Diario di una quarantena

Il momento giusto

Di Angela Fierro

Credo non possa dimenticare come fosse la mia vita prima che tutto questo accadesse.
Ricordo le sensazioni, le emozioni di una quotidianità che la maggior parte delle volte mi stava stretta ma che allo stesso tempo mi rassicurava, mi dava protezione perché conservava, in sé, la genuinità dell’esistenza di ognuno di noi.

Quella realtà continua a vivere dentro di me ma è come se di essa sentissi solo l’eco di quel che è stato: ritornerà prima o poi, ne sono sicura, ma come sarà ritornare a viverla è difficile spiegarlo.
Che sia un pregio o un difetto non so ben dirlo, ma riesco ad adattarmi velocemente a tutte le nuove situazioni, belle o brutte, che colpiscono la mia vita.È forse la speranza in un qualcosa che non mi fa cadere mai cedere nel vedere che tutto intorno cambia e che, inevitabilmente, cambia anche me stessa? O è forse l’assurdità e la rapidità di avvenimenti di questo tipo che non ci fanno rendere conto di cosa realmente sta mutando? Fin quando, però, questo stato di trance potrà persistere?

Per quanto mi riguarda, credo che ci sia una buona dose di entrambe queste sensazioni. Il tempo continua a scorrere e i miei giorni continuano a rincorrersi uno dopo l’altro ma la mia vita è ferma e ciò che mi rimane è l’attesa di tempi migliori. Tutto sembra procedere normalmente, come se niente fosse mai cambiato, ma ogni tanto momenti di lucidità mi colpiscono ed inevitabilmente mi fermo a pensare: come sarà, lì fuori, una volta liberi, mi è ignoto ma come io vorrò prepararmi a questa “nuova esistenza” forse l’ho capito.

Adoro la solitudine, la trovo personalmente risolutiva e terapeutica, sento però la mancanza di una solitudine guadagnata e attesa: spero nel ritorno di momenti come questi perché è grazie ad essi che improvvisamente tutto mi risulta più chiaro. È pur vero che affrontare la vita con delle consapevolezze è più difficile ma non potrà mai essere, almeno per me, più pesante. È da ciò che ne scaturisce tutto il resto: non ho una lista di buoni propositi, non ho mai creduto in quegli elenchi infiniti, e so anche che dire che una volta fuori dalla porta di casa godrò di più della mia vita risulta scontato, ma quante cose abbiamo dato per scontate fino ad un mese fa?

Nel pensare a quale sarà la prima cosa che farò appena potrò varcare la soglia di casa non posso far a meno che pensare al testo di una canzone che da molti anni mi accompagna e che ho sempre trovato confortante, ispiratrice:
“There’s a moment when you finally realize
There’s no way you can change the rolling tide
But I know, yes I know that I’ll be fine.
This time I’m ready to run
Escape from the city and follow the sun [..]
I don’t wanna get lost in the dark of the night
This time I’m ready to run [..]
‘Cause I wanna be free, and I wanna be young
I will never look back, now I’m ready to run”

ovvero:
“C’è un istante in cui finalmente realizzi
che non c’è modo di cambiare la marea
ma so, io lo so, che alla fine starò bene.
Questa volta sono pronto a correre
scappare dalla città e inseguire il sole […]
Non voglio perdermi nel buio della notte
Questa volta sono pronto a correre […]

Perchè voglio essere libero e voglio essere giovane, non guarderò mai più indietro, ora
sono pronto a correre”

Poter correre via verso qualcosa, qualsiasi cosa (che non significa necessariamente fuggire da qualcosa) quando si sa, però, di poter essere svincolati dal resto, è per me la massima espressione di se stessi, della propria libertà ed è il massimo traguardo a cui cerco di tendere nel cammino della vita.

Quindi, quando sarà, correre è quello che farò: correrò verso la natura, perché vederla dalla finestra senza la consapevolezza di essere libera e di goderla a pieno non è lo stesso; correrò verso nuove avventure e verso tutte quelle che mi sono state strappate ingiustamente (nonostante tutti i cambiamenti e le accortezze che ci saranno); correrò verso coloro a cui più voglio bene, coloro che oggi più mi sono lontani; correrò verso le mie paure, i miei rimpianti, verso ciò che ho lasciato in sospeso. Niente sarà mai più abbastanza. E correremo tutti verso la vita che meritiamo di tornare a rivivere.

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