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“Il pugile ragazzo” di Pier Luigi Amata

Il pugile ragazzo” di Pier Luigi Amata, è un romanzo sul valore dell’amicizia (La nave di Teseo 2021). Così come “Il signore della bellezza” (2017), opera prima di Amata, è sul valore della bellezza.  È la storia di Aldo, un affermato chirurgo plastico, molto ricco, con una moglie bellissima. Ma questo quadro idilliaco è troppo stretto per l’animo inquieto di Aldo, che ha avuto una vita movimentata fin da quando, giovane medico in Brasile, si innamora dell’amante di un collega. Rientrato in Italia diventa un professionista di successo, un artista del bisturi che modella i corpi dei suoi pazienti dando forma ai loro sogni di bellezza. Una narrazione serrata, una parabola sull’essenza della bellezza.

Del secondo romanzo è protagonista, Jasper, un ragazzo che vive in un quartiere popolare, sogna di fare il pugile e ama la compagna di liceo Flaminia. Una sera, all’uscita dalla palestra, si ritrova costretto a respingere le avances dell’allenatore di boxe, che l’ha invitato a salire in auto con la scusa di dargli un passaggio. Tempo dopo, alla festa di compleanno di Flaminia, incontra Andrea, compagno di boxe della palestra: è un ragazzo ombroso e sfuggente, ma Jasper sente subito una forte affinità con lui. Andrea si rifà vivo dopo qualche mese. Ma la loro amicizia si stringe definitivamente l’estate successiva, in una vacanza in Grecia. Ma Andrea si separerà dall’amico e, al rientro a Roma, i due si perderanno di vista come spesso accade tra ragazzi. L’ultimo capitolo è la rivelazione. In una lettera.

Esiste ancora l’amicizia nel nostro mondo, nella nostra epoca? Ad una prima osservazione si potrebbe dire di no: il mondo degli affari è dominato dal profitto, la politica dalla competizione per il potere, certamente c’è poco spazio per i rapporti personali. Inoltre l’epoca che viviamo ci impone continui e rapidi mutamenti, sempre più spesso ci capita di salutare un amico dicendogli “Ci rivediamo” e poi sorgono nuovi interessi, nuovi incontri e di quell’amico ci dimentichiamo. Inoltre la parola amicizia assume spesso un significato negativo, per esempio la segnalazione per trovare un posto di lavoro: ti raccomando un amico, l’amicizia come mezzo per passare davanti agli altri.

Leggendo la descrizione che lo scrittore fa del rapporto fra i due ragazzi viene di pensare che essi devono avere delle immagini reciproche simili, non identiche naturalmente, perché se così non fosse non ci sarebbe nulla da scoprire. Jasper si può “innamorare” di Andrea pur sapendo poco di lui, e viceversa ma l’amicizia si manifesta proprio in questo domandarsi chi è l’uno dell’altro e saranno soltanto le ultime pagine del romanzo, una lettera a svelare l’amicizia di Andrea.

Tra i due c’è un feeling, un sentimento che li lega, non sappiamo come è nato, forse in modo superficiale, frequentandosi oppure scambiandosi piccoli favori. Ma questa sarebbe una interpretazione sbagliata, in realtà diventano amici perché insieme si sentono a loro agio e sono portati a esprimere la parte migliore di loro, come nel viaggio in Grecia.

L’amicizia è un incontro. Quando incontriamo un amico, anche dopo molti anni, è come se lo avessimo lasciato un momento prima, riprendiamo a parlarci come se fosse un dialogo interrotto. Intorno a noi tutto è cambiato, sono cambiate le persone, i problemi che abbiamo sono cambiati, ciononostante siamo rimasti amici. Questo è il senso del romanzo di Pier luigi Amata: la storia di un incontro. Ciascuno dei due ragazzi protagonisti della storia segue la sua traiettoria, ma l’amicizia mette insieme i loro destini.

Ha scritto Voltaire “L’amicizia è un tacito contratto fra due persone sensibili e virtuose dico sensibili perché un monaco, un solitario può essere una persona da bene e vivere senza conoscere l’amicizia.  dico virtuose perché i malvagi hanno soltanto dei complici….i principi dei cortigiani, ma solo gli uomini virtuosi hanno amici”.

