SFOGLIANDO IL NEW YORK TIMES
– Nuovi ostacoli mentre l’Inghilterra pone fine alla lotta per Brexit. Grandi cambiamenti dal 1 gennaio. Arrangiamenti complessi e cari incombono sul commercio. Per i negoziatori di entrambe le parti, l’accordo raggiunto la vigilia di Natale mette fine a mesi di discussioni, comprendendo dettagli così bizzarri come quali specie di pesci possano essere pescati sulle due rive. Ma per molti altri – fra cui banchieri, commercianti, camionisti, architetti e milioni di migranti – è solo l’inizio, il giorno uno di un imprevedibile esperimento di come districare una fitta rete di relazioni commerciali in tutta Europa. “Dovremo imparare giorno per giorno andando avanti – ha detto uno dei negoziatori -. Speriamo che alla fine sia per il meglio, ma sarà lento, complesso e dispendioso”.
– Le nazioni povere in fondo alla coda per il vaccino. Distribuzione diseguale aumenta le differenze. La fine della pandemia è finalmente in vista, con l’arrivo del vaccino la ripresa è diventata una realtà. Ma i miglioramenti non saranno uguali per tutti. I paesi ricchi in Europa e Nordamerica si sono accaparrati la maggior parte delle disponibilità, lasciando i paesi poveri ad arrangiarsi come possono. Con gravi conseguenze: il mondo che uscirà da questo disastro sarà più disuguale di prima, con i paesi poveri che continueranno ad essere devastati dal virus e obbligati a spendere il poco che hanno per combatterlo.
– “Molto più duro che il primo round”. In Africa, allarme che sia scesa l’apatia in una violenta rinascita del virus.Quando cominciò la pandemia, funzionari della sanità pubblica erano allarmati dalla vulnerabilità dei paesi africani, che però all’inizio se la cavarono meglio che molti altri. Adesso però, la seconda ondata sta imperversando in quasi tutto il continente. In Sudafrica e in altri otto stati africani si sono raggiunti numeri record di malati e di morti, con strutture sanitarie del tutto insufficienti. E con la certezza che i casi di contagio siano molto superiori a quelli dichiarati ufficialmente.
– Gli artisti si domandano, la pandemia metterà fine alla mia carriera? Grandi difficoltà si sono sentite in tutti i settori dell’economia, con milioni di disoccupati e migliaia di commerci chiusi. Ma le perdite nelle arti con pubblico (concerti, teatri, balletti etc.) sono state violente, dopo nove mesi di sospensione di ogni spettacolo. Alla fine di settembre, quando la disoccupazione generale era dell’8,5%, il 52% degli attori, il 55% dei ballerini e il 27% dei musicisti erano senza lavoro. In molte aree, i luoghi d’arte – teatri, clubs, sale da concerto, festival – sono stati i primi a chiudere e saranno probabilmente gli ultimi a riaprire.
– La legge impedisce il cambio del nome. 65 anni dopo il famoso episodio dell’autobus quando Rosa Park, donna nera seduta nel settore allora riservato ai bianchi, si rifiutò di cedere il posto a un bianco, il sindaco di Montgomery (Alabama) ha chiesto al novantenne avvocato della donna, Fred Gray, un consiglio per celebrare l’anniversario. Ma il suggerimento, cambiare a suo nome il nome della strada Jeff Davis Avenue, e’ stato impedito da una legge locale che vieta di rinominare luoghi pubblici dedicati a onorare persone o gruppi del passato. Il sindaco sta cercando di aggirare l’ostacolo.
– La resistenza cresce per Natale. Senza manifestazioni pubbliche a New York, molti residenti hanno comunque cercato di mantenere le loro tradizioni per le feste.
– Sopraffatti in California. Gli ospedali sono sotto stress e questa settimana lo stato è diventato il primo a raggiungere i 2 milioni di casi.
– Affrontando l’isolamento. Per molti newyorchesi che sono rimasti isolati durante la pandemia, la stagione delle feste presenta difficili sfide.
– Trovando rifugio negli alberghi. Molti cittadini senza casa in Inghilterra passano Natale e Capodanno in alberghi.
– Cambiamento digitale per Bollywood. L’industria cinematografica indiana manda sempre più i suoi prodotti direttamente alle piattaforme TV.
– Località sciistiche si aspettano una stagione dura. L’industria sciistica, che se l’era cavata bene all’inizio della pandemia, si aspetta una stagione invernale difficile.
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