Ognuno ha la propria visione del Coronavirus. Oltre al pericolo della vita, che mi pare per molti passi in secondo piano, c’è chi teme che della paralisi delle attività approfittino le mafie per rafforzarsi e reclutare affiliati. C’è anche chi cerca di nasconderlo perché, tanto prima o poi gli anziani debbono morire e, pazienza, se gli si rubano gli ultimi anni di vita. I nordici approfittano per dileggiare l’Italia e dettare la propria supremazia in Europa. La maggior parte, vuole tornare al lavoro. Mi chiedo cosa succederebbe se scoppiasse una guerra e dovessimo rimuovere i cadaveri e pure le macerie.
Si brancola nel buio, ognuno dice la sua. Qualcuno nella speranza di dare una mano, altri per confondere le idee. C’è chi si diverte in tempo di virus. Non c’è un farmaco né altro antidoto. Altro che vaccino! Non si vede ancora la fine. Ecco perché tanti incoscienti contravvengono le regole. Tanto, le multe si pagheranno nell’aldilà. Per illuderci che c’è un futuro riaprono le librerie, ma vuote di sapere. Come se bastasse scavare un pozzo perché esca il petrolio. Vedo già folle oceaniche che comprano libri inutili e persino dannosi. A scriverli sono gli stessi dei messaggi su Facebook.
L’unica scoperta seria della comunità scientifica sono le mascherine. Finalmente sono arrivate. Senza non si potrebbe andare alla spiaggia. i farmacisti possono specularci, esenti dal reato di aggiotaggio. Riaprono finalmente i negozi di giocattoli e le attività di svago anziché quelle lavorative. Seppure in difficoltà, cerchiamo in qualsiasi modo di far soldi. Olandesi e tedeschi preferiscono la guerra dello spread, non gli Eurobond. Tanto, muoiono gli altri, non gli immortali. Tranne Zaia, che cambia continuamente parere com’è oggi di moda, ci siamo tolti dalle palle quelli che non era niente.
Dovremmo meditare sulla sua personalità e il suo comportamento, sulle gioie e le soddisfazioni che ha provato, sui sacrifici che si è imposto per non calpestare mai nessuno in una società egoista e malevola. Non solo noi giornalisti, ma chiunque. Non lo conoscevo, ma vedendolo spesso in TV sentivo che era un uomo migliore di altri, da prendere a esempio e da imitare. Sempre gentile, leale, corretto, rispettoso. Era un gran signore. Ci lascia con grande anticipo a soli 58 anni. Ma con una lunga scia di ammirazione e rimpianto, come se avessimo perso un familiare. Anzi, un amico.
Sono questi i servizi veramente utili. Dei negozi di giocattoli possiamo fare a meno perché appartengono all’epoca dei nostri antenati. E poi, ormai i pochi bambini che ci sono si divertono solo con lo smartphone. I vestiti, sia per loro che per gli adulti, si acquistano su internet. I negozi più stanno chiusi più guadagnano. Pure la spiaggia fa parte della fase due? Si deve aspettare l’estate per andarci? Sono questi i quesiti di cui si attende risposta. Un tempo erano esaltati e pazzi a uccidere gli anziani nelle case di riposo. Oggi, grazie al Coronavirus e all’idiozia, ci pensano le stesse istituzioni.
Però, ce lo meritavamo. Troppo arroganti, presuntuosi, senza rispetto per gli altri e anche un po’ ladri. Ma seppure non trovassimo un vaccino né un antidoto, prima o poi l’incubo finirà. Questi eventi, come noi, non sono eterni. Nascono e muoiono. Come sono finite la peste, il colera, la spagnola e altri morbi letali, passerà anche il Coronavirus. Non contano i decessi. Solo se diminuiscono i contagi vuol dire che l’epidemia sta finendo. Chissà se ne trarremo un insegnamento. Come saremo dopo? Certo migliori, perché peggio non è possibile. Stavamo già toccando il fondo.
Pare che nell’ultimo conflitto mondiale, durato cinque anni, a Milano siano morte appena duemila persone. Mentre col Coronavirus, in soli due mesi, i decessi sono già undicimila. Una manna per l’INPS che era al collasso, non sapendo come pagare le pensioni. Da un po’ di tempo abbiamo la mania dei figli unici e della longevità. Non è possibile. O l’uno o l’altro. Allora facciamola ogni tanto una guerra, visto che il danno è così esiguo, anziché far morire gli anziani nelle case di riposo a centinaia. La procura indaga. Ma quando si concluderà l’inchiesta, saremo già all’epidemia successiva.
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