C’è grande confusione sotto il cielo di Bruxelles.
Nonostante l’ottimismo e l’unità di facciata, gli interessi contrapposti dei singoli paesi non sono stati certo accantonati e rischiano di far saltare in aria quelle intese sulle strategie anti Covid che avevano fatto parlare di svolta epocale.
Sono due i più recenti segnali di divisioni profonde difficili da superare: il braccio di ferro in atto tra Europarlamento e Consiglio che ha fatto slittare l’approvazione del Recovery Fund e la fuga in avanti della Germania che, in contrasto con le dichiarazioni ufficiali della Commissione Ue, ha annunciato che farà debito di bilancio fino al 2024.
Ma andiamo per ordine.
L’Europarlamento e il Consiglio sono in guerra sul prossimo bilancio pluriennale Ue (2021-2027), una guerra che al momento sembra senza via d’uscita. E finché non c’è un accordo su questo dossier, sette Paesi hanno fatto sapere che non daranno il via libera formale al Recovery Fund. Impedendo di conseguenza la ratifica nei parlamenti nazionali, indispensabile per iniziare l’emissione di bond comunitari con cui finanziare il maxi-piano da 750 miliardi.
Da un lato ci sono Polonia e Ungheria che non vogliono vincolare l’erogazione dei fondi al rispetto dello Stato di diritto, come chiedono gli eurodeputati. Dall’altro ci sono i quattro cosiddetti frugali (Austria, Paesi Bassi, Danimarca e Svezia), sostenuti anche dalla Finlandia, che temono di dover sborsare più soldi e rischiano di veder cancellati i “rebates”, gli sconti di cui godono. Risultato: non hanno firmato l’accordo formale e cosi’ la prima tranche di aiuti del Recovery Fund, prevista per il secondo trimestre del 2021, finirebbe per slittare nella seconda metà del prossimo anno.
L’ambasciatore tedesco, che rappresenta il Consiglio Ue nelle trattative con gli eurodeputati, ha lanciato l’allarme: «Sono estremamente preoccupato perché i negoziati stanno procedendo troppo lentamente. Senza un accordo rapido sul bilancio, rischiamo di ritardare l’adozione del Recovery».
Secondo gli esperti, se non si chiude l’accordo entro metà ottobre, lo slittamento sarà inevitabile. Infatti, senza l’intesa, i paesi ribelli non daranno il via libera necessario per poter iniziare le ratifiche nazionali. Processo che in alcuni Stati potrebbe richiedere diversi mesi.
E veniamo alla Germania che ha annunciato l’abbandono del totem del pareggio di bilancio fino al 2024.
L’annuncio della sospensione è stato dato dal ministro delle Finanze Olaf Scholz durante la conferenza stampa per la presentazione della manovra di bilancio 2021 e il piano finanziario fino al 2024. Alla domanda diretta se ripristenerà la misura del pareggio di bilancio Scholz ha risposto: credo che debbano essere mantenuti e sviluppati i servizi diretti alla nostra comunità e per la nostra società e non messi in discussione” in un momento di crisi come quella generata dal covid-19.
Berlino si appresta a fare nuovo debito per 96 miliardi nel 2021 allo scopo di finanziare ulteriori misure anti crisi. Si tratterebbe del secondo più alto indebitamento dalla seconda Guerra Mondiale, dopo quello della manovra 2020 che ha fatto salire il debito pubblico di 218miliardi.
Sembrerebbe una buona notizia anche per l’Italia che avrebbe l’esempio tedesco per invocare maggiore libertà di azione anche nei prossimi anni.
Ma non e’ affatto detto che sia cosi’ perchè all’Italia tali margini di manovra non sono concessi. E’ quanto sottolinea una lettera formale inviata dal Vice presidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, e dal commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, al Ministro dell’Economia Gualtieri.
Nella lettera, i due esponenti Ue scrivono: “Suggeriamo di mantenere i nostri orientamenti di politica fiscale sotto regolare revisione. Una prima occasione per farlo sarà entro la fine dell’anno, quando la Commissione monitorerà l’andamento del disavanzo e del debito delle amministrazioni pubbliche, sulla base delle sue previsioni d’autunno, e quando discuteremo i pareri sui documenti programmatici di bilancio degli Stati membri della zona euro e le raccomandazioni della zona euro. La Commissione presterà particolare attenzione alla qualità delle misure di bilancio adottate e pianificate per attutire l’impatto della crisi, sostenere la ripresa e rafforzare la resilienza, tenendo conto nel contempo di considerazioni di sostenibilità di bilancio. La valutazione riguarderà anche il possibile impatto delle garanzie fornite dal governo.
Nella primavera del 2021, tenendo conto delle proiezioni macroeconomiche aggiornate, rivaluteremo la situazione e faremo il punto sull’applicazione della clausola di salvaguardia generale“.
Tradotto in altre parole: l’Italia, a causa del suo alto debito pubblico, è sorvegliata speciale e non ha margini di manovra sul debito pubblico che non siano quelli approvati dalla Commissione.
Ad ulteriore dimostrazione che nella Ue, l’autonomia degli Stati non è tutta uguale. La virtuosa Germania decide come e quando vuole, l’Italia indebitata, invece, non se lo può permettere.
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