di Fabrizia Cusani
E’ vero, Napoli sta bene con i suoi colori abbaglianti, il suo mare a volte prepotente a volte dolce, le sue voci gridate e sommesse, i suoi suoni che l’accompagnano imperiosi di giorno, morbidi di notte.
“Napoli sta bene” è una favola scandita dalla voce di un violino che si appropria dei vicoli, dei “vasci”, delle anime perse, degli occhi di Nina. E dell’anima di Alfonso. Abituato al prestigioso palcoscenico del teatro San Carlo, alla grande musica dei concerti, ma anche ad una vita di routine e di solitudine Alfonso ritrova il piacere di suonare per strada per regalare un sottofondo speciale alla vita di tutti i giorni a chi quella musica non la capisce ma la sente. E incontra il talento. Caparbia, scontrosa, giovanissima ma già donna, senza malizia ma determinata, Nina odora il violino e se ne innamora e come ogni primo amore è incompresa da un padre piccolo “capo”, uno “scagnozzo”, che lei chiama in causa per spaventare la banda dei suoi amici e difendere quel signore che suona all’angolo del suo vicolo. Ma la mamma era il suo rifugio, la certezza di essere capita e difesa e allora porta a casa il violinista per farglielo conoscere. E svelarle il desiderio di imparare a suonarlo.
In realtà non era solo un desiderio era la comunicazione a sua madre di una scelta già fatta. L’irruzione di suo padre gela l’ambiente. Il padre è un violento più per ruolo che per animo, dorme con la pistola accanto al letto, inveisce contro le sue donne e scaraventa il violino a terra. Alfonso scappa, impotente e la giornata particolare gli balza avanti agli occhi come in un film: licenziato, solo, impotente si era illuso perdendosi negli occhi di una bambina. No, non pensava all’amore Alfonso ma forse immaginava qualcosa simile ad una famiglia, una ragazzina da crescere e da portare al successo.
Il mare prende il sopravento nel racconto di Sergio Restelli e fa da sottofondo ad una storia scritta con sentimento e leggerezza che si snoda tra contraddizioni e piccoli successi in una Napoli il cui racconto è da favola e come tutte le favole ci sono i buoni e i cattivi, ma alla fine c’è il lieto fine.
L’omaggio di un milanese ad una città “che sta bene”.
(Juppiter Edizioni pag. 157 Euro 14,00 in vendita su Amazon)
Sergio Restelli, milanese, autodidatta partecipa al ’68 milanese poi conosce Claudio Martelli di cui diventa amico e collaboratore. Con Roberto Ciuni partecipa al rilancio del quotidiano Il Mattino, poi contribuisce alla nascita di Reporter. Negli anni ’90 con la fine del PSI si reinventa e si dedica ai viaggi e alla scrittura.
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