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L’olio extravergine di oliva dell’Alto Garda Trentino innova e si rinnova

Tre anni d’indagini geologiche e minuziosi riscontri genetici portati avanti dall’equipe di ricercatori della Fondazione Edmund Mach in sinergia con Agraria Riva del Garda. Possibile garantire analiticamente l’olio del Garda Trentino grazie agli isotopi.

La ricerca che recupera un patrimonio del passato per dare un futuro ancora più prestigioso e inconfondibile all’olio extravergine d’oliva del Garda trentino. Tre anni d’indagini geologiche e minuziosi riscontri genetici portati avanti dall’equipe di ricercatori della Fondazione Edmund Mach in sinergia con Agraria Riva del Garda, cooperativa da tempo impegnata nella ricerca e sviluppo di progetti agricoli, olivocultura in primis. ‘Crediamo negli stimoli che la Fondazione Mach riscontra nella nostre produzioni olearie – ha ribadito il Presidente di Agraria Riva Giorgio Planchestainer in apertura del convegno di stamane al Palacongressi – perché sono dati utili a tutto il comparto agricolo dell’Alto Garda, a disposizione di quanti curano il paesaggio per migliorare la qualità della vita’.

Scegli un olio extravergine di oliva estratto a freddo, parola del mastro oleareo (pixabay.com by caropat)

Il progetto di ricerca “Innovazione e Ricerca per l’Olio Extravergine dell’Alto Garda Trentino” finanziato da Agraria Riva del Garda e dalla Provincia Autonoma di Trento – APIAE è stato condotto in collaborazione tra il Consorzio e la Fondazione Edmund Mach. Nel convegno di oggi sono intervenuti ricercatori del Centro Ricerca e Innovazione e docenti del Centro Agricoltura Alimenti Ambiente (FEM- UniTrento).

Oliveti memorabili, testimoni dell’evoluzione stessa della cultura rurale. ‘Piante archetipi di un territorio inconfondibile, piante che hanno messo radici nel Rinascimento, ancor prima dell’epoca di Leonardo da Vinci – ha esordito Fulvio Mattivi, moderatore dell’evento di stamane. ‘La ricerca ha evidenziato come l’olio della cultivar Casaliva non abbia uguali per tipicità e precisi legami territoriali. Unico e ideale per educare il consumatore a scegliere al meglio, distinguendo certi miscugli d’olio che purtroppo penalizzano qualità e impegno produttivo degli olivicoltori più attenti.’

Impegno supportato proprio dalla ricerca più avanzata. Nelle relazioni presentate dalla Fondazione Mach il ruolo della cultivar Casaliva scandisce l’evoluzione stessa del settore. Stella Grando ha illustrato la ridotta biodiversità delle piante d’ulivo che affiancano la Casaliva, piante indispensabili per l’impollinazione e dunque per ottenere frutti pregni d’olio. ‘È il polline di queste varietà che determina l’unicità e la qualità dell’olio trentino.’

Ricerca genetica e indagini operative. Gino Angeli, altro ricercatore Fem, ha poi illustrato i danni alle colture inferti dalla mosca olearia. ‘Che da un paio di decenni è in graduale aumento, andando a colonizzare oltre che le sponde del lago anche zone più a nord. Situazione che deve allertare non solo gli agricoltori, ma anche quanti accudiscono olivi nei giardini di casa, piante che devono essere adeguatamente protette proprio per non intaccare le olivaie limitrofe.

Ma come confermare l’effettiva provenienza dell’olio extravergine trentino? Attraverso i riscontri analitici sugli isotopi, caratteri strettamente legati alle caratteristiche geografiche e climatiche del Garda. Indagini che – ha spiegato Luana Bontempo che con Federica Camin ha condotto la ricerca coordinata sempre dalla Fondazione Mach – evidenziano come l’olio trentino sia diverso da tutti gli altri. I riscontri scientifici – gli isotopi – possono impedirne la contraffazione a garanzia dell’origine e qualità.

Urska Vrhovsek ha spiegato come il mercato proponga olio d’oliva semplicemente come merce, costringendo i consumatori a subire inconsapevolmente la grande eterogeneità rispetto alla qualità sensoriale e nutrizionale dell’EVO. Lo studio in merito ha messo a confronto 8 oli monovarietali diversi, dimostrando come la Casaliva del Garda Trentino imprima carattere e profili compositivi d’altissimo livello.
Analisi scientifiche per tutelare la produzione e per un mercato sempre più selettivo.

Massimo Fia, direttore di Agraria Riva, ha spiegato come ‘il consumatore pensa che il prezzo dell’olio in offerta sia il vero valore. Noi però liquidiamo ai soci ben 14 euro al chilo e quindi il valore effettivo del nostro EVO supera i 20 euro, perché dietro c’è un impegno nella ricerca e sviluppo, che facciamo proprio per dare identità al territorio dell’Alto Garda.’

Stefano Polacchi, curatore della Guida Olii del Gambero Rosso, ha concluso il convegno ribadendo come i progetti di ricerca e sviluppo attuati in questi anni a Riva del Garda rappresentino ‘l’idea vincente di un’agricoltura moderna che sfida in mercato con arguzia e qualità. Portando reddito agli olivicoltori, che curando l’habitat stimolano i consumatori ad esperienze sensoriali ancora più suggestive. Con l’olio extravergine che non sfrutta il territorio, ma anzi lo qualifica e lo cura.’

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