Diario di una quarantena

La vita di fronte alla morte

Di Nicola Cammarano

29 marzo. Da quasi 4 settimane stiamo combattendo contro il COVID-19.
La situazione accenna a migliorare ma i morti sono più di 10mila, e le infezioni continuano ad essere tante. Siamo ogni giorno messi di fronte alla realtà tragica della morte e non c’è nulla di nuovo.

Il coronavirus ha rimpiazzato le morti di centinaia di migranti nel mediterraneo che cercavano di attraversare il mare per arrivare in Italia o in Grecia: sono morti che quotidianamente facevano notizia sui canali di informazione mainstream, ma che adesso sono scomparse, come per magia.

E allora, se non c’è nulla di nuovo, come mai abbiamo paura? Abbiamo paura perché stavolta la morte tocca la nostra realtà e non la realtà di qualcun altro. Abbiamo paura perché sappiamo che questo morbo può colpirci da un momento all’altro, giovane o vecchio, ricco o povero, buono o cattivo. È solo nella morte che la vita acquista valore. La paura della morte è il motore che ci spinge ad andare avanti. Ma è anche il limite ultimo impostoci dalla natura, quindi ogni secondo, ogni attimo è importante e non bisogna sprecarlo.

Adesso siamo chiusi in casa, privati delle nostre abitudini, delle nostre passioni, di ciò che vogliamo fare: allora questo tempo che passiamo in casa è sprecato? In realtà dipende soltanto da noi. È in momenti come questi che in nostro soccorso arrivano i grandi della letteratura, classica e non.

Orazio dice che raggiunge la perfezione chi sa unire l’utile e il dilettevole. Seneca invece dice che in ogni condizione si può fare in modo di vivere “al massimo”, usando il proprio tempo in modo saggio. Leopardi invece parla della social catena, nella quale tutti gli uomini devono unirsi per fronteggiare insieme la paura della morte.

In ognuno di questi casi l’uomo, di fronte all’ineluttabilità della morte, decide di dare un senso alla propria vita. Il senso della vita dinanzi la morte è questo: prendere le cose così come sono, cercando di esserci sempre, anche se per poco.

Per concludere, non importa come si vive la propria vita. Non importa nemmeno cosa si sceglie di fare della propria vita. L’importante è dare alla vita un senso, sia alla nostra che a quella degli altri. Perché la vita è unica ed insostituibile, ed è l’unico “tempo” nel quale l’uomo è.

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