Lettera da

Viterbo: un piano nazionale per la ripresa e la resilienza “Next Generation Italia” non ancora soddisfacente per il centro Italia e la Tuscia

di Raimondo Chiricozzi

Da un esame attento del documento PNRR, approvato dal Consiglio dei ministri, rispetto la mobilità traspare una piccola svolta che considera la mobilità ferroviaria prioritaria.  Non si tratta di una inversione completa ad U. E’ solo un inizio che si spera il Parlamento completi nella sua interezza, evitando le spinte che sicuramente verranno messe in atto da aziende private che da sempre privilegiano il trasporto stradale a quello ferroviario.

Infatti, nonostante per la parte ferroviaria sia prevista la spesa di 32 miliardi di euro per realizzare un sistema infrastrutturale sostenibile e colmare il gap Nord-Sud, non realizza ciò che sarebbe auspicabile anche in Italia e cioè che soprattutto il trasporto merci venga tolto dalle strade al fine di ridurre l’inquinamento ambientale.

‘Infrastrutture per una mobilità sostenibile’ è una delle proposte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che risponde alla richiesta dell’Europa di realizzare un sistema infrastrutturale di mobilità moderno e un sistema portuale competitivo e sostenibile.

Per l’attuazione, il Governo ha deciso di aggiungere alle risorse della Next Generation EU, le risorse ordinarie di bilancio e quelle del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2021-2027. Ricordiamo che quest’ultimo fondo è già destinato per almeno l’80% al Sud. Si estende l’Alta Velocità al Sud.

Sono previsti interventi di velocizzazione delle principali linee passeggeri e di incremento della capacità dei trasporti ferroviari per merci, lungo gli assi prioritari del Paese Nord-Sud e afferma solo in linea teorica anche Est-Ovest.

L’Italia per la sua collocazione è un grande Porto disteso nel Mediterraneo e giustamente il PNRR ne prende atto, ma ancora non favorisce a piena lo sviluppo dei corridoi del mediterraneo e in particolare il miglioramento della mobilità trasversale per il raggiungimento dei TEN T attraverso il ferro.  

Il riequilibrio territoriale e lo sviluppo del Mezzogiorno costituiscono una delle priorità decise dalla Commissione europea, insieme con l’empowerment femminile e l’accrescimento delle prospettive occupazionali dei giovani.

Perseguire il riequilibrio territoriale – si legge nel PNRR – significa ridurre i divari territoriali e liberare il potenziale inespresso di sviluppo del Mezzogiorno, massimizzando i progetti volti al perseguimento di questo obiettivo, che vale anche come criterio prioritario di allocazione territoriale degli interventi.

Il piano parla giustamente di riequilibrio territoriale, ma non definisce come si intenda riequilibrare il territorio del Centro Italia e della Tuscia.

Tutto il Piano, lo ripetiamo ancora, è un fatto positivo, poiché può, attuando le direttive europee, ridurre l’impatto della mobilità nell’ambiente. La scelta ferroviaria è ormai inevitabile. Il Piano in parte la considera, spetta al Parlamento completarla, se si vuole veramente il riequilibrio del territorio e creare sviluppo in tutti gli ambiti  territoriali.

Il 14% del totale di 229 €-mld del PNRR è così ripartito: fondi destinati al gruppo FS sono € 28,3 miliardi (per AV e manutenzione stradale 4.0); sommati ai fondi per l’intermodalità e la logistica integrata, di € 3,68 miliardi, danno un totale di 31,98 € mld alle infrastrutture per una mobilità sostenibile.

Essendo la ripartizione, come da tabella che segue, si desume che gran parte dello stanziamento sia stato destinato alla Alta Velocità e troppo poco alla riapertura di ferrovie dismesse o sospese e quindi non si realizza minimamente il riequilibrio di tutto il territorio italiano. 

Non si vedono quindi nel piano quali finanziamenti siano destinati alla  esecuzione dei lavori per il recupero della Ferrovia dei Due Mari nella tratta da Civitavecchia a Orte, non essendo espressa direttamente nei lavori che riguardano l’Italia Centrale cfr pag 98 PNRR.

