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La morte di Massimo Bordin

Massimo Bordin (1951-2019). Giornalista. Direttore di Radio Radicale per quasi vent’anni (dal 1991 alle dimissioni del luglio 2010). Il conduttore di Stampa e Regime è morto ieri per una malattia ai polmoni. Fumava parecchio. L’ultima rassegna ai microfoni di Radio Radicale risale al 2 aprile scorso, data in cui è stata pubblicata sul Foglio l’ultima Bordin Line, la rubrica che da anni il giornalista curava per il giornale fondato da Giuliano Ferrara. «Massimo Bordin ha chiesto alla Radio un periodo per curarsi cosa che sta facendo nel massimo riserbo per sua esplicita richiesta», aveva spiegato Roberta Jannuzzi martedì durante la puntata di Stampa e Regime. In sua memoria ieri, dopo l’annuncio della morte, il Requiem di Mozart al posto del normale palinsesto.

ansa.it

Fabrizio Roncone: «Comunista extraparlamentare appena finita la terza media, poi sessantottino generico, movimentista e infine giornalista di rango». Conobbe Pannella nel 1974: «Il primo incontro fu indimenticabile e bizzarro. Era il giorno della vittoria al referendum sul divorzio. Si festeggiava a piazza Navona. Ero con il mio gruppo di allora, che era trotzkista». Nel giorno di Pasqua 2009 litigò violentemente in diretta con il leader radicale. Poi commentò: «Ho sbagliato io. Il conduttore non deve mai perdere le redini del programma. Detto questo, è chiaro che siamo arrivati al capolinea».  Ha definito Pannella «uomo carismatico, onesto, animale politico unico». Da ex trotzkista, polemizzò su Facebook con Antonella Rampino della Stampa: «Il trotzkismo fa parte della tradizione nobile del movimento operaio. E ovviamente, comunque la si pensi, con Renzi non c’entra un cazzo. Uff…». Nel 2009 ha vinto il Premiolino, il premio giornalistico più antico d’Italia. Motivazione: «Da anni ci sveglia ogni mattina con le sue puntuali, professionali e graffianti rassegne stampa, cesellando i fatti con opinioni di rara acutezza libertaria».

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Giorgio Dell'Arti

Nasce a Catania il 4 settembre 1945. Giornalista dal ’69 a Paese sera. Passa a Repubblica nel ’79: inviato, caposervizio, redattore capo, fondatore e direttore per quattro anni del Venerdì, editore del mensile Wimbledon. Dirige l’edizione del lunedì de Il Foglio, è editorialista de La Stampa e La Gazzetta della sport e scrive per Vanity fair e Il Sole 24 ore. Dell’Arti è uno storico di riconosciuta autorevolezza, specializzato in biografie; ha pubblicato (fra gli altri) L’uomo di fiducia (1999), Il giorno prima del Sessantotto (2008) e l’opera enciclopedica Catalogo dei viventi - 7247 italiani notevoli (2008, riedizione de Catalogo dei viventi - 5062 italiani notevoli, 2006). Tra gli ultimi libri si ricordano: Cavour - Vita dell’uomo che fece l’Italia (2011); Francesco. Non abbiate paura delle tenerezza (2013); I nuovi venuti (2014); Moravia. Sono vivo, sono morto (2015); Bibbia pagana (2016).

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