La Ragioneria generale non ha bollinato il decreto legge su Genova, perché le coperture delle spese previste non sono state indicate. In certi punti, addirittura, ci sono dei puntini di sospensione al posto delle cifre. Il blocco del decreto ha provocato la furia del M5s, convinto che in questo modo i tecnici del ministero del Tesoro vogliano vencdicarsi delle critiche dei giorni scorsi di Di Maio e Casalino. Da Palazzo Chigi si dice che «Gli interventi in conto capitale sono integralmente finanziati. Parimenti, quelli di parte corrente sono integralmente finanziati per il 2018 e, in parte, per gli anni successivi. Per la parte residua, sarà data copertura nella prossima legge di bilancio». Repubblica, parlando di «vento pre-crisi» e di un duello «per un giorno intero con il Tesoro e la Ragioneria dello Stato», fa dire a Di Maio: «Dobbiamo essere pronti a tutto perché in questa partita non c’è pareggio. O noi, o loro». E aggiunge che senza il reddito di cittadinanza i grillini non voteranno il Def, posizione confermata anche dagli altri giornali. Salvini ha però detto: «Non voglio casini. Si va avanti con questo governo» [Verderami, CdS]. La bollinatura della Ragioneria dello Stato al decreto su Genova potrebbe comunque arrivare stamattina. Il testo, emendato in molte parti rispetto alla prima versione (non ci sarà più, per esempio, lo stanziamento per prolungare la cassa integrazione, con 190 mila lavoratori a rischio), poi passerà al Quirinale per la firma di Mattarella.
Kwon Yong Seok ha costruito a pochi chilometri da Seul un carcere per chi ha il vizio del lavoro, i cosiddetti workalcholist, che non riescono a fare nient’altro, di giorno e di notte, se non lavorare. Si pagano 500 mila won a settimana (meno di 500 euro) e si viene rinchiusi in una cella di sei metri quadri, isolamento completo, consegna all’ingresso di cellulare, orologio, vestiti, obbligo di indossare la tuta da carcerato, a disposizione solo un tappeto per per lo yoga, un quaderno bianco, una teiera, un bottone anti-panico per le emergenze. In Corea del Sud si lavora, di media, 14 ore al giorno. I carcerati volontari sono stati finora duemila [Iaccarino, Fatto].
Dopo il problema nella vascolarizzazione che ha fatto pensare a un sospetto rigetto del nuovo volto, la donna di 49 anni sottoposta a trapianto di faccia ieri è stata nuovamente operata dai medici del Sant’Andrea di Roma che hanno optato per una soluzione temporanea applicando dei lembi di pelle della stessa paziente. La donna ora è stabile e sveglia, in attesa di un nuovo intervento. Nel caso di un altro trapianto, sarebbe il secondo caso conosciuto di persona con tre facce, dopo quello del francese Jerome Hamon.
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