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Parla Fausto Brizzi, dopo l’archiviazione delle denunce per molestie sessuali

Dopo 14 mesi di silenzio, e ora che la Procura di Roma ha archiviato le tre denunce per molestie sessuali presentate a suo carico, Fausto Brizzi è tornato a parlare. «Non sono un santo, ma neanche un orco o Barbablù. Non voglio certo sembrare un martire, magari sono stato superficiale e imprudente, ma non sono mai stato a letto con una donna che non fosse ampiamente consenziente», ha detto a Malcom Pagani di Vanity Fair.

Fausto Brizzi

Hanno detto che lei organizzava falsi provini al solo scopo di obbligare le ragazze a stare con lei.

«Non ho mai fatto un provino o un casting che non fosse nella sede della produzione. Tra l’altro, chi mi ha denunciato in Procura non parla affatto di provini. Se un regista incontra una ragazza a casa sua, la questione attiene alla sfera privata. Si chiama vita. Le donne mi piacciono. Non l’ho mai nascosto. Ho sedotto e abbandonato e sono stato sedotto e abbandonato a mia volta. A volte ci ho provato, mi hanno detto di sì e mi hanno detto di no. Ma con le ragazze con cui sono stato ci siamo lasciati sempre con il sorriso. Se poi, a distanza di tempo, alcune hanno rielaborato in modo negativo la nostra relazione me ne dispiaccio. Me ne dispiaccio sinceramente».

E non ha pensato che venendo con lei potessero avere l’ambizione di recitare in un suo film?

«Probabilmente, con il senno di poi, dico che eravamo entrambi mossi da un’ambiguità. Come capita a tanti, io cercavo un momento di evasione e forse le ragazze inseguivano un’opportunità. Questo però non posso saperlo» […]

Che cosa si rimprovera?

«Come ho detto, ho capito che sono stato leggero e superficiale e che qualche situazione avrei dovuto evitarla. Sicuramente non ho mai forzato nessuna ragazza e non mi sono neanche mai denudato senza permesso. Se non altro, per rispetto del ridicolo involontario. Ho compiuto degli errori e li ho compiuti soprattutto con Claudia (Zanella, moglie e madre di sua figlia, ndr). Ha sofferto molto e, quando la bufera è passata, ci siamo lasciati. Era la donna della mia vita».

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Giorgio Dell'Arti

Nasce a Catania il 4 settembre 1945. Giornalista dal ’69 a Paese sera. Passa a Repubblica nel ’79: inviato, caposervizio, redattore capo, fondatore e direttore per quattro anni del Venerdì, editore del mensile Wimbledon. Dirige l’edizione del lunedì de Il Foglio, è editorialista de La Stampa e La Gazzetta della sport e scrive per Vanity fair e Il Sole 24 ore. Dell’Arti è uno storico di riconosciuta autorevolezza, specializzato in biografie; ha pubblicato (fra gli altri) L’uomo di fiducia (1999), Il giorno prima del Sessantotto (2008) e l’opera enciclopedica Catalogo dei viventi - 7247 italiani notevoli (2008, riedizione de Catalogo dei viventi - 5062 italiani notevoli, 2006). Tra gli ultimi libri si ricordano: Cavour - Vita dell’uomo che fece l’Italia (2011); Francesco. Non abbiate paura delle tenerezza (2013); I nuovi venuti (2014); Moravia. Sono vivo, sono morto (2015); Bibbia pagana (2016).

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