Il piacere dei sensi

Anagrammi, che passione!

A TE PRÌA / TERAPÌA / TI PAREA / ARTE PIA / E PIRATA / PARI A TE / TERAPÌA / RAPÌA TE

«A te prìa / terapìa / ti parea / arte pia / e pirata / pari a te / terapìa / rapìa te» è l’epitaffio di un medico caduto a opera dei suoi stessi rimedi.

Anche l’anagramma, al pari dell’enigma e della sciarada, è una forma di gioco di origini antichissime; sembra che il poeta Licofrone ne sia stato l’inventore alla corte di Tolomeo Filadelfo (III secolo a.C.): dal nome della moglie del re, ARSINOE, egli trasse ERAS ION (violetta di Giunone). Da allora il gioco prospera in maniera floridissima con esempi innumerevoli e di sensazione.

Giuseppe Aldo Rossi, enigmista e studioso di enimmologia, direttore per molti anni della rivista romana “Il Labirinto”, nella sua Storia dell’enigmistica (CEI, Roma, 1971), a proposito dell’anagramma, riporta insieme questa gustosa successione di esempi:

• i latini da UCSOR (‘uxor’, ‘moglie’) ricavarono ‘orcus’ (‘inferno’);

• il poeta fiorentino Giovan Battista Fagiuoli (1660-1742) insistette:

Chi fe’ quell’anagramma puro e schietto
e che da ‘moglie’ ne cavò ‘mi lego’
fu più che sapientissimo soggetto!

• un enigmista più moderno, Alfiere di Re, ribadì:

Il peggior dei mali
è di pigliar moglie.

Il Longobardo, però, rimise in pareggio la tenzone soggiungendo

Ed il pigliar marito,
ti par l’idea miglior?

• incoraggiato da Guidone, che così concluse:

Non pigliar più moglie, mai accettar marito
o cieca umana gente, parmi il miglior partito.

(in questi ultimi esempi, naturalmente, ciascun verso è anagramma del successivo).

Nella moderna enigmistica anche l’anagramma, come gli altri schemi di gioco, costituisce il pretesto per composizioni a più parti (“a enigmi collegati”). Anche al di fuori di tale utilizzazione, però, esso ha sempre continuato a esercitare un suo fascino, quasi di mistero e di magìa; e davvero esistono esempi sorprendenti di frasi anagrammate dette “a senso continuativo”:

il Cireneo scortava = la Veronica e Cristo
l’aldilà misterioso = assillo dei mortali
bibliotecario = beato coi libri
maestro di canto = tormento di casa
il bianco, il rosso e il verde = i brani dell’eroico vessillo
al Casinò di Montecarlo = ci lascian molto denaro

Leggi anche
La sciarada di Papa Mastai
La contrainte dell’enigma

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Raffaele Aragona

Raffaele Aragona (Napoli), ingegnere, ha insegnato Tecnica delle Costruzioni all’Università di Napoli “Federico II”. Giornalista pubblicista, ideatore e promotore dei convegni di caprienigma, è tra i fondatori dell’Oplepo. Per la “Biblioteca Oplepiana” ha scritto La viola del bardo. Piccolo omonimario illustrato (1994) e molti altri lavori in forma collettanea. Autore di Una voce poco fa. Repertorio di vocaboli omonimi della lingua italiana (Zanichelli, 1994), ha curato per le Edizioni Scientifiche Italiane, i volumi: Enigmatica. Per una poietica ludica (1996), Le vertigini del labirinto (2000), La regola è questa (2002), Sillabe di Sibilla (2004), Il doppio (2006), Illusione e seduzione (2010), L’invenzione e la regola (2012). Sono anche a sua cura: Antichi indovinelli napoletani (Tommaso Marotta, 1991, ried. Marotta & Cafiero, 1994), Capri à contrainte (La Conchiglia, 2000), Napoli potenziale (Dante & Descartes, 2007) e il volume Italo Calvino. Percorsi potenziali (Manni, 2008). Ha pubblicato il volumetto Pizza nella collana “Petit Précis de gastronomie italienne” (Éditions du Pétrin, Paris, 2017). È autore di due volumi per le edizioni in riga (2019): Enigmi e dintorni e Sapori della mente. Dizionario di Gastronomia Potenziale. Il suo Oplepiana. Dizionario di letteratura potenziale è pubblicato da Zanichelli (2002).

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