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A Washington il gotha italo-americano celebra i suoi successi

Si sono svolti tre giorni di celebrazioni a Washington D.C., dal primo al 3 novembre, per la festa della National Italian American Foundation (Niaf), incluso un evento all’Ambasciata d’Italia.

Per l’occasione di questa 38ma celebrazione annuale (dal 1976 al 1982 ad anni alterni) la Fondazione italo-americana ha organizzato 15 eventi, inclusa la proiezione del documentario “Out of Rushmore’s Shadow” (“Fuori dall’Oblio di Rushmore”) prodotto da Lou Del Bianco, nipote di Luigi Del Bianco, artista dimenticato dalla storia che ha scolpito e rifinito i volti su Mount Rushmore (la montagna nel Sud Dakota scolpita con i busti di quattro presidenti americani). Le celebrazioni hanno anche incluso un “Expo Italiana” con 20 bancarelle di prodotti italiani.

L’affollato tavolo d’onore con i premiati e gli ospiti di riguardo

Il Gala ha registrato un numero record di 1.200 partecipanti, alcuni dei quali arrivati appositamente dall’Italia, come il giornalista Umberto Mucci (di “We The Italians”) ed i dirigenti di Mediaset Italia, che quest’anno celebra il decimo anniversario.

Mediaset Italia è il canale internazionale della Mediaset che trasmette fuori dall’Italia il meglio di Canale 5, Italia 1 e Rete 4.

Tavolo Mediaset Italia (da s. a d.): Dom Serafini (ospite di Mediaset), Licia Paoli (Mediaset), il capitano Alitalia Giampaolo Guerra, Serena Petrecca (Mediaset), Bill Hawkins e la moglie Maria Luisa Rossi Hawkins (inviata TG5), Adrienne Acwag e Acexa De Gennaro, entrambe di Comcast (distributori di Mediaset Italia negli Usa).

Altri partecipanti al Gala Niaf sono arrivati dalla California e, come nel caso di Vincenzo Arcobelli, dal Texas. Prima del Gala si è tenuto un ricevimento con rinfresco, con la separazione tra i partecipanti VIP e quelli non VIP. Questo è stato il primo anno in cui il Gala Niaf si è svolto all’Omni Shoreham Hotel, un enorme complesso a nord del Washington Monument. In precedenza si era tenuto al Marriott (per tre anni) e prima ancora al Washington Hilton.
Cinque i premiati con il Premio Leonardo da Vinci, tra cui Maria Bartiromo, giornalista della FOX, e Richard L. Trumka, presidente del sindacato federale AFL-CIO. Un sesto premio è stato conferito in anteprima ad Armando Varricchio, ambasciatore d’Italia negli Usa. L’ambasciatore è uno dei pochi premiati, nella storia del Niaf, a non essere nato negli Usa.

Tutti i premiati hanno raccontato storie emozionanti dei loro nonni arrivati dall’Italia poveri, soli e discriminati, ma che hanno permesso ai nipoti di diventare ricchi ed importanti.
Quest’anno il Molise è stata la Regione d’Onore ed a rappresentarla è arrivato Donato Toma, presidente della Giunta regionale, che si è dilungato in un discorso interminabile, come ha fatto pure il Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia.

Umberto Mucci con Lou Del Bianco

Il Gala è terminato alle 22:30, con mezz’ora di ritardo rispetto alla tabella di marcia, ma in perfetto orario per il “dopo-Gala” che si è protratto fino al mattino. Tra una pietanza e l’altra, in mezzo ai discorsi di convenienza, si sono esibiti vari cantanti, tra cui i “Tre Siciliani”, con un repertorio di canzoni di Dean Martin. Questi hanno completamente ignorato la figlia di Martin, Deana, che dal palco d’onore cercava di attirare la loro attenzione, mentre hanno finito per ringraziare la Bartiromo.

Molta enfasi è stata data all’impegno della Fondazione per la promozione della lingua e cultura italiana negli Usa, ma come nel caso dell’altra ricca Fondazione italo-americana di New York City, la Columbus Citizens Foundation, Niaf non tende a valorizzare il ruolo dei media italiani negli Usa (come radio, Tv e giornali) come efficaci mezzi di influenza e promozione delle radici italiane.

Entrambe le Fondazioni annoverano tra i loro membri facoltosi italo-americani che, come è avvenuto durante l’asta di beneficenza a fine cena del Gala, sono disposti ad offrire $17.000 per un pacchetto turistico senza battere ciglio, carte di credito alla mano.
Altre importanti associazioni italo-americane, anche se meno ricche delle due Fondazioni, sono i Sons of Italy e Unico.

Mucci: l’Italia deve far sua la figura di Colombo

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Dom Serafini

Domenico (Dom) Serafini, di Giulianova risiede a New York City ed è
il fondatore, editore e direttore del mensile “VideoAge” e del quotidiano fieristico VideoAge Daily", rivolti ai principali mercati televisivi e cinematografici internazionali. Dopo il diploma di perito industriale, a 18 anni va a continuare gli studi negli Usa e, per finanziarsi, dal 1968 al ’78 ha lavorato come freelance per una decina di riviste in Italia e negli Usa; ottenuta la licenza Fcc di operatore radio, lavora come dj per tre stazioni radio e produce programmi televisivi nel Long Island, NY. Nel 1979 viene nominato direttore della rivista “Television/Radio Age International” di New York City e nell’81 fonda il mensile “VideoAge”. Negli anni successivi crea altre riviste in Spagna, Francia e Italia. Dal ’94 e per 10 anni scrive di televisione su “Il Sole 24 Ore”, poi su “Il Corriere Adriatico” e riviste di settore come “Pubblicità Italia”, “Cinema &Video” e “Millecanali”. Attualmente collabora con “Il Messaggero” di Roma, con “L’Italo-Americano” di Los Angeles”, “Il Cittadino Canadese” di Montreal ed é opinionista del quotidiano “AmericaOggi” di New York. Ha pubblicato numerosi volumi principalmente sui temi dei media e delle comunicazioni, tra cui “La Televisione via Internet” nel 1999. Dal 2002 al 2005, è stato consulente del Ministro delle Comunicazioni italiano nel settore audiovisivo e televisivo internazionale.

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