Nel mio lavoro, il termine brand designer è una definizione che, nonostante l’enorme lavoro di diffusione che faccio insieme a molti bravi colleghi, si presta ancora a diversi equivoci. A prescindere dal discorso sul disegnare loghi, che ho ampiamente chiarito in passato e al quale mi sono “simpaticamente” arreso nel sommario LinkedIn con quel “sì, faccio loghi”, c’è un aspetto che mi preme trattare con voi.
Partendo dal presupposto che “Brand designer” non significa letteralmente “disegnare il brand” ma è inteso in senso più ampio, come progettarlo dalle fondamenta, dalla strategia e dal marketing, passo all’argomento del post.
Molti di voi, coi quali ormai interagisco da mesi o anni, addirittura, ormai lo sanno. Lo sanno perché mi conoscono, perché ci parliamo spesso, ci scambiamo feedback e opinioni che ci accrescono reciprocamente. Più frequenti qualcuno, più “ti capisci al volo” e la conoscenza si stringe in funzione della compatibilità, della sinergia.
Ecco perché poi, quando inizia una collaborazione con qualcuno, tutto diventa più semplice, naturale. Si lavora in armonia, fino al risultato finale che deve soddisfare ambo le parti.
Per questo motivo, dopo un lungo pellegrinare su questi schermi, ho deciso di non accettare più le richieste di preventivo “a freddo”. Avete presente quelli che ti scrivono in privato con nomi mai sentiti, per i quali ti chiedi “ma come mi avrà contattato” e se provi a chiederglielo ti rispondono con un evasivo “ti ho trovato su LinkedIn tramite contatti comuni”?
Ecco, quelli che ti rispondono così, quasi sempre ti hanno cercato tramite il motore di ricerca interno. Scrivono cose tipo “logo design” (nel mio caso) e, se hai fatto un buon lavoro di SEO interna, è possibile che il tuo nome appaia tra i primi nella lista dei risultati.
Beh, questa gente, su LinkedIn, è il male. E non perché si tratta di persone cattive, ci mancherebbe, ma perché per loro non fa alcuna differenza chi tu sia o cosa ne pensi del lavoro, dei rapporti, delle sinergie. A loro interessa una cosa sola: il prezzo.
Nei mesi estivi mi sono arrivate almeno venti richieste di preventivo a freddo, da gente mai vista e sapete quante sono andate a buon fine?
Zero.
Purtroppo per loro, io non sono il più economico sul mercato, né il più veloce, ne quello che si mette a completa disposizione del cliente o quello che risponde sì ad ogni richiesta, anche alla più assurda.
Il percorso che ho iniziato anni fa qui aveva come obiettivo la creazione di un network e, oggi, posso ritenermi soddisfatto di quanto sta accadendo.
Tuttavia, la mia risposta in privato di qualche giorno fa all’ennesima richiesta assurda
“Mi spiace, non accetto richieste di preventivo a freddo”
che sarà suonata assurda al mio interlocutore, ora ha più senso che mai.
Lunga vita e prosperità.
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