Il piacere dei sensi

Le definizioni: una questione per studi semiotici

Fu Beniamino Foschini, napoletano illustre e avvocato eminente, a inventare la già citata frase anagrammata:

parole incrociate? = cielo, per carità, no!

Foschini, appassionato enigmista e autore di ottimi lavori “poetici”, certamente intendeva riferirsi alle usuali parole incrociate, quelle dove l’attenzione del solutore (e dell’autore) è rivolta semplicemente a rispettare gli “incroci” e alla difficoltà di trovare la giusta risposta alle definizioni, il più delle volte di tipo nozionistico; un gioco, quindi, senza nessun legame con l’enigmistica. Diverso è il caso dello schema proposto in altra maniera; laddove ciascuna definizione racchiude un vero e proprio enigma. A soluzione trovata è facile apprezzare una serie di definizioni particolarmente azzeccate; né più né meno che «crittografie mnemoniche» all’inverso: data la “definizione”, v’è da cercare un “esposto” che sfrutti il possibile doppio significato dell’espressione di partenza. Così, ad esempio, gli “accumulatori consumati” devono far pensare non a batterie scariche, bensì ad AVARI, incalliti (consumati) conservatori (accumulatori). Gli “incidenti sul campo” non sono incresciosi episodi ma ARATRI, che con il loro vòmere “incidono” il terreno del “campo” da coltivare. Un “salto dal letto” serve a richiamare alla mente non una brusca e se mai dolorosa levataccia, ma la CASCATA che rappresenta, appunto, un improvviso “salto” di quota del “letto” di un fiume.

E così via con le altre espressioni bisenso: renitente alla leva = MACIGNO; compare in ricettazione = ANA; circolo vizioso = BISCA; era presente = TESTE; i più sentiti rallegramenti = RISA; deputata al Parlamento = TRIBUNA; i puri di spirito = ASTEMI; note segrete = CELLE.

Costruite in questa maniera le parole incrociate assumono un aspetto “enigmistico”; la ricerca delle definizioni diventa un lavoro fluido, suggestivo; è una ricerca nel mondo della lingua volta a scoprire affascinanti ambiguità. Una ricerca che, come si è accennato, affascinò anche il linguista lituano Algirdes Julien Greimas (nella foto). Direttore di studi all’École des hautes études en sciènces sociales dal 1965. Scomparso nel febbraio 1992 a Parigi, Greimas estese il suo metodo di analisi semantica a tutte le forme e tutte le manifestazioni del significato affrontando l’analisi di vari sistemi semiotici: i proverbi, il discorso giuridico, quello politico, la narrativa.

Neppure la tecnica cruciverbistica sfuggì, dunque, al suo esame. Egli non si interessò, naturalmente, della “struttura” del gioco, della sua realizzazione attraverso un mosaico di lettere a doppia lettura formale, orizzontale e verticale; egli fu attratto dalle maniere possibili di organizzare le “definizioni”. La ricerca delle definizioni può infatti divenire un lavoro fluido, suggestivo: può diventare una ricerca nel mondo della lingua volta a scoprire sorprendenti ambiguità. È per questo che Greimas dedicò alla “scrittura cruciverbistica” una parte del suo testo Du sens (essais sémiotiques).

Un intero capitolo del volume tratta quello che è l’aspetto definizionale; viene così effettuata una compiuta analisi dei diversi tipi di definizione distinguendo quelle “frastiche” da quelle “sub-frastiche” e da quelle “metalinguistiche” e così via fino a individuare anche una “isotopia semantica” riscontrabile in alcune definizioni, quelle che giocano sui diversi significati delle parole. Greimas sarebbe rimasto certamente ancor di più affascinato a sapere delle eccezionali possibilità offerte in questo senso dalla nostra lingua laddove, ad esempio, un’espressione come “somma riscossa” può definire la rivoluzione, attraverso un totale mutamento morfologico dei termini: “somma” da sostantivo diventa aggettivo, “riscossa” da participio diventa sostantivo.

Quando ciò avviene può anche accadere che il gioco del cruciverba, totalmente arido nella sua apparenza formale, acquisti un elemento che lo ravviva e lo nobilita.

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Raffaele Aragona

Raffaele Aragona (Napoli), ingegnere, ha insegnato Tecnica delle Costruzioni all’Università di Napoli “Federico II”. Giornalista pubblicista, ideatore e promotore dei convegni di caprienigma, è tra i fondatori dell’Oplepo. Per la “Biblioteca Oplepiana” ha scritto La viola del bardo. Piccolo omonimario illustrato (1994) e molti altri lavori in forma collettanea. Autore di Una voce poco fa. Repertorio di vocaboli omonimi della lingua italiana (Zanichelli, 1994), ha curato per le Edizioni Scientifiche Italiane, i volumi: Enigmatica. Per una poietica ludica (1996), Le vertigini del labirinto (2000), La regola è questa (2002), Sillabe di Sibilla (2004), Il doppio (2006), Illusione e seduzione (2010), L’invenzione e la regola (2012). Sono anche a sua cura: Antichi indovinelli napoletani (Tommaso Marotta, 1991, ried. Marotta & Cafiero, 1994), Capri à contrainte (La Conchiglia, 2000), Napoli potenziale (Dante & Descartes, 2007) e il volume Italo Calvino. Percorsi potenziali (Manni, 2008). Ha pubblicato il volumetto Pizza nella collana “Petit Précis de gastronomie italienne” (Éditions du Pétrin, Paris, 2017). È autore di due volumi per le edizioni in riga (2019): Enigmi e dintorni e Sapori della mente. Dizionario di Gastronomia Potenziale. Il suo Oplepiana. Dizionario di letteratura potenziale è pubblicato da Zanichelli (2002).

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