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Se il PD fosse…

Se il PD fosse un grande partito con la vista lunga, consapevole che questo è il momento di lasciarsi alle spalle gli impacci di ideologie ambigue, di difese di una “ditta” senza piu’ giustificazioni, se fosse dunque un partito che prepara una ampia federazione progressista per lasciare a casa tanto la destra quanto i populisti, ebbene  prima di martedì metterebbe in campo qualcuno  – qualcuno di autorevole e rispettato – per dire che, come il Pd stesso in varie riprese ha detto, che il governo della pandemia ha avuto problemi e insufficienze, che la preparazione del Piano (in prima versione) e’ stata inaccettabile, che le critiche portate in modo serrato nell’ambito della maggioranza da luglio da Matteo Renzi, hanno avuto fondamento e che lo  strattonamento ha  messo in movimento decisioni bloccate. 

Al di la’ di posti e forme, questo passaggio avrebbe un senso etico nel quadro politico che nel 2021 ha una priorità su qualunque altra cosa: non  sbagliare orientamento nel contrasto alla pandemia. Punto e a capo.

Poi si facciano le alleanze possibili, poi ci si schieri a favore e contro  con il coraggio e la coerenza che fin qui non  hanno avuto tutti. 

Ma si smetta di dire agli italiani che gli atteggiamenti critici in guerra con il virus non sono ammissibili e,peggio, che passi lo stalinistico paradigma che chi critica e’ un matto. 

Questa opinione è espressa da chi ha fin qui rivolto più critiche che applausi all’ ex-presidente Renzi.

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Stefano Rolando

Stefano Rolando è nato a Milano nel 1948, dove si è laureato in Scienze Politiche e specializzato alla Scuola di direzione aziendale della Bocconi. Tra vita e lavoro si è da sempre articolato tra Milano e Roma. E' professore universitario, di ruolo dal 2001 all’Università IULM di Milano dopo essere stato dirigente alla Rai e all'Olivetti; direttore generale dell'Istituto Luce, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Consiglio Regionale della Lombardia. Insegna Comunicazione pubblica e politica e Public Branding. Ha scritto molti libri sia su media e comunicazione che di storia, politica e questioni identitarie. Da giovanissimo è stato segretario dei giovani repubblicani a Milano, poi ha partecipato al nuovo corso socialista tra anni settanta e ottanta. Poi a lungo non appartenente. Più di recente ha lavorato sul civismo progressista (Milano e Lombardia) e su un progetto politico post-azionista in relazione al quale è parte della direzione nazionale di Più Europa.

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Tag: PD

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