Disobbedisco. Cinquecento giorni di rivoluzione. Fiume 1919-1920 di Giordano Bruno Guerri (Mondadori). Paolo Mieli sul Corriere della Sera: «L’impresa di Fiume fu una delle avventure più straordinarie del primo dopoguerra. Per sedici mesi (dal settembre 1919 al dicembre 1920) i “legionari” di Gabriele d’Annunzio occuparono la città adriatica dando vita ad una sorta di anticipazione del Sessantotto. Finché il capo del governo italiano, Giovanni Giolitti, pose fine con la forza a quell’esperienza nel cosiddetto “Natale di sangue”. L’avventura fiumana suggestionò i contemporanei. Benito Mussolini ne trasse ispirazione per la successiva marcia su Roma, ma ebbe, nei confronti del “Vate” e dei suoi seguaci, un atteggiamento ambiguo.
Dal Palazzo del Turismo al Lido di Jesolo (Venezia) riparte il tour dei Thegiornalisti.
Marco Assante su la Repubblica: «L’appuntamento suona un po’ come un evento: Thegiornalisti saranno la prima band italiana in concerto al Circo Massimo, a Roma, il 7 settembre, a conclusione di un tour quasi interamente sold out.
‘White rabbit red rabbit’ al Nuovo Teatro Sanità di Napoli. Mercoledì 27 marzo ore 21:00, in data unica, ‘White rabbit red rabbit’ di Nassim Soleimanpour arriva sul palcoscenico del Nuovo Teatro Sanità di Napoli. Protagonista della quinta tappa del tour teatrale, proposto da 369gradi e che ha coinvolto varie sale di Napoli, è l’attore e regista Riccardo Ciccarelli, volto noto della serie ‘Gomorra’, cresciuto nella scuderia del ntS’.
L’esperimento sociale in forma di spettacolo prevede che l’attore interpreti per un’unica volta, senza regia e senza prove, il testo del drammaturgo iraniano. Sul palcoscenico, una busta sigillata nella quale è contenuto il testo, una sedia, un tavolo, due bicchieri, sono gli unici oggetti concessi all’attore. La prima delle regole imposte dal gioco teatrale, infatti, consiste nella lettura a prima vista del copione da parte dell’interprete che scopre, insieme al pubblico, le parole del testo. Un’altra regola, invece, la devono rispettare i giornalisti, ai quali è chiesto di non scrivere una tradizionale recensione, ma di riportare le impressioni e le riflessioni che la messinscena suggerisce.
Al Vittoria di Roma Gli invisibili di Alessandro Bergonzoni. Katia Ippaso su il Messaggero: «È un invito a guardare in alto, ad ascoltare i suoni più sottili, le forme pulviscolari, che assumono gli ultimi della terra, gli invisibili. “Noi li chiamiamo così ma in realtà siamo noi a non vederli”, precisa Alessandro Bergonzoni
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