Il Congresso Mondiale delle Famiglie ha creato forti tensioni nel governo. Dal palco di Verona sabato Salvini ha chiarito che la legge 194 non si tocca e ha annunciato una campagna contro le Case famiglia che rallenterebbero le adozioni per questioni di business. Il leader leghista ha anche duramente replicato agli attacchi della parte grillina del governo (Luigi Di Maio aveva bollato il Congresso di Verona come cosa da fanatici in stile medioevo). Ma il vero scontro è stato con Palazzo Chigi: Salvini non ha digerito l’apertura di Conte sullo ius soli e l’ha definita «la più inutile delle discussioni».
Conte ha poi replicato con una nota ufficiale: «I ministri studino le cose prima di parlare o si fa solo confusione». Ieri il premier ha anche richiamato i ministri, chiedendo loro di essere «sobri nelle parole e generosi nelle azioni». Poi, a stemperare il clima, Conte e Salvini hanno postato su Facebook una foto del pomeriggio passato insieme in una villa di Firenze per «lavoro e relax». Scrive il Giornale che, secondo fonti fiorentine, la villa in questione sarebbe Villa Le Piazzole, «una delle storiche ville di Denis Verdini», la cui figlia Francesca è fidanzata del ministro dell’Interno.
««Per andare avanti serve un cambio di passo, non si tratta solo di un chiarimento». Lo stato di crisi endemica in cui ormai vive la maggioranza gialloverde e il governo guidato da Giuseppe Conte è ben descritto in questa frase che Matteo Salvini ripete da giorni e che nella sostanza ha ribadito ieri nell’incontro con il presidente del Consiglio. Lo stato dei rapporti tra i due soci grillo-leghisti è ai minimi termini. Il colloquio tra premier e vicepremier è stato solo un palliativo. Il segretario leghista ne è consapevole. Soprattutto sa di essere a questo punto non il “capitano” ma il “comandante” di questa alleanza nata dieci mesi fa. Il suo peso è cresciuto dal 4 marzo 2018 e ora vuole farlo valere. Vuole essere lui a decidere. Per questo, al di là della propaganda, le porte di una crisi di governo hanno iniziato a materializzarsi. E le chiavi sono nelle mani del ministro dell’Interno. Che vede nelle prossime elezioni europee non solo un test, ma in primo luogo uno spartiacque […] C’è stato un momento nei giorni scorsi che ha segnato un passaggio nelle convinzioni di Salvini. Quando si è tenuta una riunione con l’intera delegazione ministeriale della Lega. E tutti, a cominciare dal sottosegretario Giorgetti, hanno avanzato al segretario una sola richiesta: «Staccare la spina». Non era la prima volta. Ma è stata la prima in cui il capo del Carroccio non ha frenato gli ardori dei suoi ministri» [Tito, Rep].
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