In Grecia è nato un bambino con il Dna di tre persone. La madre del bimbo, 32 anni, operata due volte per endometriosi, aveva fatto quattro cicli di fecondazione assistita con esito negativo. Non riuscendo a rimanere incinta ha quindi fatto ricorso alla fecondazione in vitro e i medici, per superare il problema di infertilità, hanno usato una tecnica sperimentata per la fecondazione assistita nei casi di malattie mitocondriali, una tecnica ideata per prevenire specifiche malattie.
Se per i dottori questo è un grosso passo nella storia della medicina, gli esperti ne fanno una questione di etica e si chiedono se sia lecito usare una tecnica nata per prevenire le malattie mitocondriali per contrastare l’infertilità. Per la fecondazione sono stati usati lo sperma del padre, gli ovuli della madre e quelli di un’altra donna. Secondo i medici, il Dna della terza donna non dovrebbe influenzare l’aspetto fisico del neonato. In ogni caso anche con tre Dna il bimbo sta bene, pesa due chili e nove, e presto andrà a casa. Il primo bambino al mondo nato con questa tecnica si chiama Abrahim Hassan, giordano d’origine, è nato in Messico nel 2016 [il Post].
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