Abbiamo uno zoccolo duro di artisti che partecipano a Gau sin dalla prima edizione, sono affezionati al progetto, alle tematiche trattate e sanno come trattare un supporto ostico come quello delle campane della raccolta differenziata del vetro, ma ogni edizione vede l’avvicendarsi di nuovo artisti provenienti non solo dal mondo della street art, ma anche illustratori, fumettisti, pittori che con il proprio stile e le diverse tecniche riescono a rendere ancora più eterogenea la manifestazione.
Tralasciando le difficoltà di ordine burocratico che sicuramente poco interessano al lettore, le restrizioni legate alla pandemia hanno modificato significante l’ “Open Gau”, le tre giornate conclusive della manifestazione e le attività formative legate al progetto. Gau infatti non è solo campane, ogni edizione è sempre caratterizzata da attività laboratoriali nelle scuole di ogni ordine e grado, da passeggiate teatralizzate che accompagnano il cittadino alla scoperta delle opere realizzate e da attività di riciclo creativo per sensibilizzare, non solo i più piccoli, ma anche i più grandi, sul tema del riciclo. Non volendo rinunciare a questo importante aspetto della manifestazione, quest’anno i laboratori sono stati organizzati secondo le norme vigenti, sono stati realizzati dei video tutorial sul riciclo creativo e la passeggiate teatralizzate sono state trasformate in un cortometraggio.
Certamente. Rendere bello, divertente, poetico un oggetto di uso quotidiano come le campane della raccolta differenziata del vetro, trasformandolo da mero oggetto funzionale in qualcosa che fa riflettere credo aiuti a sviluppare una cura diversa verso il bene comune.
Chi può spiegarlo meglio dell’artista stessa Alessandra Carloni “Il viaggio di Anna”, è un’interpretazione surreale e fiabesca, legata al mio stile, sul personaggio di Anna Frank. Eliminando qualsiasi legame alla tragicità e alle atrocità dell’Olocausto, e pensando all’opera come a un racconto che meglio possa adattarsi ad un contesto scolastico, i sono soffermata sulla “leggerezza” che è tipica dell’età fanciulla di Anna, che racconta il suo mondo adolescenziale e i suo turbamenti nel suo diario, trovando nella scrittura la fuga dalla realtà e la ricerca speranzosa di un domani. Eccola quindi come in un sogno, sopra una casa volante, trasportata da una mongolfiera, in un paesaggio indefinito mosso dal vento. Il suo diario, è fra gli oggetti sospesi che escono dalla casa, come parti del racconto di formazione che Anna ha trascritto, lasciandoci così una grande eredità storica, su una delle ferite più profonde dell’umanità.
Lo è sempre stato, sin dalla prima edizione. E’ molto importante che più persone possibili possano essere informate sul progetto, gli eventi ad esso legati e conoscere ogni artista che vi ha partecipato. E’ un aspetto su cui stiamo lavorando sempre più e dalle prossime edizioni ci saranno tante novità legate al mondo digitale.
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