La corsa al Centro era un termine vincente nella prima Repubblica testimoniata dalla irresistibile successo della Democrazia Cristiana. Nella seconda Repubblica il bipolarismo, e di recente il tripolarismo, hanno trasformato il Centro in una tragica trappola nella quale sono caduti protagonisti grandi e piccoli da Casini a Mastella, da Dini a Monti, a Rutelli, sino ad Alfano, Rotondi, Lupi, Quagliariello, eccetera. In questo cimitero di elefanti che è il Centro nella seconda Repubblica, c’è ancora posto, e Renzi con Italia viva è un buon candidato ad un loculo. Riuscirà il nostro eroe ad evitare che Italia Viva diventi Italia morta?
In questa estate particolarmente calda i colpi di sole si sono susseguiti. Ha cominciato Salvini con un atto di ebbrezza da sondaggi: si era dimenticato che in una Repubblica parlamentare per avere ragione bisognerebbe avere con se’ il 51% del Parlamento, a meno che non si faccia ricorso alla irripetibile Marcia su Roma! Sta chiudendo Renzi, l’altro Matteo, dimentico che per avere ragione in politica ci vogliono ragioni politiche e non chiacchiere da bar dello sport!
Si è aperta così anche in questa legislatura la stagione della transumanza, non dagli altipiani alla pianura in vista dell’inverno, ma nel campo Boario della politica, nella logica dei cosiddetti “responsabili” che salvarono il governo Berlusconi, si sa bene come, ma non si sa perché. Della nuova attuale transumanza di nuovo si sa come e non perchè, se non per il disperato improbabile tentativo di salvare il seggio in un Parlamento numericamente dimagrito. Il mercato delle vacche investe tutta la politica: a sinistra c’è chi si sposta lungo la linea di confine da solo o in gruppo, in apparente auspicabile semplificazione del quadro politico, compreso il colpo di testa di Renzi.
In ogni caso l’avvicinarsi al nuovo potere tranquillizza i migranti. A destra c’è il tentativo di frammentazione del quadro politico nella logica che i cespugli sono angoli di un bosco scomposto dove alzare il prezzo rappresenta il fine primo ed ultimo, da Toti a Rotondi, a Cesa, a Fitto, alle liste civiche degli Enti locali rimaste tali in attesa di un futuro migliore, ai reduci della infelice esperienza di Alfano. E poi c’e’ Calenda che non si capisce dove sta e che vuole!
E a Roma, nel Lazio, negli Enti locali, nei Comuni periferici, nelle Aziende cosa può succedere? Alla Regione la situazione sembra segnata perché l’acquisita ulteriore autorevolezza di Zingaretti sembra orientare in senso unidirezionale ogni spostamento, ossia verso il Governatore e la sua maggioranza, con riserva per qualcuno che raggiungerà Italia Viva. Al Comune invece la debolezza della Sindaca e del suo inesistente Partito romano, creano un pantano senza direzione e destino nel quale, a prescindere dalla transumanza, tutti affondano compresa la Sindaca abbandonata a se stessa con la sua Giunta rabberciata già da tempo, le sue Aziende sotto processo pubblico di fronte alla grande platea dei Romani travolti dalla immondizia, dalle buche stradali, dal verde incolto, dai bilanci in rosso, dalla delinquenza in crescita, dai roghi degli autobus, dai guasti della metropolitana, eccetera, eccetera.
Ahi ! Roma, Roma malata, Roma abbandonata, Roma decaduta, ahi! Quella che fu Roma baciata dal sole e dalla musica, inseguita dal turismo e dalla grande storia. Ahi! Roma delusa finanche dall’ultima ipotesi formulata nel corso della formazione del Governo Conte bis, di una autorità specifica per Roma Capitale nella quale riversare finanziamenti ed iniziative. L’ipotesi è sfumata perché significava mettere il Sindaco sotto tutela? Se si facesse al riguardo un referendum tra i Romani, secondo voi, amici lettori, come andrebbe a finire?
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