Rassegna stampa dal 1 al 7 marzo 2021
Il Papa vola in Iraq, anche durante un periodo di forte tensione. La voglia e l’esigenza di portare un messaggio di amore, pace e fratellanza oltrepassa i confini della tensione e i limiti della pandemia.
Da Qaraqosh, nell’incontro con la comunità cristiana che ha subito le barbarie dell’Isis, Papa Francesco ricorda che “le madri consolano, confortano, danno vita. E vorrei dire grazie di cuore a tutte le madri e le donne di questo Paese, donne coraggiose che continuano a donare vita nonostante i soprusi e le ferite. Che le donne siano rispettate e tutelate! Che vengano loro date attenzione e opportunità!“.
La comunità cristiana a Qaraqosh fu scacciata dall’Isis nel 2014, e solo adesso sta tornando gradualmente.
Papa Bergoglio rivolgendosi ai fedeli, con voce provata, ha affermato: “Con grande tristezza, ci guardiamo attorno e vediamo altri segni, i segni del potere distruttivo della violenza, dell’odio e della guerra. Quante cose sono state distrutte! E quanto dev’essere ricostruito! Questo nostro incontro dimostra che il terrorismo e la morte non hanno mai l’ultima parola. L’ultima parola appartiene a Dio e anche in mezzo alle devastazioni del terrorismo e della guerra, possiamo vedere, con gli occhi della fede, il trionfo della vita sulla morte“.
Durante il suo discorso ha aggiunto: “È indegno che, mentre siamo tutti provati dalla crisi pandemica, e specialmente qui dove i conflitti hanno causato tanta miseria, qualcuno pensi avidamente ai propri affari”, continuando “non ci sarà pace senza condivisione e accoglienza, senza una giustizia che assicuri equità e promozione per tutti, a cominciare dai più deboli. Non ci sarà pace senza popoli che tendono la mano ad altri popoli. Non ci sarà pace finché gli altri saranno un loro e non un noi. Non ci sarà pace finché le alleanze saranno contro qualcuno, perché le alleanze degli uni contro gli altri aumentano solo le divisioni. La pace non chiede vincitori né vinti, ma fratelli e sorelle che, nonostante le incomprensioni e le ferite del passato, camminino dal conflitto all’unità. Chiediamolo nella preghiera per tutto il Medio Oriente, penso in particolare alla vicina, martoriata Siria“.
Con amore e dedizione, ha aggiunto: “Oggi preghiamo, per quanti hanno subito tali sofferenze, per quanti sono ancora dispersi e sequestrati, perché tornino presto alle loro case. E preghiamo perché ovunque siano rispettate e riconosciute la libertà di coscienza e la libertà religiosa: sono diritti fondamentali, perché rendono l’uomo libero di contemplare il Cielo per il quale è stato creato”.
Al termine di un’udienza durata quattro giorni, il 4 marzo, il tribunale di Hong Kong ha disposto la detenzione dei 47 attivisti per la democrazia incriminati per “sovversione”, in base alla legge della sicurezza nazionale approvata da Pechino.
Nel frattempo, come riporta il giornale Internazionale, l’assemblea nazionale del popolo ha richiesto l’esame di una riforma elettorale per rafforzare il controllo di Pechino sul consiglio legislativo di Hong Kong.
La cittadina anglo-britannica Nazanin Zaghari-Ratcliffe, dopo aver scontato una condanna a 5 anni di reclusione per spionaggio è stata finalmente rilasciata.
Una bella notizia, se non fosse che a distanza di pochi giorni è stata nuovamente accusata dal governo iraniano di “Propaganda contro il sistema”, per aver partecipato a una manifestazione di protesta nel 2009 a Londra, davanti all’ambasciata iraniana e per un’intervista rilasciata al canale della Bbc in persiano.
Per questa nuova accusa dovrà rispondere il 14 marzo davanti alla Corte rivoluzionaria di Teheran.
Il ministro degli Esteri del governo di Boris Johnson, Dominic Raab, si schiera al fianco della donna che ha già scontato la sua pena, fra carcere e domiciliari. Raab ha definito «crudele e intollerabile» il trattamento inflitto alla donna e ha intimato all’Iran di restituirle definitivamente la libertà affinché possa tornare nel Regno Unito da marito e figli.
La donna si dichiara da sempre innocente, mentre anche il governo di Londra contesta le accuse iraniane: la vicenda è al centro di tensioni, ma pure di negoziati diplomatici sotterranei con Teheran.
Dopo lo stop delle 250 mila dosi del vaccino AstraZeneca all’Australia, sui profili social australiani è nata una campagna ironica per boicottare uno dei maggiori simboli culinari italiani: la pasta.
Una vendetta pacifica che vede come fondatore della campagna mediatica il giornalista Naaman Zohu, che in un tweet scrive davanti ad un piatto di linguine: “Fino a quando l’Italia non rimanderà quelle 250mila dosi all’Australia, le spezzerò a metà e le condirò con una salsa a base di panna che chiamerò carbonara“.
Un’altra giornalista, Katie Silver, che lavora per la Bbc, prende spunto e ironizza: “Io cucinerò la mia pasta condendola coi frutti di mare e aggiungendoci sopra anche il parmigiano“. E ancora, c’è chi annuncia di “mettere le zucchine nel ragù fino alla fine di questo embargo“.
