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Fate: top o flop?

Pochi giorni fa è uscita su Netflix la serie liberamente ispirata alle Winx, il cartone che ha appassionato tutte le bambine dai primi anni 2000 in poi: Fate. I nostri cuori si sono subito riscaldati all’idea di rivivere le storie della nostra infanzia, ma è davvero così?

Fin da quando ci è stato presentato il cast siamo tutti rimasti sorpresi e leggermente delusi dalle scelte della produzione: innanzitutto manca Tecna, che, per quanto sia la meno popolare, riconosciamo tutti essere una presenza importante, soprattutto perché è grazie a lei che le protagoniste riescono sempre a cavarsela. Come se non bastasse non abbiamo Flora; al suo posto troviamo la cugina, Terra, che ha suscitato non pochi malcontenti tra i fan più appassionati. Infine, a combattere contro le ragazze non ci sono le fantastiche e temutissime Trix, che tutti abbiamo amato segretamente, ma una sola fata, Beatrix, che dovrebbe sostituirle.

Inoltre da parte mia una grande delusione c’è stata nel vedere che i personaggi non avevano lo stesso aspetto degli originali. Personalmente ho sempre immaginato una rappresentazione in costume, con trucchi eccentrici, parrucche, vestiti particolari e ALI. Insomma, un Riven con i capelli viola ce lo meritavamo, d’altronde se non li hanno loro i capelli colorati, allora chi?

Purtroppo però non sono solo questi i cambiamenti apportati. Sono molte, infatti, le differenze tra la serie ed il cartone e in merito a questo il pubblico si è nettamente diviso tra chi ha apprezzato il riadattamento e chi rimane fedelmente legato all’originale.

Moltissimi personaggi, secondo me, sono stati rovinati.

Partiamo da Stella, la Winx preferita di quasi tutte le bambine: noi tutti la ricordiamo solare, eccentrica e simpatica, eppure in Fate è completamente l’opposto. Per quanto i produttori abbiano mantenuto il fatto che sia ripetente e che sia erede al trono di Solaria, questa nuova Stella è molto più snob, antipatica e diffidente, anche nei confronti di Bloom, la sua storica migliore amica.

Per non parlare di Riven, il personaggio probabilmente più penalizzato dagli sceneggiatori. Effettivamente il cartone ce lo presenta come un ragazzo freddo, scostante, un po’ scorbutico, che in sé nasconde un cuore tenero, ma con lui la produzione ha decisamente esagerato: nel tentativo di renderlo alternativo e incompreso hanno creato un personaggio eccessivamente volgare, in modo quasi irrealistico (nessuno parla in quel modo) e troppo strafottente.

Oltretutto le coppie sono completamente diverse dalle originali e creano filoni mai esistiti, ma vi lascio scoprire da soli il perché.

Ma parliamo effettivamente di cosa non va nella serie. Ammettiamo di dimenticarci da dove provenga la storia (anche se il titolo è Fate: the Winx saga, quindi immagino che non fosse desiderio dei produttori distaccarsene), nonostante questo sono moltissimi, troppi, i riferimenti ad altre saghe.

Bloom è l’Harry Potter delle fate, anche alla fine. Quando tentano di ricreare una simil battaglia di Hogwarts, manca la Foresta Proibita e la pietra della resurrezione, ma stiamo lì, anche se obiettivamente non c’è paragone, dai.

In alcuni punti la serie sembra una diramazione delle Terrificanti avventure di Sabrina: soft-horror, con colpi di scena inaspettati e passaggi leggermente cruenti.

C’è anche qualcosa di Teen Wolf o Twilight, come ad esempio nella capacità di Musa di assorbire il dolore delle persone… ma questo magari è un piccolo particolare.

Nonostante tutto, la serie non è completamente da bocciare, ho apprezzato molto il personaggio di Terra, per esempio, che inizialmente sembrava essere quello più distante dall’originale, ma che invece le è molto simile, soprattutto caratterialmente. Molto apprezzata anche la scelta di un’attrice curvy, al posto delle solite modelle in cui nessuna di noi si identifica. Anche perché Eliot Salt è perfetta per questo ruolo, sembra cucito su di lei.

Sam, new entry, che dovrebbe un po’ sostituire Helia diciamo, ci piace. Simpatico, carino, dolce…ci siamo tutte innamorate di lui. Interessante anche il fatto che sia stato presentato come una fata e non come uno specialista, il giusto particolare contro la mascolinità tossica di cui avevamo bisogno.

Perciò, nel complesso non la promuovo a pieni voti, ma non è un totale flop; se cercate una serie carina, veloce e per passare tempo ve la consiglio, senza grandi aspettative. Però, cari amici dell’Archery Pictures, di tanti personaggi che potevate tagliare, dovevate scegliere proprio Brandon?

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Ludovica Ricci

18 anni, mi piacciono i film, le mostre, il teatro e le serie tv. Ma soprattutto mi piace assillare le persone con le mie opinioni a riguardo.

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