Il Parlamento potrebbe recuperare questa colpevole dimenticanza e  inserire nel PNRR la Civitavecchia Orte ferroviaria come recupero della funzione principale del collegamento FC2M (Ferrovia Centrale dei due Mari). Ovvero la necessità di disporre della funzionalità completa della Ferrovia Civitavecchia – Ancona da destinare al riequilibrio del Trasporto Collettivo e, in particolare, il riequilibrio del Trasporto Ferroviario sia Merci che Passeggeri al servizio del Centro-Sud per il miglioramento della funzionalità ferroviaria:

1.      Portuale tra Civitavecchia e Ancona con SCHEMA AD H (collegamento centrale dei porti e delle Litoranee ferroviarie)

2.      Dell’area Vasta del Nodo di Roma in particolare anche con la realizzazione della Bretella Corridoio Stradale-ferroviario Ponte Galeria – Pomezia e la ferrovia Passo Corese-Rieti. 

La Giunta regionale del Lazio ha approvato il 5 novembre 2020 la deliberazione di Giunta Dec 61, che  propone le priorità da inserire nel PNRR ed in particolare inserisce nella tabella la linea ferroviaria Civitavecchia Orte come collegamento per il TEN T1.

Il Consiglio regionale del Lazio, inoltre, nel Piano Regionale dei Trasporti inserisce a pieno titolo la riapertura della Civitavecchia Orte come realizzazione della Ferrovia dei Due Mari per congiungere  via ferro il Mar Tirreno-Civitavecchia con il Mar Adriatico-Falconara-Ancona.

Il Consiglio provinciale di Viterbo, nella riunione del 18 gennaio 2021, ha ribadito l’importanza della riapertura della Civitavecchia Capranica Orte o Ferrovia dei Due Mari votando una mozione all’unanimità.

Interessante poi, sarebbe confrontare le cifre ipotizzate in miliardi di euro per le opere del Centro Italia:

Superstrada Orte Civitavecchia ultimi 15 Km         mld        € 0,466
Anello ferroviario di Roma                                   mld        € 0,547
Ferrovia Orte Falconara                                 mld €3,753                            Civitavecchia Capranica Orte   circa 86 Km         mld        € 0,462

Il progetto che stabilisce la cifra di 462 milioni di euro è stato fatto dalla ITALFERR, coofinanziato dalla UE, Regione Lazio, Autorità di sistema portuale centro settentrionale Mar Tirreno e Interporto Centro Italia di Orte . Valutazioni fatte dai tecnici ferroviari del Comitato per la riapertura della Ferrovia Civitavecchia Orte  stabiliscono l’importo massimo di 250 milioni di Euro per il ripristino dell’intera tratta compresa l’elettrificazione).

Se ciò risponde al vero si desume che il progetto fatto dalla ITALFERR è un progetto faraonico. Inoltre possiamo evidenziare che per l’ammodernamento della ex Roma-Pantano da scartamento ridotto a tranvia ordinaria ossia a scartamento tranviario romano (oltre ai previsti 7 anni di lavori con sospensioni del servizio per lunghe tratte di km e nuovi depositi ed elettrificazioni… insomma tutto NUOVO CON GRANDI SPRECHI DI QUEL CHE C’E’ , ha lo stesso ordine di grandezza di 25° milioni di Euro come la ferrovia Civitavecchia Capranica Orte.

E’ evidente comunque quanto sia più costosa la costruzione di strade rispetto le ferrovie, questo prescindendo dal disastro ambientale che il trasporto stradale, soprattutto merci, ha provocato e che continua a proporre. La provincia di Viterbo è inoltre una delle provincie d’Italia che ha il più alto numero di immatricolazioni di vetture private.

Confrontando ancora le bozze del PNRR abbiamo verificato che in quella del  29 dicembre a pag 27 si leggeva nel capitolo “Turismo Lento”:

·        “Descrizione – Si prevede il recupero delle linee ferroviarie storiche e del patrimonio storico FS collegato e la valorizzazione degli itinerari e del relativo patrimonio tangibile e immateriale.”

·        “Cronoprogramma (milestone e target) – Le milestone relative alle Ferrovie sono:

– Selezione di tratte entro 1Quadrimestre 2021;

– Avvio lavori entro 4Quadrimestre 2021.

0.10 miliardi, natura del progetto “investimento”

Ferrovie storiche: Fondazione FS attraverso RFI.

Nella versione ultima del Governo tale capitolo d’investimento è scomparso. Un capitolo di spesa che il Parlamento crediamo debba assicurane il ripristino,  definendolo  in modo chiaro. Come venne fatto nell’allora documento 46 del governo (pagina 11 e 12) anche su sollecitazione del Comitato per la riapertura della Ferrovia Civitavecchia Capranica Orte. In questo venne specificato che il capitolo di spesa A03 denominato “A03 valorizzazione turistica delle ferrovie minori”, oggi “ferrovie storiche” (denominazioni pindariche!) ma che non sono altro che le ferrovie elencate nella legge 128/2017.

