Anche se abbiamo scongiurato la procedura d’infrazione l’economia italiana è e resterà il fanalino di coda dell’Unione europea per i prossimi due anni. Lo dicono i dati dell’Eurostat, l’istituto di statistica della Ue. Il Pil si conferma in aumento di appena lo 0,1 per cento nell’anno in corso e dello 0,7 per cento per il prossimo.
Meglio di noi fanno tutti: dalla Germania che per il 2019 è un gradino sopra di noi con un timido 0,5 per cento e un 1,4 per cento per il 2020, fino a Malta che, sempre per il 2019, si prevede in crescita del 5,3 per cento. In mezzo Francia e Gran Bretagna con un +1,3 per cento, Spagna +2,3 per cento e Grecia +2,1 per cento. La crescita della zona euro resta invariata a +1,2 per cento nel 2019, e si abbassa dal 1,5 al 1,4 per cento nel 2020.
Riguardo all’Italia, specifica la nota: «L’occupazione è salita marginalmente nei primi cinque mesi del 2019 e la disoccupazione è scesa sotto il 10 per cento. Ma la debole attività economica è probabile pesi sul mercato del lavoro come indica il numero in crescita dei lavoratori in cassa integrazione e le aspettative delle imprese sull’occupazione, spiccatamente più basse».
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