È proprio così come titola il Corriere della Sera “l’incubo” delle domande di cultura generale per i test di Medicina, un vero incubo.
Dopo la maleducazione, ecco l’ignoranza il nostro secondo male. Ci affligge e ci soffoca e modifica completamente il nostro modo di vivere e ragionare, per non parlare dell’enorme influenza che ha nel relazionarsi con gli altri. E così oggi non posso non raccontare un ”fattarello” un “esipodio” come direbbe il grande Totò che la dice lunga sul declino di una società che vota su una piattaforma virtuale ed è sempre più lontana dalla cultura e dal sapere.
Qualche giorno fa mi trovavo con cinque bambine e un’adolescente a chiacchierare sulla spiaggia, bagnate e stanche, speravano che io mi inventassi un argomento che le facesse rilassare e magari sognare. Sul mio lettino, come consuetudine, c’era un libro, un romanzo giallo, difficile da leggere ma molto intrigante, mille domande le loro e mille le mie risposte.
Un lampo di genio, non un colpo di sole, e inizio a parlare di una scrittrice straordinaria che mi ha iniziata ai romanzi gialli, mia grande passione da sempre, lei la regina incontrastata Agatha Christie. Aiuto, non è la Ferragni, non è una popstar, non è sui tutorial, ma gli occhi sono a me come se fossi il mago Silvan, sono ipnotizzate. Così mentre il sole batte e il mare si increspa inizio a raccontare “Assassinio sull’Orient Express”, parto dai luoghi, poi passo al mitico Hercule Poirot, e inizio il racconto, con digressioni sulle versioni cinematografiche e i fatti reali che ne ispirarono la trama. I genitori delle pargole, sorpresi dall’interesse delle magnifiche sei fanciulle, dalle domande e dalle riflessioni.
La storia si è dipanata per giorni, ogni giorno un indizio, un dettaglio da memorizzare sino all’arrivo del libro, un’edizione, molto ben fatta, a fumetti del romanzo. Stamattina ascolto radio e TV, leggo i giornali e scopro che tra le domande per i test di medicina una era: ”chi è l’autrice del giallo “Assassinio sull’Orient Express”? Mi sento un po’ strega e poi scoppio di gioia e risate, la cultura generale è ancora un bagaglio, è ancora importante. Molte le reazioni negative a queste domande da parte dei ragazzi che hanno affrontato i test, “ma per favore che ben vengano” gli risponderei.
Lou, Irene, Esther, Elisa, Marta e Matilde avrebbero saputo rispondere, perché hanno saputo ascoltare, hanno fatto domande, si sono appassionate e oggi hanno letto con orgoglio che il test d’ingresso a medicina per loro non sarebbe stato impossibile, e che sono sulla buona strada.
Loro continueranno a leggere, voler sapere, studiare e curiosare, gli adulti da par loro dovrebbero non smettere mai di raccontare, insegnare, parlare e confrontarsi e non annoiarsi mai di rispondere. Sarà banale ma la cultura è il nostro motore, è la nostra linfa vitale, è l’antidoto ai veleni dell’odio e dell’ignoranza, forse, no sicuramente, andrebbe messa al primo posto di molte liste di priorità, nella politica, nei programmi di governo, nelle assemblee dell’ONU e nelle azioni di tutti i giorni.
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