E’ difficile in collettività che da due millenni non hanno dato mai ingresso a pensieri veramente liberi, catturate, come sono state, per secoli di buio, da ideologie assolutistiche, totalitarie e intolleranti (religiose o filosofiche) di consolidata e compatta tradizione, non fare i conti con il Manicheismo e non concepire ogni contrasto d’idee tra esseri umani come un conflitto decisivo e ineludibile tra il Bene e il Male.
E’ altrettanto arduo sceverare il cosiddetto Male dal Bene senza subire la tentazione di cambiare le carte in tavola con ricorso all’ipocrisia e alla menzogna. In altre parole, si può capire che parlare ossessivamente di povertà non significa necessariamente rinunciare, al tempo stesso, ad arricchirsi in maniera, da molti ritenuta addirittura “smodata” (come ha fatto la Chiesa cattolica con lo IOR, il fasto dei luoghi di culto e delle abitazioni per vescovi e cardinali, dimore sontuose e stracolme di opere d’arte, degli abiti sacerdotali e dei paramenti sacri con profusione di ori, di argenti e stoffe damascate di straordinaria opulenza).
Ovvero che denunciare, con Il Capitale di Karl Marx alla mano, lo sfruttamento della forza lavoro può certamente servire allo scopo di minare la società produttiva occidentale ma non impedisce, nel contempo, di pagare a basso costo gli operai nelle fabbriche comuniste per farle crescere smisuratamente, praticando una concorrenza sporca con manufatti di minor costo di quelli europei e nordamericani (come hanno fatto i regimi “proletari”della Russia e della Cina guidati dalle loro ricche Nomenklature).
Ed è, infine, altrettanto difficoltoso in comunità di tale fatta evitare che non sia considerato un segno di ragguardevole modernità, l’aggiornamento della vecchia antitesi, un po’ chiesastica, tra il Diavolo e Dio con il binomio Destra e Sinistra. Del Demonio, infatti, e della sua presenza sul Pianeta si discute sempre meno; dei misfatti del nazi-fascismo e del socialcomunismo, invece, si parla sempre con frequenza invariata.
Nella parte d’Europa che ha generato Hitler, Mussolini, Franco e Salazar e che ha disseminato nel calendario annuale molte ricorrenze per rinnovare l’esecrazione delle masse per tanti delitti (in pubbliche manifestazioni e con bagni di folla), il “crucifige” è contro la Destra, identificata con il fascismo; in questa parte di mondo, l’annientamento del fascismo ha preceduto di molti decenni il crollo (elettorale) del comunismo. Di conseguenza, la Sinistra ha avuto gioco facile ad accaparrarsi nel binomio il posto, per così dire, di Dio, confinando la Destra in quello del Diavolo; negli ex Paesi dell’Est sovietico, le cose sono andate diversamente: il binomio è stato capovolto e la Destra ha indicato il Bene e la Sinistra il Male.
Sfuggire a tale collocazione nella dicotomia è ormai presso che impossibile per ogni forza che si muova nell’agone politico. E le aberrazioni, sul piano della logica e della ragione, sono all’ordine del giorno nelle discussioni in cui si discetta della predetta distinzione. Gli esempi non mancano.
Nell’Unione Europea vi sono cittadini di Paesi-membri che avvertono il disagio di far parte di un’entità sovranazionale che si muove sulle linee di un sistema creditizio divenuto egemone in Occidente (banchieri di Wall Street e della City e funzionari bancari di Bruxelles, un tempo, entrambi, vituperati dalla Sinistra). Il sistema mass-mediatico occidentale si schiera contro di essi e definisce i “sovranisti” (termine usato in tono dispregiativo anche da Alte Autorità dello Stato) come spregevoli uomini politici di Destra, “colpevoli di isolazionismo, di protezionismo economico se non di fascistica autarchia”. C’è da chiedersi: le cose stanno veramente così? La risposta è NO.
In Francia il descritto disagio è proprio non solo di ambienti della Destra (Gollismo e Front National) ma anche di Sinistra (MRC, Movimento per l’indipendenza dell’Europa MIE). In Italia possono essere catalogabili di Destra la Lega, Fratelli d’Italia ma il Movimento Cinque Stelle è certamente molto più vicino alle posizioni della vecchia Sinistra. In Grecia il cosiddetto sovranismo è promosso dalla Coalizione della Sinistra radicale oltre che dalla Destra dei Greci Indipendenti e di Alba dorata. A parte ciò, a proposito dell’Euroscetticismo (altro termine dispregiativo con cui s’indica il sovranismo) la confusione, se mi è concesso il gioco di parole, “regna sovrana”.
E nessuno tenta di fare chiarezza in una materia difficile e insidiosa, pur dopo la presa di posizione di Gran Bretagna e Stati Uniti d’America; posizione che non viene spiegata nelle sue motivazioni più profonde, ma attribuita ai capricci di un “bizzoso” Donald Trump e ai dubbi amletici di una incerta Teresa May. Nessuno dice, in particolare, che quei due grandi Paesi hanno detto molti chiari NO e un altisonante SI nel valutare e giudicare la politica dell’Occidente diretta, per interposte persone, dalle centrali finanziarie. Elenchiamoli:
Passiamo alla parte non insulare delle vecchia Europa. Nessuno illustra le ragioni per le quali se si osa chiedere che a governare l’Unione Europea siano organi politici eletti liberamente dal popolo e non tecnocrati, ciò rappresenta una richiesta di Destra e non di Sinistra. Certo. Si può rilevare che nell’Unione Europea, l’autonomia delle decisioni non è compromessa dall’esistenza di un’Autorità imperiale o coloniale sovraordinata o della Chiesa (non si può, quindi, gridare Al Lupo, Al Lupo!). Si può controbattere, però, che limiti alla sovranità possono essere posti, in senso sostanziale anche se non formale (perché esulano dal campo del diritto e dallo schema giuridico relativo) da posizioni di natura etico religiosa: per esempio un “martellamento” insistente su un preteso dovere di accoglienza degli immigrati incombenti su Paesi di tradizione fideistica cattolica può influire su scelte prettamente politiche (assunte cioè nell’esclusivo interesse della polis). Inoltre: dall’esistenza di un sistema di potere molto condizionante, come quello finanziario delle grandi centrali creditizie può derivare la sostanziale imposizione di un capitalismo monetaristico, rispetto a quello onni-produttivo, che è mantenuto, nell’interesse delle banche, a livello di “zoppìa” permanente, con misure di “austerity”, ostative di ogni sviluppo economico.
Se l’Unione Europea non riesce a realizzare i propri fini e a compiere determinate azioni; se non prova neppure a seguire l’esempio dei due Paesi Anglosassoni nel riscattarsi dall’egemonia finanziaria e nel rifiutare vincoli che non siano posti o scelti dopo adeguate valutazioni politiche ed economiche (nelle sedi “politiche” proprie); se tutto ciò continua ad avvenire… la domanda è: siamo certi che è di Destra invocare una revisione dei trattati ? E ancora: è veramente di Sinistra conservare a ogni costo lo status quo?
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