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Cartoline d’estate

Un’estate particolare come sempre… forse, ma il Covid che è entrato nelle nostre vite con prepotenza, paura, ansia e diciamolo con terrore continua a travolgerci. E così le follie del caldo, delle vacanze hanno accentuato tante originalità e tante singolarità degli esseri umani.

Nella mia vita nomade in giro per l’Italia ho costruito un caleidoscopio di stranezze, spaccati di vita, manie e fissazioni e un detestabile menefreghismo. I miei viaggi in treno sono stati tante piccole avventure, ogni volta ho cambiato idea sulla mia idea di umanità, ho incontrato persone di ogni tipo ma sono rimasta colpita soprattutto da tutte le persone, purtroppo la maggioranza, che non hanno rispettato semplici regole manifestando ribellione e scarsa sensibilità per l’altro.

In un viaggio abbastanza lungo mi sono imbattuta in una appariscente giovane donna, straniera, che chiedeva alla sua vicina di viaggio se era possibile accordarsi sul non indossare la mascherina aggiungendo che era scesa da un viaggio aereo senza aver alcun rispetto per la quarantena e le regole relative. Cosa fare se non mostrare il lato svizzero delle mie origini e ribellarsi alla richiesta con grande disappunto e segnalare al controllore… ma ormai dopo tre ore di incivile convivenza.

E perché non raccontare del signore ben vestito, si direbbe un signore distinto, che si è attaccato ad una bottiglia gigante di vino tracannando per gran parte del viaggio senza mascherina per poi abbandonare il corpo del reato sul sedile.

I giovani fidanzati che nell’”area silenzio” di un Frecciarossa hanno ascoltato musica sino alla mia sfuriata spiegando che “area silenzio” significava tacere. Perché siamo diventati così poco attenti agli altri? Perché siamo così concentrati su noi stessi, perché gli altri sono diventati fantasmi e perché l’educazione è scomparsa insieme ai rapporti sociali?

In Versilia come nella Roma di Virginia Raggi si parcheggia ovunque, marciapiedi, prati, in montagna anche nelle pinete, perché io, tu lui/lei, noi, voi, loro abbiamo smesso di vivere in una comunità che rispetta, che saluta, che dice grazie e prego, che aiuta e comprende i famosi altri che spesso siamo noi?

Come si può pensare di considerare gli spazi pubblici come spazi privati? A chi può venire in mente di portare su un prato attrezzato con ombrelloni e lettini, giochi, bici, bar e area sportiva, il proprio figlio dotato di vasino e come si può pensare attorniati da ettari di verde, bosco, aree isolate di obbligare il piccolo ad adoperare il vasino in mezzo a più di 100 persone, incitandolo e purtroppo facendolo piangere di vergogna.

Genitori che troppo occupati a giocare e chattare sul cellulare non possono portare il proprio figlio in bagno? Genitori spesso non giovani alle prese con i capricci e le bizze di bambini a cui è permesso di tutto, urlare in primis, disturbare e non rispettare nessuna regola neanche quella del rispetto verso i propri genitori.

La famiglia tipo prevede oltre ai bambini mai più di due anche nonni/schiavi e cani. La ciotola per l’acqua per il quadrupede sempre piena ma il bambino se piange o urla a venti metri non esiste. E allora dopo che hai manifestato il tuo turbamento con occhiate insistenti e sguardi torvi si girano dall’altro lato e dallo zaino spunta il drone.

Aiuto i droni che mentre tu ti rilassi al sole o all’ombra leggendo un libro inizia a ronzare sulla testa ed i cani liberi ma soprattutto quelli legati alla sdraio iniziano un concerto impazzendo per il volo dell’oggetto non identificato.

Aiuto davvero perché i genitori non sapendo dire no a sè stessi non sanno dirlo neanche ai propri figli. Ma mentre la gran parte della nostra bella Italia è presa d’assalto da turisti, per lo più europei, che si adattano subito all’assenza di regole e si adeguano contravvenendo a regole che nei loro paesi gli costerebbero almeno qualche sanzione, il nostro amato Belpaese è ancora nella morsa del contagio, delle quarantene, dei morti che aumentano.

I rave party, gli assembramenti, i green pass non richiesti, le barricate per la libertà… gli open day, in altri paesi meno fortunati si muore, si muore di Covid e si muore di altro.

L’estate è la stagione della spensieratezza, del sorriso, delle risate e del sentirsi liberi, ma è anche la stagione di delinquenti che incendiano per disattenzione o con intenzionalità le nostre montagne, campagne, pinete, boschi… è anche la stagione dei ragazzi che si ubriacano sino a non esistere più, è la stagione di chi crede che esista solo la propria libertà, di animali abbandonati e di anziani dimenticati.

E’ la stagione dell’amore, dei tradimenti e soprattutto della solitudine, sarebbe bello se fosse anche la stagione del rispetto, dell’altruismo e del considerare che tutto sommato si è fortunati.

Sono severa si è così, non lo nego sono severa perché in Afghanistan i genitori sono disposti a rinunciare ai propri figli per salvarli, sono disposti a passarli attraverso un filo spinato ai soldati dall’altra parte del muro, sono disposti a non rivederli mai più… e questa non è libertà!

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Tiziana Buccico

Tiziana Buccico, napoletana verace, classe 1969, da sempre appassionata di politica, cultura e Medio Oriente. Un passato di uffici stampa tra cui l’Istituto italiano per gli Studi filosofici. Poi giornalista di pagine di cultura e società, come “moscone” per i quotidiani “La Città” e "il Corriere del Mezzogiorno”. Ha lavorato per uffici stampa politici e istituzionali (Regione Lazio e Consiglio Regionale del Lazio), organizzando eventi e campagne elettorali. Pezzi di vita vissuti tra Gottingen, Vienna e Parigi, viaggi avventurosi e curiosi. Per otto anni, sino al 2017, è stata in Iran per seguire marito e famiglia ma occupandosi a tempo pieno della Scuola Italiana “Pietro della Valle” di Teheran, come Vice Presidente . Da allora la passione per i viaggi e le culture diverse è cresciuta e si è anche trasformata in una rubrica Treccani dal titolo “Via della Seta”. Rientrata in Italia si occupa di social, politica, giornalismo ed eventi culturali mantenendo così un filo diretto con quella parte del mondo che le ha cambiato la vita. Social media manager dell’Istituto Garuzzo per le Arti Visive.

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