Sulla gara dell’olio d’oliva per gli indigenti in Italia che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi abbiamo ricevuto la seguente lettera:
Caro Direttore,
abbiamo letto con grande interesse la pubblicazione che il suo giornale ha fatto degli esiti del bando di gara dell’Agea per la fornitura allo Stato di bottiglie di olio extravergine di oliva per la distribuzione gratuita ai poveri. Ci ha riempito il cuore di gioia sapere che nel nostro Paese ci sono – oltre agli agricoltori che coltivano gli alberi d’olivo e i frantoi che fanno l’olio – un nutrito numero di aziende industriali specializzate nell’importare e commercializzare l’olio di altri paesi che con grande generosità sono pronte a rinunciare ai loro profitti per contribuire a questa meritoria opera dello Stato. Purtroppo come sempre accade nel nostro Paese subito sono iniziate le polemiche, ma Le domandiamo, come si fa a nutrire dubbi su una operazione di questo genere: una bottiglia di un litro di olio extravergine a 2,23 o 2,28 euro, prezzo a cui l’olio sarà ceduto allo Stato, è un vero regalo di cui tutti dovremmo ringraziare queste aziende e in particolare quella che ha vinto tutte le quattro gare. E infatti le grandi organizzazioni come la Coldiretti o l’Assitol che rappresentano imprese agricole e aziende olearie non hanno detto una parola.
Al contrario giornalisti e politici sono arrivati al punto di fare illazioni vergognose: qualche parlamentare a perfino chiesto al ministro dell’agricoltura perché per il formaggio e il prosciutto le gare siano state riservate ai prodotti DOP mentre per l’olio è stata fissata una base d’asta con un prezzo al massimo ribasso tale da escludere automaticamente l’offerta di olio prodotto in Italia, il cui prezzo di mercato nel primo trimestre è stato di 3,1 euro al kg.
Ma il ministro Bellanova ha difeso l’operato dell’Agea, ente vigilato dal Suo ministero (che ha bandito la gara) che, diciamo la verità, ha potuto farlo grazie all’Europa che ci ha dato gli 8 milioni di euro per comprare l’olio e quindi non si poteva esclusa nessun olio, bastava che fosse fatto con le olive europee. Subito è insorto qualcuno a dire che in questo modo si è favorito l’olio spagnolo: a parte il fatto che non c’è nulla di male a usare l’olio spagnolo tanto è vero che lo acquistiamo volentieri al supermercato a 2,95, e che comunque è sempre meglio di quello tunisino che secondo i dati ufficiali del governo di Tunisi ha esportato nel 2020 240 mila tonnellate di olio di oliva con prezzi tra 1,64 e 1,86 euro/kg., quotazioni queste che hanno fatto precipitare il mercato dell’olio sulle piazze europee con serie ripercussioni anche sulla prossima campagna olearia in Italia: non è da escludersi che arrivi anche sulle nostre tavole forse a carnevale, quando si usano le maschere, magari truccato da torero spagnolo da parte di un truccatore andaluso…
Comunque per mettere fine a tutte le chiacchiere il ministro ha subito disposto di dare ai produttori dell’olio italiano 20 milioni di euro, non sappiamo come, ma soprattutto i dirigenti dell’Agea hanno tagliato la testa al toro chiedendo all’azienda che ha vinto, in base all’art.95 del codice degli appalti DLGS N.50/2016 che prevede la possibilità per l’amministrazione di annullare la gara in autotutela, la tracciabilità, le fatture e quanto altro previsto dalla norma in modo che non ci siano più dubbi sulla correttezza e trasparenza della fornitura. Ringraziandola per la Sua accoglienza
Un gruppo di affezionati lettori
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