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I politici italiani deludono in Italia, ma eccellono negli Usa

Mentre in Italia i politici a livello nazionale si sono per lo più distinti per la loro incapacità di fronteggiare la crisi economica e sanitaria causata dal COVID-19, negli Usa tre italo-americani si stanno distinguendo a livello nazionale durante questa emergenza per la loro competenza, abilità comunicativa… e per la loro italianità: Andrew Cuomo, governatore dello stato di New York, Gina Raimondo, governatrice dello stato di Rhode Island, e Anthony Fauci, direttore dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive.

I nonni paterni del 79enne Fauci erano siciliani, mentre quelli materni erano campani.
I nonni paterni del 63enne Cuomo erano di Nocera Inferiore e Tramonti (Salerno), mentre quelli materni erano siciliani (il nonno Andrea era originario di Messina).
Della 48enne Raimondo sappiamo solamente che ad emigrare negli Usa erano stati i nonni e di questi, il nonno paterno, Tommaso Raimondo era arrivato da Grazzanise in provincia di Caserta.

Fauci appare (per ora) sempre in televisione a fianco del presidente Usa Donald Trump per rettificare le sue “fuoriuscite” durante le conferenze stampa che apparentemente dovrebbero aggiornare l’opinione pubblica sugli sviluppi della pandemia a livello nazionale, ma principalmente servono per giustificare le lacune della sua amministrazione.
Ultimamente, lo show autocelebrativo di Trump (il “Wall Street Journal” lo ha definito “una perdita di tempo”) è stato eclissato da quello che viene ora chiamato il “Cuomo Show”, l’aggiornamento mattutino del governatore sull’andamento della pandemia nello stato di New York, ripreso dal vivo e trasmesso in tutto il paese, mentre ultimamente le conferenze stampa di Trump vengono riassunte durante i telegiornali serali.

Anthony Fauci

La governatrice Raimondo è salita alla ribalta nazionale quando ha vietato ai residenti dello stato di New York di entrare a Rhode Island per ridurre il contagio, ricevendo sia le ire di Cuomo che le attenzioni del “New York Times”.
Tutti e tre questi italo-americani parlano con un linguaggio schietto e diretto: poco politichese e poca diplomazia, seppur bilancino i rimproveri a Trump con qualche ringraziamento per non perdere il supporto federale da un Presidente che ha fatto della vendetta un’arma pronta a colpire indiscriminatamente.
Prima della pandemia, Raimondo, la prima donna a capo dello stato di Rhode Island, era già conosciuta a livello locale per il suo linguaggio senza peli sulla lingua che inizialmente faceva infuriare alcuni residenti, ma che oggi viene elogiato a tutti i livelli.

Dall’attenzione che questi tre italo-americani ricevono dalla stampa locale e nazionale sembra che possano cambiare il destino delle prossime elezioni presidenziali, specialmente il governatore Cuomo, visto come il vero sfidante di Trump.
Naturalmente ci sono altri leader italo-americani che stanno conducendo le proprie battaglie contro Trump –– come il presidente della Camera, Nancy Pelosi (abruzzese), il sindaco di New York City, Bill De Blasio (campano da parte di madre) ed il sindaco di Los Angeles, Eric Garcetti (il bisnonno Massimo era emigrato in Messico) –– ma questi non sono emersi a livello nazionale con tanta risonanza quanto Cuomo, seppur Garcetti fosse stato considerato come candidato alla vice presidenza all’epoca della campagna presidenziale di Hillary Clinton.

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Dom Serafini

Domenico (Dom) Serafini, di Giulianova risiede a New York City ed è
il fondatore, editore e direttore del mensile “VideoAge” e del quotidiano fieristico VideoAge Daily", rivolti ai principali mercati televisivi e cinematografici internazionali. Dopo il diploma di perito industriale, a 18 anni va a continuare gli studi negli Usa e, per finanziarsi, dal 1968 al ’78 ha lavorato come freelance per una decina di riviste in Italia e negli Usa; ottenuta la licenza Fcc di operatore radio, lavora come dj per tre stazioni radio e produce programmi televisivi nel Long Island, NY. Nel 1979 viene nominato direttore della rivista “Television/Radio Age International” di New York City e nell’81 fonda il mensile “VideoAge”. Negli anni successivi crea altre riviste in Spagna, Francia e Italia. Dal ’94 e per 10 anni scrive di televisione su “Il Sole 24 Ore”, poi su “Il Corriere Adriatico” e riviste di settore come “Pubblicità Italia”, “Cinema &Video” e “Millecanali”. Attualmente collabora con “Il Messaggero” di Roma, con “L’Italo-Americano” di Los Angeles”, “Il Cittadino Canadese” di Montreal ed é opinionista del quotidiano “AmericaOggi” di New York. Ha pubblicato numerosi volumi principalmente sui temi dei media e delle comunicazioni, tra cui “La Televisione via Internet” nel 1999. Dal 2002 al 2005, è stato consulente del Ministro delle Comunicazioni italiano nel settore audiovisivo e televisivo internazionale.

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