La privacy online è fonte di preoccupazione crescente per tantissime persone. Con il costante aumento dei tracker e l’affinamento delle tecniche di tracciamento, molti italiani hanno il timore di essere monitorati.
Queste paure non sono del tutto infondate. Studi recenti hanno infatti rivelato che i dati degli utenti, raccolti dai tracker incorporati in un sito web, possono essere condivisi con un massimo di 70 entità terze distinte.
Ma lasciare che la paura prenda il sopravvento sarebbe sciocco: sono diversi gli step che si possono intraprendere per proteggere la propria identità e i dati preziosi custoditi all’interno dei dispositivi virtuali.
Con questo articolo, vogliamo fornire informazioni complete e aggiornate attraverso una panoramica delle varie forme di tracciamento online, oltre a offrire consigli pratici su come evitare di essere tracciati.
Il tracciamento online avviene principalmente tramite i cosiddetti “tracker”. Nella pratica, può trattarsi di cookie, pixel di tracciamento o altre tecnologie simili. Questi “tracciatori” vengono inseriti nel codice dei siti web: possono fare capo a società pubblicitarie, enti pubblici o altre autorità che effettuano attività di monitoraggio.
In alcuni casi, fra le informazioni tracciate ci possono essere l’indirizzo IP e la posizione geografica dell’utente; in aggiunta, possono essere raccolti e utilizzati tanti altri dati personali.
Google, ad esempio, ha tracker su più della metà di tutto il traffico online. Ciò significa che le abitudini di navigazione di un utente, gli acquisti e persino i clic sugli annunci pubblicitari vengono registrati con grande attenzione.
Queste informazioni vengono poi utilizzate per costruire un profilo dettagliato dell’utente, che può essere utilizzato per mostrare pubblicità mirate o per altri scopi.
I profili creati dai tracker possono essere utilizzati per raggruppare gli utenti e vendere i dati a terzi. Un comportamento che non rappresenta solo una violazione della privacy, ma può mettere anche a rischio i dati personali.
Accordi come “l’Alleanza dei 14 Occhi” possono facilitare la circolazione di queste informazioni: ciò significa che i dati possono essere condivisi tra Paesi con leggi sulla privacy diverse, aumentando ulteriormente i rischi che le info si propaghino in maniera incontrollata.
Diamo ora uno sguardo agli strumenti e ai comportamenti che possono aiutarci a difenderci da questi rischi.
Installa plug-in che bloccano pubblicità e tracker nel tuo browser. Questi strumenti impediscono ai siti web di tracciare la tua attività online e limitano la raccolta di dati.
Motori di ricerca come DuckDuckGo e MetaGer hanno una politica sulla privacy meno “rapace” e garantiscono così una navigazione più anonima, senza tracciare le tue ricerche o la tua attività online.
Una VPN (Virtual Private Network), come NordVPN, cifra la tua attività online e nasconde l’indirizzo IP. Connessioni a server sicuri, come una VPN in Svizzera, possono offrire ulteriore protezione, impedendo al provider di tracciarti e vendere i tuoi dati.
Controlla e modifica regolarmente le impostazioni sulla privacy dei dispositivi e sui tuoi account online. Quando possibile, disattiva le impostazioni di tracciamento.
Piattaforme come Facebook, Google e Netflix spesso svolgono un’intensa attività di tracciamento a fini pubblicitari. Controlla le impostazioni sulla privacy e valuta quali informazioni condividere (e con chi farlo).
Considera l’utilizzo di servizi e-mail sicuri che offrono crittografia end-to-end, come StartMail o ProtonMail, per proteggere le tue comunicazioni virtuali da occhi indiscreti.
Le smart TV e i servizi di streaming raccolgono dati, ad esempio dalla cronologia di visualizzazione e dalle interazioni con gli annunci. Apri le “Impostazioni” dei vari servizi di streaming che usi e decidi con attenzione quali info condividere.
Elimina regolarmente la tua cronologia di ricerca e le attività online, specialmente su Google, per ridurre la quantità di dati che possono essere raccolti su di te.
Partnership with NordVPN.
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