Pubblichiamo la risposta alla lettera inviata al Direttore di Moondo da Aldo Di Russo dal titolo “Divelte nella notte le pietre di inciampo al Rione Monti a Roma” e pubblicata su Mondo Cultura.
Tra le tante “fregnacce” che circolano sulla rete ce n’è una che accusa gli ebrei di tutte le malefatte possibili, ma soprattutto di essere gli inventori di quei meccanismi della finanza e della economia nazionale e internazionale che ci impoveriscono, dallo spread al debito pubblico. Se non fosse per il fatto che certi governanti di casa nostra e non solo vanno facendo in giro affermazioni non molto dissimili potremmo risolvere il problema con una semplice alzata di spalle. Al contrario, per questa straordinaria coincidenza, abbiamo il dovere di alzare la guardia.
Infatti quello che sta accadendo in Francia ci riguarda almeno quanto quello che succede al confine tra gli Stati Uniti e il Messico, così come i rigurgiti nazisti nella democratica Germania non sono molto diversi da certo sovranismo made in Ungheria o in Turchia. Dobbiamo sfuggire alla tentazione di fare di tutta l’erba un fascio e tuttavia non si può nascondere un certo comun denominatore, una certa corrente di pensiero che attraversa confini e popoli che alimenta intolleranza e violenza.
Un gesto come quello di “profanare” i simboli di un eccidio nasce da questo humus, è il frutto dell’odio per un prossimo con cui non si vuole convivere, è il gesto violento contro la storia che si vuole cancellare perché è la storia dei nostri orrori.
Le pietre d’inciampo prima di essere incastonate sulla strada di via Madonna dei Monti sono impresse nella nostra coscienza e ci ricordano un peccato che non potrà mai essere assolto. Certamente non sarà il gesto di quattro “straccioni” in una notte d’inverno a cancellare la civiltà che abbiamo conquistato.
Abbiamo il compito di non dimenticare, di conservare la memoria di una guerra che nacque e si alimentò di una cultura che è tornata a circolare in occidente. Abbiamo il dovere di diffondere la conoscenza e il sapere, di combattere l’ignoranza e ogni egoismo, in casa nostra e nella comunità in cui viviamo, di essere cittadini e per una cittadinanza consapevole e democratica. Per queste ragioni scriviamo, insieme a te caro Aldo, questo nostro giornale.
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