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La legge di Bilancio come al gioco del Monopoli

Io credo che siamo al ridicolo, ormai la legge di bilancio di cui si discute è ridotta al gioco del Monopoli, che altro si può dire se un Vice Ministro della Repubblica Italiana, l’on. Massimo Garavaglia, leggo una cronaca del Corriere della Sera che dice: “Quali sono le coperture della flat tax (domanda a se stesso), non lo dico altrimenti Di Maio me le ruba”.

Non è un gioco: ne le tasse ne la legge di Bilancio. Sono cose molto serie, che riguardano la vita di milioni di cittadini, di milioni di imprese, insomma riguarda la vita del nostro paese, la vita di tutti i giorni e la prospettiva del nostro futuro. Non può essere trattata in questo modo. Non può dire Garavaglia “noi su questo abbiamo diversi modelli”. Garavaglia ha i modelli per quanto riguarda le tasse degli italiani? “Sceglieremo insieme a Salvini ed agli altri amici per decidere quale è il modello migliore”. Gli altri amici? Il Governo è fatto di dirigenti politici, di uomini di governo, non sono quattro amici al bar! Cos’è questo linguaggio da quattro soldi? Perchè trattare il popolo italiano in questo modo? Perchè è un problema di rispetto dei cittadini, che pagano le tasse e ne pagano anche tante.

E Di Maio che non è da meno risponde: “Beh, anch’io ho la mia legge di Bilancio, che la possiamo fare adesso o tra tre mesi (come se fosse una coperta, tiro di qua, tiro di la, facciamola adesso, no facciamola tra tre mesi…). Se la facciamo tagliando il cuneo fiscale, sono disponibile, persino a farla in deficit (prendendo soldi che non si hanno, cioè facendo un debito), perchè in questo modo si creano centinaia di migliaia di posti di lavoro”. Mi ricorda tanto Berlusconi, ve lo ricordate quando al tavolo di Vespa firmò il contratto con gli italiani promettendo un milione di posti di lavoro? Vogliamo capire che i posti di lavoro non si creano con le manovre di Bilancio? Che i posti di lavoro non si fanno nelle stanze del governo,ma ci vogliono le imprese? E allora il Sig. Di Maio non si riduca ad un Berlusconi in miniatura, non ne ha nemmeno l’intelligenza e la capacità. Il milione di posti di lavoro Berlusconi non li ha mai creati e non sarà certo Di Maio a farli.

Quindi smettiamola di prenderci in giro e facciamo le persone serie. Ecco io farei un richiamo ai Garavaglia ai Di Maio, ai Salvini, vi prego, un po’ più di serietà, non di coraggio, perchè Salvini risponde a Di Maio “per fare queste cose ci vuole coraggio”. No caro Salvini ci vuole intanto serietà, competenza, studio, conoscenza, sapere. Siete una banda di ignoranti, questa è la verità, e vi esprimete come tali.

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Giampaolo Sodano

Artigiano, mastro oleario, giornalista e dirigente d’azienda, Giampaolo Sodano è nato a Roma. Prima di vincere nel 1966 un concorso ed entrare in Rai come funzionario programmi svolge una intensa attività pubblicistica come critico letterario e cinematografico. Nel 1971 è giornalista professionista. Nel 1979 è dirigente d’azienda della RAI. Nel 1983 è eletto deputato al Parlamento. Nel 1987 torna all’attività professionale in RAI ed è nominato vice-presidente e amministratore delegato di Sipra e successivamente direttore di Raidue. Nel 1994 è direttore generale di Sacis e l’anno successivo direttore di APC, direzione acquisti, produzioni e coproduzioni della Rai. Nel 1997 si dimette dalla RAI e diventa direttore di Canale5. Una breve esperienza dopo della quale da vita ad una società di consulenza “Comconsulting” con la quale nel 1999 collabora con il fondo B&S Electra per l’acquisizione della società Eagle Pictures spa di cui diventa presidente. Nel 2001 è eletto vicepresidente di ANICA e Presidente dell’Unidim (Unione Distributori). Dal 2008 al 2014 è vicepresidente di “Sitcom Televisione spa”. E’ stato Presidente di IAA. Sezione italiana (International Advertising Association), Presidente di Cartoons on the bay (Festival internazionale dei cartoni animati) e Presidente degli Incontri Internazionali di Cinema di Sorrento. Ha scritto e pubblicato “Le cose possibili” (Sugarco 1982), “Le coccarde verdemare” (Marsilio 1987), “Nascita di Venere” (Liguori editore 1995). Cambia vita e professione, diventa artigiano dell’olio e nel 1999 acquista un vecchio frantoio a Vetralla. Come mastro oleario si impegna nell’attività associativa assumendo l’incarico prima di vicepresidente e poi direttore dell’Associazione Italiana Frantoiani Oleari (AIFO). Con sua moglie Fabrizia ha pubblicato “Pane e olio. guida ai frantoi artigiani” e “Fuga dalla città”.

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