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De Magistris in TV

In una recente trasmissione televisiva, su rete nazionale, il sindaco di Napoli ha assistito senza alcuna sensibile reazione alle devastazioni prodotte da alcuni facinorosi per le strade della “sua” città, per nulla reattivo alle sollecitazione della conduttrice, tanto da dimostrare chiaramente la distanza che lo separa dalla città che amministra. Una figuraccia che ha ricordato a qualcuno l’immagine dell’imperatore Nerone che suonava la lira mentre l’incendio divampava su Roma.

Il primo cittadino continuava a parlare, senza alcun contraddittorio, di qualcosa che non aveva nulla a che fare con la reale situazione della città, dei suoi problemi, delle sue criticità, continuando a proporsi come un paladino di ingiustizie; del resto è quanto ha fatto e continua a fare in altre analoghe occasioni lasciando sconcertati i cittadini napoletani. Così com’è anche accaduto in una ancóra più recente trasmissione domenicale condotta dal mutevole Giletti, quello stesso Giletti che, da nemico della napoletanità minacciato di denuncia dall’ex magistrato de Magistris, è divenuto un suo compagno di merenda.

Chi vive a Napoli non può non notare come da un po’ di tempo a questa parte sia ormai frequente la presenza di de Magistris in vari talk show nei quali, però, sarebbe giusto che egli riferisse dei veri problemi di Napoli e sarebbe auspicabile, oltre che professionalmente giusto, che i giornalisti gli ponessero domande sull’operato in città, senza estendere il discorso su questioni di rilevanza nazionale che non riguardano le sue attuali funzioni e competenze. È evidente che al Sindaco non andrebbe bene parlare delle conseguenze disastrose di oltre nove anni della sua amministrazione (?); una situazione pessima per la qualità dei servizi, per le generali condizioni di vivibilità e per il distorto impegno in attività che esulano del tutto dall’ordinaria gestione di una città. Questo, però, è un problema di de Magistris che non può condizionare il corretto cómpito del giornalista di turno.

Ed è proprio questo che deve rimproverarsi all’ormai amico Giletti; di non domandare mai nulla a proposito dell’esito di quasi un decennio di amministrazione della città, invitandolo, invece, a polemizzare con De Luca, distraendo così il pubblico da quello che è l’effettivo fallimento della gestione de Magistris, disastroso anche sotto il profilo contabile. Ciò a Giletti non interessa, mentre sarebbe giusto che ne sapessero tutti, non soltanto i napoletani che già ne sanno tanto e sulle proprie spalle.

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Raffaele Aragona

Raffaele Aragona (Napoli), ingegnere, ha insegnato Tecnica delle Costruzioni all’Università di Napoli “Federico II”. Giornalista pubblicista, ideatore e promotore dei convegni di caprienigma, è tra i fondatori dell’Oplepo. Per la “Biblioteca Oplepiana” ha scritto La viola del bardo. Piccolo omonimario illustrato (1994) e molti altri lavori in forma collettanea. Autore di Una voce poco fa. Repertorio di vocaboli omonimi della lingua italiana (Zanichelli, 1994), ha curato per le Edizioni Scientifiche Italiane, i volumi: Enigmatica. Per una poietica ludica (1996), Le vertigini del labirinto (2000), La regola è questa (2002), Sillabe di Sibilla (2004), Il doppio (2006), Illusione e seduzione (2010), L’invenzione e la regola (2012). Sono anche a sua cura: Antichi indovinelli napoletani (Tommaso Marotta, 1991, ried. Marotta & Cafiero, 1994), Capri à contrainte (La Conchiglia, 2000), Napoli potenziale (Dante & Descartes, 2007) e il volume Italo Calvino. Percorsi potenziali (Manni, 2008). Ha pubblicato il volumetto Pizza nella collana “Petit Précis de gastronomie italienne” (Éditions du Pétrin, Paris, 2017). È autore di due volumi per le edizioni in riga (2019): Enigmi e dintorni e Sapori della mente. Dizionario di Gastronomia Potenziale. Il suo Oplepiana. Dizionario di letteratura potenziale è pubblicato da Zanichelli (2002).

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