A livello globale il paese che ha registrato più nuovi contagi in 24 ore sono gli Stati Uniti. Secondo l’Oms sono stati 133.475 in un giorno. Gli Usa sono il Paese più colpito al mondo per casi totali (quasi 29 milioni) e vittime (più di 525 mila).
Al secondo posto tra i Paesi che hanno registrato più nuovi contagi in 24 ore c’è il Brasile. Secondo l’Oms sono stati 75.495 in un giorno. In Brasile i casi dall’inizio della pandemia sono oltre 11 milioni e 19 mila (terzo Paese al mondo) e i decessi più di 265 mila (secondo al mondo).
Il terzo Paese che ha registrato il maggior numero di contagiati in 24 ore, secondo i dati dell’Oms è la Polonia: 28.424. In Polonia, secondo i dati della Johns Hopkins University, i casi totali di contagi da coronavirus sono oltre 1 milione e 794 mila e i decessi più di 45 mila.
Il quarto Paese che ha registrato il maggior numero di contagiati in 24 ore, secondo i dati dell’Oms del 7 marzo è l’Italia: 23.633. In Italia, da inizio pandemia, secondo i dati della Johns Hopkins University aggiornati all’8 marzo, si contano più di 3 milioni e 67mila casi e quasi 100mila vittime.
Il quinto Paese che ha registrato il maggior numero di contagiati in 24 ore, secondo i dati dell’Oms del 7 marzo, è la Francia: 23.306. In Francia, secondo i dati della Johns Hopkins University, i casi totali di pazienti con coronavirus sono oltre 3 milioni e 964mila e i decessi più di 88mila.
Al sesto posto per incremento di contagi giornalieri c’è l’India: 18.711 in 24 ore. L’India è il secondo Paese al mondo per numero di contagi totali (dopo gli Usa) e il quarto per numero di morti (dopo Usa, Brasile e Messico). I casi in India dall’inizio della pandemia sono più di 11 milioni e 229mila e le vittime oltre 157mila.
Tra i 10 Paesi con il maggior incremento giornaliero di casi, al settimo posto c’è la Turchia: 11.770 nuovi contagiati, secondo l’ultimo aggiornamento dell’Oms del 7 marzo. In Turchia, secondo i dati della Johns Hopkins University, da inizio pandemia i casi totali sono oltre 2 milioni e 780mila e i decessi più di 29mila.
La Repubblica Ceca è ottava al mondo nella lista dell’Oms. Si sono registrati 9.167 nuovi casi in 24 ore. In Repubblica Ceca, secondo i dati della Johns Hopkins University aggiornati all’8 marzo, i casi totali sono oltre 1 milione e 321mila e i decessi più di 21mila.
Al nono posto tra i Paesi con più casi registrati in 24 ore c’è il Perù: 8.447. In Perù i casi dall’inizio della pandemia sono oltre 1 milione e 364mila e i decessi quasi 47mila.
“Sei favorevole al divieto delle coperture totali del viso?” Questo è stato il quesito posto per il referendum sul divieto di velo integrale in Svizzera.
Il divieto “anti-burqa” viene approvato con il 51,2% dei consensi degli elettori e l’adesione di 20 dei 26 cantoni. La consultazione sul divieto alla dissimulazione del volto negli spazi pubblici è stata promossa da numerosi rappresentanti del partito Unione democratica di centro (Udc/ destra conservatrice).
Il testo di modifica costituzionale è stato promosso dalla destra conservatrice e combattuto dal governo con lo scopo di vietare la dissimulazione del volto negli spazi pubblici da numerosi rappresentanti del partito Unione democratica di centro (UDC/destra conservatrice). Il testo vieta la copertura del viso, sia con il niqab che col burqa delle donne musulmane, che con passamontagna e bandane usati nelle manifestazioni.
La richiesta sul referendum non menziona esplicitamente il burqa o il niqab, che lascia gli occhi aperti, e scatena la polemica sul dibattito e gli slogan presentatati: “Stop all’Islam radicale” e “Stop all’estremismo“, con figure di donne coperte col niqab nero affisse nei manifesti per le strade svizzere.
Il bando prevede che nessuno possa coprirsi il viso completamente in pubblico, sia nei negozi che all’aperto. Sono previste eccezioni per i luoghi di culto.
“Si tratterebbe di una legge inutile, sessista e razzista“, ha spiegato Ines El-Shikn, la portavoce del movimento femminista musulmano “Foulard viola”. Un problema inutile, se si considera la bassa percentuale di donne che in Svizzera indossano il burqa.
REGNO UNITO
Il Consiglio delle comunità lealiste (Lcc), gruppo unionista nordirlandese, ha informato il primo ministro Boris Johnson sulla decisione di sospende l’accordo di pace del 1998 a seguito del protocollo concordato da Londra a Bruxelles dopo la Brexit. Ideato per evitare il ritorno di una frontiera fisica tra l’Irlanda del Nord e l’Irlanda, che fa parte dell’Unione europea, il protocollo introduce dei controlli sulle merci che arrivano nella provincia dalla Gran Bretagna.
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