I piloti di Ryanair hanno accettato il taglio dello stipendio imposto dal proprietario della compagnia aerea Michael O’Leary, che aveva minacciato di tagliare 3.500 posti di lavoro se i dipendenti non avessero accettato le misure. O’Leary ha deciso una riduzione del 50% degli stipendi per aprile e maggio e poi l’ha esteso fino alla fine di marzo 2021. E ha detto che il pacchetto di misure, che include il congedo non retribuito per il personale, rappresenta il «minimo per sopravvivere ai prossimi 12 mesi».
Tesla è la casa automobilistica con il maggiore valore di mercato al mondo. A Wall Street ieri i titoli della società che produce auto elettriche sono saliti del 3,5%, per una capitalizzazione di mercato di 207,2 miliardi di dollari, superiore ai 201,9 miliardi di Toyota. Ricorda Eccheli sulla Stampa che «nel corso del 2019 Tesla ha commercializzato solo 367.500 veicoli contro i 10,74 milioni del gruppo Toyota, eppure l’ha superato in capitalizzazione. L’escalation di Tesla è impressionante. Solo a maggio 2020 valeva 141 miliardi. E nell’ultimo anno il titolo è schizzato da 230 a 1.100 dollari. L’andamento delle azioni ha premiato il patron Elon Musk, che si è assicurato un bonus da 700 milioni di dollari. Per dieci anni aveva rinunciato allo stipendio, ottenendo in cambio una gratifica sulla capitalizzazione».
La Vela Verde di Scampia, simbolo di Gomorra, non c’è più. È stata fatta a pezzi dalla pinza della Superlong 980 Demolition, la gru da 130 tonnellate che aveva iniziato il lavoro il 20 febbraio scorso. Dei cinquantamila metri cubi di cemento armato è rimasto in piedi solo un piccolo rudere che sarà abbattuto nei prossimi giorni con l’uso di escavatori più piccoli. Al posto del complesso residenziale costruito tra il 1962 e il 1975 su progetto dell’architetto Francesco De Salvo nascerà un polo universitario.
Karen Parkin, responsabile a livello globale delle risorse umane di Adidas, si è dimessa a seguito delle critiche dei dipendenti della multinazionale sugli squilibri etnici all’interno dell’azienda. A metà giugno il Wall Street Journal aveva raccontato le proteste dei lavoratori neri e ispanici ma Parkin aveva liquidato la questione come «rumore». Le rimostranze avevano cominciato ad avere qualche effetto solo dopo le proteste nate a seguito della morte di George Floyd, durante le quali Adidas, come molte altre aziende, aveva pubblicato sui propri social contenuti a sostegno del movimento Black Lives Matter. A quel punto Adidas ha promesso di investire 120 milioni di dollari negli Usa in iniziative a favore delle comunità nere e ha assicurato che almeno il 30% per cento delle nuove assunzioni saranno di afroamericani o ispanici [il Post]
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