Di Carro Giuseppe
Nella mia casa ho scoperto nuovi quadri e di straordinaria bellezza.
Le loro cornici sono bianche e le loro tele di colori diversi. Mi chiedo quale artista abbia realizzato opere d’arte tanto perfette: le linee sono nitide, chiare e definite, tanto realistiche da dare l’impressione di poterle attraversare, di poterci entrare dentro.
Un’esperienza da cartoni Disney, da Mary Poppins.
Forse non è uno scherzo dei miei occhi, un sottile e perverso gioco dell’artista, forse è reale.
Quei quadri sono in realtà attraversabili, buchi nei muri, balconi e finestre.
Oggi, offrono sogni, speranze e ricordi.
Un tempo erano vuoti, ma tanto mi hanno concesso e donato in questi giorni.
Ne ho attraversato uno, quanta bellezza vi ho trovato!!! Ma voltato altrove lo sguardo quei quadri sono scomparsi.
Ho visto me stesso, trasandato, i capelli disordinati e vesti sciatte: ero sfigurato.
Quell’immagine nascondeva un qualcosa di straziante, non era la figuara che sono solito vedere, l’immagine curata che ogni mattina creavo, l’immagine da mostrare al mondo. Ma ora la mia figura era il ritratto della solitudine e dell’angoscia.
Così sono corso a cambiarmi, a pettinarmi e a lavare il viso, quindi sono tornato dinanzi a quelle tele.
Ho sorriso di nuovo e il mio animo, più sollevato, mi ha permesso nuovamente di volgere lo sguardo e ammirare quei quadri che affacciano all’esterno e mostrano alberi, monti, case e pianure: ho trovato di nuovo la mia salvezza.
Apollo e Dafne (Ovidio, Metamorfosi, libro I). “Fer pater… opem… qua nimium placui mutando figuram!”.…
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