Il 23 giugno 1985 è l’ultimo giorno di Presidenza di Sandro Pertini. Io non ero ancora nata ma mia mamma me lo racconta come un uomo autorevole, intransigente, in grado di riaccendere la fiducia nelle istituzioni grazie alla sua fede nei principi di libertà, democrazia e rispetto delle persone.
Ha combattuto il fascismo, è stato imprigionato, ha lottato portando avanti sempre e comunque i propri ideali mettendo a repentaglio la sua vita. Indro Montanelli lo descrive cosi: “Qualunque cosa egli dica o faccia, odora di pulizia, di lealtà e di sincerità“.
Lui rappresentava lo Stato in tutte le sue sfaccettature. Un Italia unita, pura, consapevole delle sue bellezze, del suo animo irripetibile, un Italia che lottava per crescere senza lasciare indietro nessuno. Un Italia vincitrice ai Mondiali dell’ 82 con un Presidente euforico fra gli spalti che esultava, fiero di essere italiano.
In questi lunghi anni abbiamo perso la fiducia nelle istituzioni, ci siamo smarriti nelle nostre false certezze, abbiamo confuso le nostre essenze con le nostre apparenze. Non sappiamo più lottare veramente per raggiungere un cambiamento comune, ci accontentiamo o combattiamo unicamente per noi stessi calpestando anche il nostro più caro vicino, ci distraiamo con programmi spazzatura preferendo il giudizio alla comprensione.
Non rispettiamo chi ci da la vita. La prosciughiamo, inquiniamo, la sciogliamo, la gettiamo al fuoco distruggendo chiunque la popoli. La chiamiamo Terra ma ne abbiamo completamente perso il contatto.
Qualcosa però è arrivato a stravolgere le nostre vite, destabilizzando la nostra quotidianità, le nostre certezze. Sono trascorsi 29 giorni da quando l’Italia è entrata in guerra, una guerra mai affrontata prima. Una battaglia senza mitra e carri armati, un nemico che si nasconde nell’aria, nelle strette di mano, negli abbracci, nelle risate, nell’amore, un avversario infimo che sfrutta le nostre debolezze per colpirci subdolamente, fino a toglierci il fiato.
Si chiama Coronavirus, un virus respiratorio che dal comune raffreddore può degenerare in polmonite, bronchite, febbre alta, dispnea e chiudere il cerchio in maniera letale e definitiva.
I casi a rischio sono maggiormente le persone anziane, con patologie croniche, con sistemi immunitari indeboliti, ma tutti possono essere contagiati, il virus con le sue forti e spigolose punte a corona non guarda in faccia nessuno, infetta chiunque, con un incubazione stimata di 14 giorni, colpisce, attacca e continua verso il suo obbiettivo.
Il 21 febbraio è stato accertato il primo caso in Italia. Doveva essere una febbre lieve, nulla di preoccupante per noi, gestibile dicevano. In questo preciso momento in cui le mie dita digitano questo testo la stima dei morti è arrivata a 2503 vittime con 31 506 contagi, un numero provvisorio che solo questa sera sarà stravolto.
Il governo italiano ha emanato un decreto #iorestoacasa, limitante, aggressivo, necessario.
Tutti abbiamo l’obbligo di restare a casa. Non esistono corse al parco, scuole aperte, code nei supermercati, strade intasate. Ognuno di noi DEVE RESTARE A CASA per limitare più possibile il contagio. Sono stati stanziati per adesso 25 milioni di euro che andranno a ricoprire la sanità, i lavoratori, il trasporto aereo, l’ istruzione.
Questo è il momento di essere italiani, di ricordarci cosa siamo veramente, cosa eravamo ai tempi di Pertini, l’ amore per la nostra terra, la nostra gente, la nostra economia Made in Italy, la nostra solidarietà che ha portato donazioni cosi generose da parte di privati che mai ci saremo aspettati, il nostro folclore, i nostri sorrisi, la nostra generosità nei momenti peggiori.
Stiamo giocando i nostri mondiali non più su un campo di calcio ma fra le corsie degli ospedali. I nostri giocatori sono infermieri, medici, tutti gli operatori sanitari che senza cambi turno di 90 minuti mettendo a repentaglio anche la loro stessa vita. Stanno combattendo in trincea per l’Italia, per vincere questa inaspettata e mai giocata battaglia e a noi viene solo chiesto di stare a casa, di guardagli le spalle , di sorreggerli emotivamente, di aiutarli con il nostro Made in Italy.
Nella catastrofe ci siamo riscoperti uniti: ragazzi che si offrono volontari per fare la spesa a chi non può uscire perché anziano, che aiutano il comune nelle bonifiche del paese, che si preoccupano di chi hanno accanto e si commuovono facilmente, che cantano a squarciagola sui balconi l’Inno di Mameli, le canzoni di Rino Gaetano, applaudono in silenzio il personale sanitario, trasformano l’ emergenza in una commedia tragicomica che circola nel web e strappa risate alle nostre innaturali giornate.
Il nostro Presidente del Consiglio ha pronunciato una frase che resterà indelebile nei nostri cuori e sarà la testimonianza della nostra vittoria sui libri di scuola:
“RIMANIAMO DISTANTI OGGI PER ABBRACCIARCI PIU’ FORTE DOMANI”.
Qualcosa purtroppo è andato storto, ma insieme riusciremo comunque ad uscirne, con nuove consapevolezze, priorità, rispettando la vita, la natura che ora che l’uomo è inerme, immobile, ella respira, con il desiderio di abbracciarci e amarci più forte di prima.
#RESTIAMOACASA
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