Non credo che Facebook o Twitter trabocchino per tutti di note e commenti su Craxi e sul film di Amelio. Ma è certo che per molti di noi la cui rete di amici è fatta di persone con vissuto e memoria l’argomento è esploso in questi giorni e ha trovato robusta cornice sui media storici e tradizionali. Quelli televisivi, quelli giornalistici e quelli editoriali.
Di film di richiamo a figure del nostro passato prossimo ve ne è stato più d’uno nel corso degli anni. Quasi sempre si è prodotto un “certo” dibattito. Mai una valanga di questo genere.
Ho portato anch’io il mio coriandolo a questa ventata di parole (e di pensieri) qui, su queste colonne (“I due piatti della bilancia nel giudizio su Craxi. Ripensare è un dovere della storia“), e non torno quindi su argomentazioni comparative, ieri e oggi, meglio o peggio, Italia con la I maiuscola, italia al minimo di reputazione, eccetera.
Prendo però dal format di Twitter il paradigma delle 280 battute (al massimo) per provare e cogliere le ragioni e la portata di questa valanga.
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