Alcuni ritengono sia il marchio del produttore, altri quello di chi lo immette nel mercato, altri ancora che la vera garanzia venga dalle indicazioni riportate in etichetta: nessuno sembra invece prestare particolare attenzione alle caratteristiche produttive.
E’ a mio parere un errore: nel mercato del cibo, ormai largamente globalizzato, i marchi hanno rapporti piu’ spesso con la finanza internazionale, che li acquista e li vende, mentre gli ingredienti sono per lo piu’ celati sotto sigle misteriose , tanto piu’ incomprensibili quanto piu’ si tratta di sostanze di dubbio effetto per la salute.
Quanto alle caratteristiche produttive, la vera distinzione non e’ tra produttore e produttore (usano le stesse macchine, gli stessi sistemi di analisi, per la maggior parte gli stessi ingredienti a parita’ di prodotto), ma tra produzione industriale e produzione artigianale, una distinzione sulla quale i consumatori vanno sempre piu’ fissando la loro attenzione, come dimostra la crescente frequenza con la quale i prodotti alimentari piu’ diversi, dalla birra alle patatine fritte, dalla pasta secca al gelato, vengono qualificati come “artigianali” anche quando non sono tali, profittando di una lacuna nelle leggi vigenti che sembra ignorare la fase produttiva.
Questa situazione, che riconosce implicitamente la superiore qualita’ del prodotto artigianale anche da parte dei produttori, merita una presa di consapevolezza del problema da parte del potere pubblico per l’adozione delle misure amministrative e normative sulla individuazione della figura del’artigiano (oggi imprecisa ed equivoca) collegandola alle particolari caratteristiche del relativo processo produttivo. Ad un necessario chiarimento in tal senso e’ rivolto il “Manifesto” che segue.
Difesa del cibo artigianale tradizionale significa difesa della cultura, delle tradizioni, della storia del nostro Paese che si esprimono anche nella cucina, espressione non secondaria della cultura in senso materiale di un popolo. La vera tutela del Made in Italy è anche tutela del cibo artigianale ed insieme dei suoi ingredienti più tipici.
Purtroppo Governo e Parlamento hanno fin qui mostrato, non tanto di ignorare quanto, di voler eludere l’assunzione di precise scelte in proposito e’ stato probabilmente il timore di porre ostacoli alla ripresa industriale a consigliare di attendere tempi migliori per introdurre misure che, secondo potenti pareri ed interessi, potevano recare danni alla produzione industriale. E’ stato un grave errore: il made in Italy compreso il prodotto industriale italiano veramente e non solo perchè prodotto in Italia ma anche in quanto rispettoso delle sue caratteristiche tradizionali, si tutela veramente qualificandolo in base a questa caratteristica, adeguatamente garantita dal potere pubblico.
Il nuovo Parlamento vorra’ tenerne conto? La burocrazia statale, regionale e comunale usciranno da una inerzia (quando non di peggio) per percorrere nuove strade? Staremo a vedere.
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