E’ bene sia ribadito sempre nelle sedi istituzionali, per evitare tentativi  e il convogliamento dei fondi in altri “rivoli”  anche fuori tale elenco.


Ancora nel documento bozza PNRR si legge che la selezione delle tratte avviene entro il primo quadrimestre del 2021; si chiede quindi, che in sede di approvazione del Parlamento, la selezione sia effettuata sulla base di tre semplici parametri:

1) Presenza o meno di una ferrovia turistica operante nell’ambito regionale. Le regioni che non hanno ancora una ferrovia turistica operante pur avendola in elenco 128/2017 devono avere la priorità.
2) La selezione delle tratte va fatta su base dell’ammaloramento generale e sul danno potenziale di non poter più essere in grado di recuperare manufatti e opere ferroviarie di rilievo.

3) La selezione va fatta dando la priorità a quelle linee che ancora non sono state oggetto di investimenti come da documento 160 Contratto di programma 2017-2021 MIT-RFI parte investimenti.

In particolare, poi, bisogna richiedere che il fondo venga portato a 0.168 miliardi in modo da poter coprire il 100% del fabbisogno necessario per investimenti immediati e cantierabili. (vedi allegato 2 da tavola “contratto MIT-RFI n.160”)

Tabella 1 ferrovie turistiche

Sopra è evidenziato che i finanziamenti riguardanti le ferrovie vanno in gran parte all’AV ed in maniera ridottissima alle ferrovie regionali e nulla alle ferrovie turistiche,  non inserite nel piano e questo chiaramente favorisce il mantenimento del trasporto stradale: “Se non si riaprono le ferrovie abbandonate o sospese continuerà il trasporto stradale a discapito dei piccoli paesi,  a discapito del riequilibrio del territorio e dello sviluppo, a discapito dell’ambiente e della salute”

Nonostante che il disastro ambientale indichi chiaramente la priorità del ritorno alla mobilità ferroviaria, continuano le scelte che favoriscono le strade ed in particolare per quanto riguarda la ferrovia Civitavecchia Capranica Orte continuano gli attacchi e al territorio attraversato, relegato così al sottosviluppo.

Per ultima la localizzazione fatta dalla Sogin che individua nel viterbese ben n  22  siti idonei alla creazione del deposito unico nazionale per le scorie nucleari e radioattive. Uno di questi il n 12 la Sogin addirittura non si accorge di averlo localizzato dove c’è una linea ferroviaria la ex Roma Nord e una linea sospesa dall’esercizio la tratta Capranica Orte della Ferrovia dei DUE Mari e dove il piano dei trasporti della Provincia di Viterbo destina lo snodo per la creazione dell’Anello ferroviario Circumcimina a servizio dei cittadini di metà della Provincia di Viterbo. Circumcimina che potrebbe favorire l’effetto rete ferroviario.

Tutti i Comuni del viterbese, il Bio distretto della Via Amerina, varie associazioni culturali, ambientali e sanitarie. la Provincia di Viterbo, la Regione Lazio hanno fatto pervenire documenti nettamente contrari alla localizzazione del deposito nel viterbese, ma la spada di Damocle è ancora pendente.

Assieme all’Osservatorio regionale dei Trasporti anche il comitato per la riapertura della Ferrovia Civitavecchia Capranica Orte ha espresso decisa contrarietà alla localizzazione dl deposito nazionale n 12 .

Purtroppo per la Civitavecchia Orte non c’è pace.

Tutti affermano la validità di questa ferrovia: per il servizio Merci, poiché collega direttamente il Porto di Civitavecchia all’Interporto Centro Italia di Orte, per il servizio viaggiatori, in particolare in questo momento per la sicurezza dei viaggiatori creando una maggiore offerta e per il servizio turistico essendo compresa nella legge per le ferrovie turistiche 128/2017 e considerato il Porto anche crocieristico di Civitavecchia.

Nonostante sia conclamata l’importanza della tratta ferroviaria, ogni volta che si è vicini alla meta forze oscure la allontanano.

Eppure alla fine la grande evidenza delle ragioni che fanno ritenere indispensabile la Civitavecchia Orte determineranno l’accettazione anche di coloro che hanno remato contro, esclusivamente per altri interessi. I cittadini hanno diritto alla mobilità e al contrario chiedono il riequilibrio e lo sviluppo economico del territorio.

