Al crocevia di tre importanti province divenne famosa a partire dal secolo XVI per i suoi frantoi ipogei, costruiti nella roccia.
Un viaggio per raccontare la storia dell’olivicoltura pugliese e la centenaria leadership nel mercato oleario italiano, che è culminato nell’inaugurazione del museo dell’olio “Molo” e nella presentazione della Guida agli Extravergini 2019, attraverso 548 aziende e 750 oli di qualità. Apre a Torre Santa Susanna (Brindisi) il museo dell’olio.
Grazie al museo, che si trova in parte su un antico frantoio ipogeo, i visitatori potranno ripercorrere e rivivere, attraverso sale multimediali appositamente attrezzate, il ciclo di produzione dell’olio.
“E’ un progetto che punta a sviluppare piani formativi integrati per affrontare le difficoltà e le sfide del mercato, creare un turismo educativo e sostenibile e avere positive ricadute occupazionali”, dice il sindaco di Torre Santa Susanna Michele Saccomanno.
In occasione dell’apertura, anche il convegno dal titolo “La Co(u)ltura dell’olivo nel Mediterraneo, rischi e certezze”,con gli interventi di tecnici ed esperti della Confederazione Italiana Agricoltori, di SlowFood, ospiti della Grecia e del Montenegro; esponenti di Agricoltori Solidarietà e Sviluppo, del Gal Terre del Primitivo e dei Carabinieri Forestali.
AseS e Cia hanno rinnovato l’impegno a svolgere sul territorio iniziative di implementazione di pratiche di agricoltura sociale a favore dei più deboli e hanno confermato la disponibilità a portare avanti un progetto di rinascita di alcuni terreni confiscati alla mafia ed affidati al Comune di Torre Santa Susanna, prevedendo anche la realizzazione di iniziative anti-Xylella.
Cia ha, inoltre, confermato l’impegno a favore degli olivicoltori pugliesi e brindisini in questa particolare fase di congiunture negative – dovuta a calamità naturali e alla emergenza Xylella – evidenziando come iniziative come quelle della Guida agli extravergini presentata da Slow Food non fanno che valorizzare un comparto importantissimo per l’economia territoriale, di fatto smentendo le tendenziose voci che circolano sui mercati internazionali che danno l’olio di oliva pugliese infetto da Xylella. Nulla di più falso, perché il batterio Xylella non attacca le drupe ma bensì la parte legnosa delle piante.
Al crocevia di tre importanti province, Brindisi, Lecce e Taranto, Torre Santa Susanna sorse probabilmente come avamposto e difesa della vicina Oria e ancora oggi rappresenta un luogo strategico di sviluppo di tutta l’area. Torre Santa Susanna divenne famosa a partire dal secolo XVI per i suoi frantoi ipogei, costruiti nella roccia in granai preesistenti. Tre di questi sono conservati in perfette condizioni e visitabili ancora oggi.
“Il Comune di Torre Santa Susanna – aggiunge Saccomanno – è da secoli un luogo simbolo della lavorazione dell’oro verde. Nei suoi frantoi, infatti, veniva lavorato oltre il 60% delle olive di tutta la regione.”
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