 al 2005, è stato consulente del Ministro delle Comunicazioni italiano nel settore audiovisivo e televisivo internazionale.

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