25 gennaio 2021

Raimondo Chiricozzi

11 GENNAIO 2021

Oggetto: ipotesi n° 12 localizzazione Deposito Nazionale in provincia di Viterbo

Il comitato per la riapertura delle Ferrovia Civitavecchia CapranicaSutri Orte ha richiesto all’Osservatorio regionale dei Trasporti di farsi carico dell’invio di un documento alla Giunta regionale che consideri la volontà del comitato per la ferrovia dei due mari e del  territorio contrario all’insediamento di depositi di scorie radioattive, per la presenza di beni architettonici monumenti naturali e per la  vocazione dello stesso al turismo e alla agricoltura di qualità da trasformare in agricoltura biologica.
                                                                                                                                     Raimondo Chiricozzi

DOCUMENTO DEL COMITATO PER LA RIAPERTURA DELLA
FERROVIA CIVITAVECCHIA CAPRANICA SUTRI ORTE

– stante la planimetria prodotta da Sogin a supporto;

– Stanti altresì i “criteri di esclusione” di cui alla Guida tecnica ISPRA n° 29, specificamente al punto“CE13.” che recita:

che siano a distanza inferiore a 1 km da autostrade e strade extraurbane principali e da linee ferroviarie fondamentali e complementari

La distanza da queste vie di comunicazione tiene conto dell’eventuale impatto sul deposito legato a incidenti che coinvolgono trasporti di merci pericolose (gas, liquidi infiammabili, esplosivi, ecc.)?

– Acquisito che l’area dell’ipotesi di localizzazione del sito di cui all’oggetto è  del tutto longitudinalmente attraversata dalla ferrovia “ex Roma Nord” il cui sedime è di proprietà della Regione Lazio e ancora per qualche mese esercitata in gestione da ATAC SpA per poi passare nella seconda metà del c.a. alla gestione infrastrutturale ASTRAL e per l’esercizio alla  CoTraL SpA; 

– Che la stessa area in ipotesi è attraversata tangenzialmente a sud dalla ferrovia Civitavecchia Capranica Orte, in proprietà al Gruppo FS SpA – ricompresa nella L. 128/2017 – per cui, come da recente acquisizione del Gestore Infrastrutture – RFI SpA -, alla stessa si applica la disciplina di cui al Dpr 753/1980, in vista della sua obbligatoria ri-circolazione dei treni;

– Non potendosi escludere che su ferrovie in esercizio o in ripristino, seppur appartenenti alla rete complementare (a prescindere dalla attuale proprietà delle stesse), possano circolare convogli con a bordo merci pericolose, né potendosi escludere la pericolosità del convoglio stesso, se oggetto di incidenti, per la particolarissima “sensibilità” del Deposito in fieri;

– Non essendo ammissibile che un’opera – peraltro localizzabile altrove, ove non sussistano i criteri di esclusione di cui alla suddetta Guida ISPRA – possa condizionare pesantemente il tipo di esercizio da svolgersi sulle predette infrastrutture ferroviarie;

– Stante la perfetta appartenenza del sito di cui all’oggetto al criterio di esclusione richiamato;

– Non potendosi comprendere per quali ragioni Sogin non abbia prestato attenzione alla cartografia IGM allegata, nonché alla mappa satellitare che conferma quanto già noto, né tantomeno alla Programmazione regionale in essere come il  PRMTL adottato dalla Giunta, ovvero alla Normativa nazionale, la citata L. 128/2017,  con riferimento alla ferrovia Civitavecchia Capranica Orte, ovvero allo “stato di cose presente” in quanto alla linea a gestione ATAC “Roma Viterbo”;

Con la presente si chiede alla Giunta Regionale del Lazio:

– Deliberare affinché il sito n° 12 di cui in oggetto sia previamente escluso da quelli di possibile localizzazione del Deposito Nazionale delle scorie radioattive.

– Avviare FORMALMENTE “ad horas” le pratiche di riavvio all’esercizio della tratta Capranica Orte della ferrovia Civitavecchia Orte, tratta interessata dalla eventuale localizzazione e di facile riattivazione, stante la presenza pressoché intatta e completa della infrastruttura, peraltro armata con rotaie UNI 60 in massima parte, al fine di evitare con altri organi istituzionali (Sogin o Ministero Ambiente, ad esempio) possibili fraintendimenti, artatamente possibili allo stato attuale di sospensione all’esercizio della tratta.


COMITATO PER LA RIAPERTURA DELLA FERROVIA CIVITAVECCHIA CAPRANICASUTRI ORTE

TEL 3683065221
email: comitato.ferrovia.civitavecchia.orte@gmail.com 
pec: ferroviadeiduemari@pec.it

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