Diario Scomodo

Ci crediamo furbi, invece siamo solo imbroglioni e anche stupidi

L’assoluzione dei furbetti del cartellino a Sanremo non invita gli evasori fiscali a redimersi. Anzi, altri li imiteranno con la scusa che le tasse servono a pagare stipendi a chi è autorizzato da una strana sentenza a timbrare in mutande e tornarsene a letto anziché andare al lavoro. Si aspettano con grande curiosità le motivazioni che proviamo a anticipare. Ormai, si sa, chi può ruba. Dai più semplici ai più alti livelli. Persino educatori e pubblici ufficiali. E chi non è a contatto col denaro? Si sente discriminato, un cittadino di serie B. E non sarebbe giusto. Ecco perché ora la legge lo autorizza a rubare qualche ora di lavoro. Equiparare i diritti è un lodevole compito della giustizia.

Vigile timbra cartellino in mutande: assolto.

Si possono capire 470 € per due piatti di spaghetti a turisti giapponesi. Vivono dall’altra parte del mondo e hanno l’aria di non capire. Ma è stupido farne pagare 120 per quattro panini e tre bibite a una famiglia pugliese. Denuncia ai vigili e sputtanamento del locale sui giornali. Ma, poi, non succede nulla. Bar e ristoranti disonesti continuano a prosperare e delinquere, soprattutto a Roma. Sotto qualsiasi governo e giunta comunale, le infrazioni passano in prescrizione. Però, seppure l’Italia non sia un paese serio, ci vengono 50 milioni di turisti ogni anno perché, comunque, ne vale la pena.

Una strada a Giorgio Almirante a Verona, ennesima occasione per litigare e farci del male

Se la via dedicata al leader scomparso mettesse una pietra sul passato, sarebbe benvenuta. Purtroppo non è una pacificazione nazionale, ma un continuo braccio di ferro tra rivali dalle ideologie opposte ma senza alcun progetto. Però, quando fu eletto al Quirinale chi aveva plaudito l’intervento sovietico in Ungheria, che represse nel sangue la rivolta degli studenti socialisti, nessuno protestò. Eppure ci furono migliaia di morti in pochi giorni. Almirante sarebbe il primo a reagire contro chi usa la sua memoria per ravvivare l’odio che cova da un secolo in questo povero paese.

Le dimissioni, da noi auspicate la scorsa settimana, sono il primo gesto da vero politico di Di Maio

Grazie, caro ministro per avere desistito. È così che si comporta un uomo. Spero che questa disastrosa esperienza le abbia insegnato qualcosa. La prima, che non è onesto ambire a un ruolo che non si è in grado di ricoprire. Prima o poi il bluff viene smascherato e si fa una figura di merda. Ora sa quanto sia difficile – anzi impossibile – gestire cialtroni senza futuro che, grazie a lei, hanno acquisito dignità. Sono stati i primi a tradirla. Nell’eventuale riforma elettorale faccia in modo che i parlamentari siano votati dagli elettori, non calati dall’alto o scelti da quattro gatti sulla Rousseau.

Ormai a difendere Amadeus c’è solo Fiorello

Per ridicolizzare le critiche che il mondo politico e musicale gli muovono, lo definisce “uomo cattivo da condannare a morte”. È solo inadeguato per un evento mediatico che attira l’interesse di milioni di italiani. Sarebbe un’occasione per sottolineare la gravità di piaghe che non riusciamo a risolvere e che dovremmo inserire nei programmi scolastici sin dalle elementari. La violenza contro le donne e i più deboli, corruzione e evasione fiscale, ambiente e degrado sociale. Invece, ci fa sapere che il cast sarà formato da attrici bellissime, lo stesso slogan maschilista di Miss Italia.

Dopo quelle della madre, una spallata a Buckingham Palace la dà anche il figlio

Si sta sgretolando la vecchia istituzione inglese, già vacillante per la conquista di diritti umani che non ammettono più privilegi di nascita. Il paese, con la sovranità di una donna così anziana, è in mano ai politici. Né si vede un successore rassicurante. Il fascino e la fiducia che emanava Lady Diana avevano conferito nuove motivazioni al trono. La famiglia reale, però,  non l’apprezzò. Anzi, quando il principe di Galles le preferì un’altra, l’abbandonò alla disperazione. Ecco perché la regina è preoccupata per la rinuncia di Harry, altro macigno che si stacca dalle fondamentadella monarchia.

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Roberto Tumbarello

Roberto Tumbarello, giornalista professionista, laureato in Giurisprudenza, ha tre figli e sei nipoti. Medaglia “pro merito” del Consiglio d’Europa, di cui è stato portavoce in Italia per tanti anni, è esperto in Comunicazione e Diritti umani. È stato redattore e inviato speciale di diversi quotidiani e periodici a vasta tiratura. Ha chiuso la carriera come direttore del “Giornale di Napoli”. Tra le sue ultime pubblicazioni di successo: “Gesù era di destra o di sinistra?” (Sapere 2000, 2009), “Si salvi chi può” (Edizioni Radici, 2012), “O la borsa o la vita” (Armando, 2014), "Viaggio nella vita" (Armando 2017), attualmente in libreria.

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