Sfogliando il New York Times

Biden si concentra sulla transizione, mentre Trump si rifiuta di accettare la sconfitta

SFOGLIANDO IL NEW YORK TIMES DEL 9/11/2020

PRIMA PAGINA

–      Preoccupazione per “l’anima di questo paese” ha alimentato la vittoria. In una conversazione con l’allora sindaco di Los Angeles, Eric Garcetti, circa due anni fa, Biden disse che pensava di correre per la presidenza ” per un senso di dovere morale”e aggiunse: “ Sono veramente preoccupato per l’anima di questo paese”. E adesso ha vinto dopo una campagna condotta esattamente negli stessi termini: una crociata patriottica per riprendere il governo da un presidente “velenoso”. Non e’ stata una campagna brillante o audace o originale. Biden ha fatto campagna come una sobria e convenzionale presenza piuttosto che come un araldo del cambio, non un esercizio di vigorosa creativita’ ma una dimostrazione di disciplina e moderazione.

–      Silenzio nel partito repubblicano. I collaboratori del presidente hanno poche speranze. Mentre Biden riceve congratulazioni dai leaders di tutto il mondo, i suoi collaboratori si stanno concentrando sulla transizione che verra’ lanciata oggi con l’annuncio di un gruppo di lavoro per il coronavirus. Ma, piu’ di 24 ore dopo la fine delle elezioni, la maggioranza dei repubblicani non hanno mandato segnali di riconoscimento della vittoria, come si e’ sempre fatto nel passato. Sono rimasti muti e invisibili intorno a Trump che continua a contestare i risultati. Si e’ distinto l’ex presidente Bush che ha chiamato Biden per augurargli buon lavoro. 

–      Ci si concentra adesso sulla Georgia, stato del cambio. Questa settimana l’evoluzione politica degli elettori potrebbe portare a un grande cambio in Georgia, da sempre uno stato fortemente repubblicano: seppur di poco, Biden potrebbe vincere. E anche i due senatori sono ancora sul filo del rasoio, e dovranno rifare le elezioni il 5 gennaio. 

–      I partiti si cimentano con l’evoluzione del voto latino. Biden e’ adesso il presidente eletto e lavorera’ anche per quelli che non l’hanno votato, come ha detto nel suo discorso della vittoria. Ma deve tener presente che Trump, nonostante la sua politica anti-immigrazione, e’ rimasto molto popolare con i latini,  soprattutto cubani, fra i quali ha migliorato la sua posizione rispetto al 2016. 

–       Primo compito della squadra di Biden: un “terrificante” aumento del virus. I casi sorpassano i 10 milioni mentre incombe il brutto tempo. Il ritmo della crescita e’ in aumento e per la prima volta e’ arrivato a una media di 100.000 casi al giorno, piu’ che in qualunque altro paese al mondo. La settimana scorsa ha testato positivo uno per ogni 441 americani, numero stupefacente mai raggiunto prima. 

PAGINE INTERNE

–      Il sistema sanitario in discussione, di nuovo. La Corte Suprema  ridiscutera’  l’argomento domani, con l’appoggio del governo Trump, cercando di distruggere il sistema voluto da Obama, cosiddetto Obamacare.

–      Opzioni economiche di Biden. Se i repubblicani mantengono la maggioranza al senato, il governo Biden puo’ prendere suggerimenti da Trump e agire unilateralmente su certi problemi economici. 

FASCICOLO SPECIALE SULLE ELEZIONI 

–      Titolo in prima pagina, sullo sfondo serale di gente che festeggia: Adesso la nazione guarda avanti. Dopo una giornata di festeggiamenti, Joseph Biden e Kamala Harris si muovono rapidamente verso l’inaugurazione del loro governo il 20 gennaio. Altri titoli dalla prima pagina:

–      Conservatori evangelisti cristiani riflettono su tutto quello che hanno guadagnato sotto l’amministrazione Trump. Un presidente che ha dato agli evangelisti tutto quello che avevano sempre voluto: giudici federali e giudici della corte suprema che la pensano come loro; l’ambasciata a Gerusalemme, citta’ sacra per gli evangelisti; politiche contro l’aborto.

–      Il presidente-eletto Biden eredita una quantita’ di problemi con l’estero, e la Cina e’ in cima alla lista. Eccola: le relazioni con la Cina non sono mai state peggio negli ultimi 40 anni; raffreddamento dei rapporti con gli alleati europei;  l’accordo antinucleare con la Russia che sta per scadere; l’Iran che ha ricominciato a produrre materiali nucleari; il Nord Corea che si vanta del suo arsenale nucleare. Per non parlare dei problemi del clima (Biden ha promesso che fara’ rientrare l’America nell’accordo di Parigi nel suo primo giorno “in servizio”) e degli immigranti.

–      Che cosa succede dopo? Grande titolo che occupa tutta l’ultima pagina del fascicolo, con due articoli:  Democratici: un partito unificato ha vinto la presidenza, ma all’interno le differenze sono profonde e potrebbero spezzarlo. E l’altro: Repubblicani: hanno perso la Casa Bianca ma per il resto  hanno dato una dimostrazione di forza. Come sfruttare l’attrazione del populismo.

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Umberto Bonetti

Umberto Bonetti, nato a Torino nel 1938, laureato in legge e scienze politiche Carriera: RAI di Milano (1962/1967), RAI di Montevideo (Uruguay) (1968/1974), RAI CORPORATION (1974/2000) a New York e Los Angeles. . Dal 2000 in pensione, con vari incarichi di consulenze. Volontariato: Peace Corps in El Salvador, United Nations in Sudan, Unesco in Afghanistan, Unione Europea in Bangladesh. A New York: Metropolitan Museum, Meals on Wheels (distribuzione pasti).

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