Scoppia il caso “call center pirati”, con migliaia di cittadini che si lamentano per aver ricevuto anche centinaia di chiamate, nelle ore più impensate (comprese quelle notturne), da numeri che se si prova a richiamare risultano irraggiungibili.
Eppure la legge che regolamenta questo settore detta regole ben precise, una su tutte, il numero “in chiaro” del chiamante, che deve essere possibile richiamare per chiedere chiarimenti, dialogare o manifestare il proprio dissenso. Ma i call center pirati chiamano mostrando un numero del chiamante che non è quello effettivo, un numero che risulta “taroccato”, spesso inesistente, impossibile da richiamare, dal quale spesso partono vere e proprie “truffe”.
La Polizia postale e delle comunicazioni non è in grado di individuare il luogo e la sede da dove la chiamata è partita, cosa che invece potrebbero fare le società telefoniche, in grado di controllare se un call center fa partire una telefonata da un numero (reale, esistente) che è stato truccato. Insomma il problema è reale ed urge una soluzione in tempi brevi, per non turbare il riposo estivo degli italiani.
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