Se riflettiamo sulla richiesta di amicizia su Facebook ci sembra di essere improvvisamente gli abitanti di un mondo nuovo distante mille miglia da una cultura e uno stile di vita che è la nostra stessa identità. E allora dobbiamo domandarci da dove nasce questo fenomeno, che certamente non accade per caso: è il frutto del concetto stesso di amicizia, perchè l’amicizia è anche una richiesta di attenzione personale e quindi la domanda di amicizia risponde a questo concetto. “Credo si possa dire che l’amicizia è la forma etica dell’amore; essere amico è sempre anche essere più amato di qualcun altro” ha scritto Alberoni.

Nel romanzo di Amata l’amicizia è anche solidarietà: è un tipo di unione che nasce dalla fiducia reciproca che deriva da un’esperienza di vita comune. I due protagonisti del romanzo, i due ragazzi hanno avuto la stessa formazione in quella palestra con quel Mister che, all’inizio del romanzo cerca di fare sesso con Jasper e Jasper ha il sospetto che la stessa cosa sia accaduto al suo amico Andrea e per questo cova un sentimento di vendetta. Ne soffre, hanno combattuto contro un comune nemico: questa è una grande forza, l’amicizia si consolida quando ci si sente sottoposti ad un comune destino. Ha detto lo scrittore: “volevo raccontare la storia di una grande amicizia, di quelle che restano oltre il tempo, oltre la vita. Se fai una cosa per un amico, la fai per il mondo”. Poi ha aggiunto: «La storia che ho scritto non è autobiografica, le vicende narrate non sono accadute a me, ma è anche vero che non avrei saputo esprimere sentimenti e sensazioni che non ho conosciuto”.

Come si coniugano le vicende dei due amici ed in particolare la giovane vita di Jasper con la storia di Aldo il chirurgo plastico del primo romanzo, con l’esperienza dell’autore?  Jasper, come in uno specchio, è l’immagine riflessa dell’autore per cui, nelle prime e ultime pagine del libro, Pier Luigi Amata e Jasper, quarantatre anni dopo le vicende dei due ragazzi amici, si identificano, così come si identifica con lo scrittore il protagonista del “Il signore della bellezza”. In definitiva due romanzi hanno un unico protagonista, lo scrittore stesso.

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Giampaolo Sodano

Artigiano, mastro oleario, giornalista e dirigente d’azienda, Giampaolo Sodano è nato a Roma. Prima di vincere nel 1966 un concorso ed entrare in Rai come funzionario programmi svolge una intensa attività pubblicistica come critico letterario e cinematografico. Nel 1971 è giornalista professionista. Nel 1979 è dirigente d’azienda della RAI. Nel 1983 è eletto deputato al Parlamento. Nel 1987 torna all’attività professionale in RAI ed è nominato vice-presidente e amministratore delegato di Sipra e successivamente direttore di Raidue. Nel 1994 è direttore generale di Sacis e l’anno successivo direttore di APC, direzione acquisti, produzioni e coproduzioni della Rai. Nel 1997 si dimette dalla RAI e diventa direttore di Canale5. Una breve esperienza dopo della quale da vita ad una società di consulenza “Comconsulting” con la quale nel 1999 collabora con il fondo B&S Electra per l’acquisizione della società Eagle Pictures spa di cui diventa presidente. Nel 2001 è eletto vicepresidente di ANICA e Presidente dell’Unidim (Unione Distributori). Dal 2008 al 2014 è vicepresidente di “Sitcom Televisione spa”. E’ stato Presidente di IAA. Sezione italiana (International Advertising Association), Presidente di Cartoons on the bay (Festival internazionale dei cartoni animati) e Presidente degli Incontri Internazionali di Cinema di Sorrento. Ha scritto e pubblicato “Le cose possibili” (Sugarco 1982), “Le coccarde verdemare” (Marsilio 1987), “Nascita di Venere” (Liguori editore 1995). Cambia vita e professione, diventa artigiano dell’olio e nel 1999 acquista un vecchio frantoio a Vetralla. Come mastro oleario si impegna nell’attività associativa assumendo l’incarico prima di vicepresidente e poi direttore dell’Associazione Italiana Frantoiani Oleari (AIFO). Con sua moglie Fabrizia ha pubblicato “Pane e olio. guida ai frantoi artigiani” e “Fuga dalla città”.

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