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«L’Ue complice per la morte di 14.500 migranti». Lo dice una denuncia presentata a L’Aja

L’Ue è stata denunciata per «crimini contro l’umanità» per le politiche migratorie nel Mediterraneo centrale. Funzionari e politici avrebbero creato «consapevolmente la via di migrazione più letale del mondo», con la conseguenza che, tra il 2014 e il 2017, oltre 14.500 persone sono morte. Il documento di 254 pagine, presentato a L’Aja, è stato firmato da Juan Branco, che ha lavorato in passato alla corte penale internazionale, e Omer Shatz, un avvocato israeliano che insegna all’università Sciences Po di Parigi, assieme a un gruppo di avvocati internazionali.

Nella denuncia si fanno i nomi di Matteo Salvini, di Emmanuel Macron e della cancelliera tedesca Angela Merkel ma anche di Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e Marco Minniti. In particolare si legge nel testo che «esternalizzando le pratiche di respingimento dei migranti in fuga dalla Libia, pur conoscendo le conseguenze letali di queste deportazioni diffuse e sistematiche (40mila respingimenti in 3 anni), gli agenti italiani e dell’Ue si sono resi complici di atroci crimini commessi nei campi di detenzione in Libia».

«L’Ue complice per la morte di 14.500 migranti». Lo dice una denuncia presentata a L’Aja (pixabay.com)

Secondo gli avvocati abbandonare Mare Nostrum avrebbe portato a un «più alto numero di vittime». Marta Serafini: «I legali non individuano nel loro documento responsabilità specifiche di singoli politici o funzionari ma citano messaggi diplomatici e commenti di leader nazionali, tra cui Angela Merkel e Emmanuel Macron». L’Ue avrebbe poi collaborato con la guardia costiera libica, per renderla un attore chiave nell’intercettazione e nel respingimento illegale dei migranti. Una decisione che avrebbe permesso agli Stati membri di aggirare il diritto marittimo e internazionale. Ora l’Aja dovrà prima decidere se acquisire la denuncia e poi se avviare un’inchiesta [Cds].

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Giorgio Dell'Arti

Nasce a Catania il 4 settembre 1945. Giornalista dal ’69 a Paese sera. Passa a Repubblica nel ’79: inviato, caposervizio, redattore capo, fondatore e direttore per quattro anni del Venerdì, editore del mensile Wimbledon. Dirige l’edizione del lunedì de Il Foglio, è editorialista de La Stampa e La Gazzetta della sport e scrive per Vanity fair e Il Sole 24 ore. Dell’Arti è uno storico di riconosciuta autorevolezza, specializzato in biografie; ha pubblicato (fra gli altri) L’uomo di fiducia (1999), Il giorno prima del Sessantotto (2008) e l’opera enciclopedica Catalogo dei viventi - 7247 italiani notevoli (2008, riedizione de Catalogo dei viventi - 5062 italiani notevoli, 2006). Tra gli ultimi libri si ricordano: Cavour - Vita dell’uomo che fece l’Italia (2011); Francesco. Non abbiate paura delle tenerezza (2013); I nuovi venuti (2014); Moravia. Sono vivo, sono morto (2015); Bibbia pagana (2016).

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