Ha fatto scalpore ed è diventato un’arma di distrazione di massa, il video del 2015 dal titolo “Il rischio del supervirus”, mandato in onda da Leonardo, rubrica del TG3, Letto oggi genera panico, apprensione e viene utilizzato dalle teorie complottiste che vedono il Covid 19 come un prodotto di laboratori terrestri di ispirazione fantascientifica.
Non intendo usare una parola in più, lo hanno fatto in tanti e lo ha fatto addirittura Nature, una delle più prestigiose riviste scientifiche che ci sia al mondo.
Moondo, da sempre è attento ad una analisi dei fatti che segua i metodi e l’etica della scienza (leggi anche “Coronavirus e Fake News“) ed ha pensato di comparare quello che Leonardo propone al pubblico: modi, toni, tesi e strategia, con quello che c’è scritto sul paper originale pubblicato su “nature medicine” il 09 novembre 2015, a cui il video si ispira e che è accessibile a chiunque voglia verificare di persona, scoprendo qualcosa di strano.
È possibile accedere al paper, alla sua versione finale, alle figure contenute ed alla sua revisione scientifica perché rendere pubblici procedure, analisi, e risultati è scritto nel DNA della scienza, è la sua etica.
La tesi del giornalista di Leonardo: TG della scienza e dell’ambiente, è perfettamente anticipata nel titolo: Supervirus: vale la pena correre il rischio e creare una minaccia?
Perché Super? In che cosa è diverso dagli altri? È un virus modificato in laboratorio per studiare, a seguito della SARS, le possibilità di salti da una specie all’altra: i meccanismi, le proteine, gli adattamenti. Quando si ha un nemico, per poterlo sconfiggere, occorre prima conoscerlo. Questo hanno fatto gli scienziati costruendo un virus a partire da quelli esistenti, rendendo pubblico, come è ovvio, il suo codice genetico attraverso il quale, in futuro e per sempre, se ne possa tracciare il percorso dentro i laboratori. Il paper si conclude con il test dei farmaci e dei vaccini esistenti che si dimostrano poco efficaci contro il nuovo virus. Per questo si studia.
Nessuno mette in dubbio che nei paesi in cui la libertà sia un miraggio gli scienziati possano essere sottoposti a controllo, fatto è che Li Wenliang, un medico cinese di trentaquattro anni, pur sapendo che sarebbe stato imprigionato, ha rivelato al mondo l’esistenza di un possibile contagio Covid 19 prima che questo venisse ufficializzato. Uno scienziato possiede un’etica che deriva dalla sua comunità di intenti e che, in questo caso supera le imposizioni di regime. Il giuramento di Ippocrate guida le coscienze prima che la ragion di stato.
Il servizio di Leonardo cita una moratoria imposta dagli Americani sugli studi di bioingegneria sui virus contrapposta al lavoro dei cinesi che invece continuerebbe imperterrito, il servizio sottintende così quale sia la parte del mondo che potrebbe generare il pericolo. Fermo restando che non provo particolare trasporto dei confronti di nessuno dei due stati, almeno a priori, chiedo a voi, pazienti lettori, di cliccare sulla ricerca originale. Non vi chiedo di leggerla, ma solo di controllare con i vostri occhi l’elenco delle istituzioni di ricerca che hanno collaborato allo studio che il video definisce “cinese”: 6 centri di ricerca Americani tra cui Harvard Medical School (scusate se è poco), 2 centri di ricerca Svizzeri e 2 Cinesi.
Quando la scienza maneggia materiali pericolosi è prassi che il lavoro venga fatto in collaborazione con diversi centri del mondo di paesi che afferiscano a modalità di governo diverse tra loro. La condivisione delle informazioni è l’unica garanzia di tranquillità diceva Falcone a proposito del pool antimafia, nella ricerca scientifica anche.
La scienza esiste solo se esiste dialogo, confronto e verifica indipendente dei dati, dei risultati, delle conclusioni teoriche. Non è un complotto, non è un caso, non è una coincidenza, il governo della scienza lo impone come codice interno alla sua stessa esistenza.
Dove il giornalista abbia preso la notizia della contrapposizione America/Cina francamente non lo so, certo non su questo studio realizzato in comune. Siamo sicuri che si tratti di divulgare una ricerca e non di creare una suggestione a effetto basata su di un pregiudizio? Sarebbe bastato leggere lo studio per arrivare a conclusioni diverse, più vicine alla verità dei fatti, ma forse più lontane dall’audience.
Ancora Leonardo, in chiusura del servizio, propone di valutare il rapporto rischi/benefici come la probabilità che il virus possa infettare la specie uomo se sottratto o usato per altri fini e retoricamente, e si chiede se valga la pena rischiare di avere organismi che possano sfuggire al controllo dei laboratori. Caro Leonardo, se nei laboratori non si fossero conservati virus del vaiolo, al momento della sua recrudescenza non avremmo avuto terapie e nemmeno vaccini.
In ultima analisi non posso non notare che il video è diventato un pezzo delirante della campagna elettorale di Matteo Salvini che sul sentito dire agisce e per sentito dire delibera. Non aggiungo altro perché niente c’invischia di più in mali peggiori che l’adeguarci al costume del volgo, ritenendo ottimo ciò che approva la maggioranza, e il copiare l’esempio dei molti, vivendo non secondo ragione ma secondo la corrente (Seneca).
Consentitemi di gioire a titolo puramente personale. Abbiamo rischiato di trovarci in questa emergenza con il nostro come Ministro dell’Interno. Non lo dico per ragioni di sicurezza, ma per ragioni puramente estetiche. Dopo averlo visto, militare, pompiere, aviatore, poliziotto l’idea che potesse apparire in TV vestito da anestesista mi avrebbe fatto orrore.
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